Another Self, la recensione: il passato definisce il presente e il futuro

La recensione di Another Self, la nuova serie turca già entrata in Top 10 su Netflix. Dramma e buoni sentimenti in un prodotto ordinario che non ha molto da dire.

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Another Self: una scena della serie

Ultimamente, in particolare sul mercato italiano, spopolano tantissime fiction turche che stanno piano piano saturando il mondo dell'intrattenimento. Di generi diversi, dal crime ai classici romance, dalle avventure più audaci ai drammi più intensi, questi prodotti sono caratterizzati da cast ampiamente collaudati, la musica come parte integrante della narrazione e tante belle tematiche morali. Nella nostra recensione di Another Self, la nuova serie televisiva turca sbarcata su Netflix il 28 luglio, cerchiamo di capire come mai il titolo è entrato in classifica tra quelli più visti della piattaforma streaming in Italia portando al pubblico una storia classica costituita da elementi di facile coinvolgimento.

Guarire i mali con la spiritualità

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Another Self: una scena della serie

Another Self si apre con una situazione caotica per le tre protagoniste: la chirurga Ada (interpretata dalla nota star turca Tuba Büyüküstün) e l'influencer Leyla (Seda Bakan), per supportare la loro amica avvocatessa Sevgi (Boncuk Yilmaz), malata di cancro, decidono di partire insieme per Ayvalik. Questo luogo di pace si trasforma, progressivamente, in un centro nevralgico di trasformazione spirituale e psicologica, contribuendo alla crescita del trio di personaggi. Lo snodo fondamentale della trama che determina l'evoluzione delle giovani è costituito dalle sessioni meditative del misterioso Zaman (Firat Tanis), un uomo generoso e accogliente che riesce a comprendere i problemi fisici e psichici dei suoi pazienti, guarendoli con l'indagine interiore. Il tema centrale che emerge all'interno della serie si può tradurre nell'importanza del passato come motore fondante del presente e del futuro. In altre parole, Another Self suggerisce, in modo molto fantasioso, ma affascinante, che le relazioni, gli eventi e gli accadimenti che subiscono i nostri familiari, siano essi genitori, nonni o anche avi, hanno delle forti ripercussioni sulla nostra vita, andando a determinare come siamo oggi e quello che potremmo diventare domani.

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Another Self: una scena della serie

Una linea contenutistica sicuramente originale che all'interno dello show è veicolata attraverso due diversi approcci: uno implicito ed uno esplicito. Quello più sottile è espresso dalle continue sedute che Zaman tiene con i suoi pazienti, durante le quali l'enigmatico "guaritore" mette in scena delle rappresentazioni teatrali atipiche; in modo del tutto opposto, alcuni flashback, invece, sono la chiave palese per decriptare i problemi e gli ostacoli che i protagonisti devono superare, proprio perché analizzano il passato della loro famiglia. Con una sceneggiatura semplice, ma efficace, queste due strategie narrative permettono agli spettatori di scoprire sempre più indizi sui personaggi così da provare a comprendere, ancora prima che la serie ci arrivi naturalmente, come risolvere i mali interiori ed esteriori delle tre amiche e delle altre figure che impariamo a conoscere nell'opera.

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Another Self: una scena della serie

Un problema evidente che si riscontra in Another Self è che, nonostante parte del contenuto colpisca per la sua originalità, dopo pochi episodi il tutto viene rallentato da elementi decisamente più tradizionali e banali che rappresentano il collante con altre fiction simili tra i quali spicca il tema sentimentale. Le classiche storie d'amore, che consentono una connessione approfondita tra i personaggi della storia, inevitabilmente limitano fortemente lo sviluppo del tema spirituale presente nell'opera. Paradossalmente, in realtà, questi strumenti narrativi e registici più classici se probabilmente hanno consentito alla realizzazione di ottenere così tanto successo perché sono frutto di un apprezzamento già consolidato, al contrario non permettono allo show di differenziarsi ed elevarsi rispetto alle altre serie turche in circolazione. Anche la scrittura dei personaggi, se regala qualche sorpresa specialmente quando coinvolge gli aspetti psicologici delle ragazze protagoniste, e dei comprimari, in linea di massima non va mai oltre una caratterizzazione standard e stereotipata che abbiamo visto più volte sia nel mondo televisivo che cinematografico.

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Another Self: una scena della serie

Dal punto di vista registico, invece, la soluzione adottata da Burcu Alptekin è semplice, ma efficace: per quanto sia ridondante la scelta di alternare analessi con scene più semplici e ripetitive, ciò contribuisce a rendere la struttura episodica funzionale perché riesce a spezzare al meglio le varie anime di questo prodotto, separando nettamente tutti gli elementi più innovativi da quelli più scontati. La macchina da presa, inoltre, valorizza al meglio il cast presente in Another Self con attori e attrici che hanno lavorato molto bene sui ruoli assegnati, in particolare Tuba Büyüküstün, Seda Bakan e Boncuk Yilmaz, efficaci non solo nel rappresentare il legame che unisce le loro controparti su schermo, ma anche nell'esprimere al meglio i cambiamenti che le protagoniste subiscono all'interno degli episodi.

Conclusioni

In conclusione della nostra recensione di Another Self, è opportuno evidenziare come la serie è un classico titolo d'intrattenimento leggero e per nulla complesso, adatto ad una visione rilassata. Un vero peccato per il contenuto originale suggerito dalla realizzazione, che purtroppo subisce una caratterizzazione superficiale dei personaggi e tematiche più classiche che riportano il prodotto su binari già ampiamente conosciuti. Da sottolineare, inoltre, le buone interpretazioni del cast, in particolar modo la recitazione delle attrici protagoniste.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Il contenuto spirituale e psicologico.
  • Una regia che spezza efficacemente la narrazione.
  • Le interpretazioni del cast...

Cosa non va

  • ... rovinato in parte dalle storie d'amore presenti.
  • Le scelte di regia alla lunga sono un po' ripetitive.
  • Una caratterizzazione stereotipata dei personaggi.