"Vi siete mai chiesti che effetto faccia annegare? È la storia degli opposti. Nell'acqua c'è pace. È come se ti avvolgesse, ti sussurrasse parole accoglienti... e tu senti che ogni problema del mondo si dissolve. Ma poi...c'è anche questa cosa, nella testa, che si agita furibonda, che incita i tuoi nervi con violenza a lottare, a sopravvivere, finché davanti a te fluttua una domanda: ne hai abbastanza? È strano... puoi passare una vita senza mai affrontare una scelta così, ma ti cambia per sempre. Ecco perché... ti ringrazio vecchio amico mio". Tutto in Arcane ci parla dei suoi protagonisti principali, di coloro che dimorano, crescono e si evolvono all'interno di un mondo, di un contesto narrativo profondamente connesso con la loro "visione alla vita".
Proprio in un processo narrativo del genere la serie animata in questione colpisce e lascia il segno, fornendo agli spettatori una credibilità di fondo con cui è facile entrare in contatto, pure oltre la stessa finzione in atto, trovando le proprie radici sia nei volti in gioco che in quello che si trovano a vivere. Stiamo parlando di un lavoro che non si limita a narrare una storia, scegliendo d'immergersi in un'analisi stratificata del contesto urbano e dei personaggi che ne emergono, prodotti complessi di un sistema intriso di tensioni sociali, ipocrisie e contraddizioni. Ecco che le città di Piltover e Zaun non si mostrano quali semplici scenari in cui tutto avviene, ma come vere e proprie protagoniste, riflettendo ed esasperando le dinamiche umane dei loro abitanti.
Le città come specchi deformanti, e i loro prodotti
Piltover, "la città del progresso", si presenta quale metropoli verticale, splendente e tecnologica, che celebra l'ingegno umano e la ricchezza. Tuttavia, la sua gloria si costruisce sull'oppressione. Al di sotto dei suoi luminosi grattacieli si estende Zaun, un inferno industriale soffocato da fumi tossici, dove la sopravvivenza è una battaglia quotidiana.
Nonostante la contrapposizione, le due città sono intrecciate: Piltover sfrutta Zaun per il lavoro e le risorse, mentre Zaun insegue, con rabbia e disperazione, un riscatto mai concesso. Questo rapporto di dipendenza e sfruttamento rappresenta una delle tante ambivalenze che permeano Arcane: chi detiene il potere a Piltover non può ignorare che esso esiste solo grazie al sacrificio imposto ai cittadini di Zaun.
I personaggi di Arcane incarnano il peso delle città che li hanno plasmati. Jinx, nata Powder, ne è l'esempio più emblematico. Cresciuta nell'oscurità soffocante di Zaun e segnata dalla perdita e dal senso di colpa, diventa il prodotto di un trauma alimentato dal contesto violento e iniquo in cui vive. Le azioni distruttive che compie non sono mai prive di un motivo, anche se spesso incomprensibili a chi la circonda.
La sua relazione con Silco, altra figura centrale di Zaun, è una finestra sul complicato legame tra oppressore e oppresso: Silco sogna un'indipendenza per Zaun, ma il suo metodo si basa su compromessi morali e sull'uso di una violenza che finisce per somigliare a quella di Piltover.
Dall'altra parte della barricata, pure Piltover produce i suoi antagonisti tragici. Jayce, figura idealista, è un giovane inventore che desidera un futuro migliore per tutti, ma la sua posizione di privilegio lo porta spesso a sottovalutare le conseguenze sociali delle sue azioni, fino alle estreme conseguenze nella seconda stagione di Arcane. Viktor, suo amico e collega, è invece un personaggio di confine: nato a Zaun, si è guadagnato un posto a Piltover grazie al quella genialità che da semprelo contraddistingue, ma il corpo indebolito e le sue radici lo spingono a scelte sempre più disperate. La sua parabola è quella di chi tenta di conciliare due mondi inconciliabili, trovandosi alla fine tradito da entrambi.
Arcane: nemici e riflessi
Il titolo della sigla di Arcane, Enemy degli Imagine Dragons, racchiude una delle chiavi di lettura più potenti della serie. Chi è il vero nemico? Per Jinx, lo è il senso di abbandono e tradimento. Per Silco, è Piltover, ma anche la debolezza che vede nel suo popolo. Per Piltover, Zaun rappresenta il caos, ma è anche lo specchio delle sue stesse contraddizioni. Enemy diventa così una parola multiforme: si riferisce al sistema, alle persone che lo abitano, e persino al lato oscuro di ogni personaggio, quello che emerge nelle situazioni di conflitto e crisi.
L'universo di Arcane è così potente proprio perché evita di categorizzare i suoi personaggi in schemi predefiniti. I cosiddetti "cattivi" sono, in realtà, vittime del sistema in cui sono nati. Le loro scelte non sono mai gratuite: Silco diventa un tiranno per dare una speranza alla sua gente, a quella visione di un "mondo ideale" che da sempre guida le sue scelte; Jinx è un'artista della distruzione, ma il suo caos è il grido di chi non ha mai avuto un posto nel mondo.
Stessa cosa per i personaggi di confine: Viktor è l'ambizione che si sacrifica per un sogno, ma che, nel processo, perde se stesso. VI rappresenta la morale di entrambi i mondi, e un punto di congiunzione fra le incongruenze di tutti e due, in un processo che interiorizza la perdita attraverso l'amore negato e la violenza a "fin di bene".
Arcane, quindi, ci invita a riflettere su come il contesto sociale influisca sull'identità e sulle scelte individuali. Piltover e Zaun non sono solo due città, ma due facce della stessa medaglia: un mondo che celebra il progresso senza considerare il prezzo umano di tale avanzamento. È questa complessità che rende la serie su Netflix un lavoro seriale dall'impatto indiscutibile: una storia di conflitti personali e collettivi che, come un'opera d'arte, non offre risposte semplici, ma molteplici interpretazioni e punti di domanda.
Il ruolo del trauma e della speranza
Uno degli aspetti centrali di Arcane è l'esplorazione del trauma e della speranza, che si legano in modo indissolubile con le vicende dei protagonisti e il contesto delle due metropoli suddette. I traumi di Jinx, prendendola sempre ad esempio, radicati in un'infanzia segnata dalla perdita della sua famiglia e dal rifiuto, non sono semplicemente un artificio narrativo, ma un elemento che definisce e dà forma al suo percorso.
La sua evoluzione è un perfetto esempio di come il trauma possa distorcere la percezione della realtà e portare alla ricerca di un'identità attraverso il caos e la distruzione. La città di Zaun, con la sua ombra perpetua e la sua precarietà, si riflette nelle sue azioni. Jinx e VI sono entrambe figlie di quel contesto di dolore, e le loro espressioni di follia e violenza sono la risposta a un mondo che pare averle abbandonate del tutto.
Allo stesso modo, Silco non è solo l'antagonista che cerca di abbattere Piltover. Il suo è un percorso segnato dal desiderio di dare indipendenza alla sua gente, ma la sua ossessione per il potere lo rende incapace di concepire un'alternativa al sistema che sta cercando di distruggere. Il legame con Jinx, come figura paterna, è l'esempio di quanto la speranza possa diventare una forma di manipolazione, alimentando cicli di violenza e vendetta che, paradossalmente, sembrano legittimarsi nel suo sogno di una Zaun indipendente.
D'altro canto, la speranza che Piltover incarna è, per molteplici aspetti, un'illusione. Nonostante la sua facciata di progresso e ricchezza, la città non è in grado di vedere oltre le proprie ipocrisie. Jayce, pur essendo un simbolo del cambiamento e del desiderio di migliorare il mondo, non può ignorare che le sue invenzioni vengono utilizzate anche per opprimere chi vive a Zaun. La sua visione di un futuro migliore è limitata dall'incapacità di vedere i suoi privilegi e la sua posizione di potere come fattori che contribuiscono al problema.
Non è cattivo, ma cieco e, a un certo punto, quasi complice. Viktor, pur cercando di costruire un mondo in cui il progresso tecnologico possa salvare le vite, è costretto a fare scelte etiche drammatiche e discutibili che lo allontanano da ogni speranza di redenzione. La sua tragica evoluzione in una figura quasi mostruosa/salvatrice mette in luce come le buone intenzioni possano essere trasformate quando si è disposti a sacrificare la propria umanità per un obiettivo più grande.
L'ineluttabilità del conflitto
Anche se ogni personaggio di Arcane tenta, a suo modo, di cambiare il mondo che lo circonda, è evidente che i confini tra bene e male non sono mai definitivi. La serie gioca con l'idea di un conflitto ineluttabile, non solo tra Piltover e Zaun, ma anche all'interno dei protagonisti stessi. Jinx e Vi, pur essendo sorelle, sono l'emblema di un contrasto che non può essere risolto semplicemente attraverso la riconciliazione. La frattura tra loro è sia un dolore familiare, che il riflesso di un conflitto più ampio, quello tra due mondi che non possono coesistere senza distruggersi.
Vi, pur cercando la redenzione attraverso la giustizia e la protezione degli innocenti, non può ignorare che le sue azioni siano, in fondo, parte di una guerra più grande, una guerra che, proprio come quella che segna la separazione tra Piltover e Zaun, è destinata a lasciare macerie e morte. Il contesto sociale in cui questi personaggi si sviluppano non solo li definisce, quindi, ma li imprigiona in un destino che sembra inevitabile.
Piltover, con la sua brama di potere e la sua incapacità di affrontare le disuguaglianze, non è mai davvero pronta ad ascoltare Zaun, e Zaun, nella sua disperazione, diventa sempre più simile a ciò che combatte, perpetuando senza fine un ciclo di violenza che le tiene entrambe intrappolate.
Tornando alla canzone Enemy, la possiamo tranquillamente associare anche al manifesto di questa tensione. L'aggressività del titolo non si limita a esprimere l'odio tra i due mondi, diventando una riflessione più profonda sull'identità. Il nemico non è solo Piltover o Zaun, ma anche la parte di sé che si riflette nel conflitto: ogni personaggio è il proprio nemico, costretto a confrontarsi con le proprie decisioni, le proprie paure e la propria solitudine. Ecco che Arcane ci spinge a considerare come ogni "nemico" possa, in effetti, essere una parte di noi stessi, e come il conflitto esterno rifletta le lotte interiori di ciascuno.