Anna, la recensione: una donna sola difende la terra dallo sfruttamento nella Sardegna rurale

La recensione di Anna, ritratto femminile forte ambientato in Sardegna e firmato da Marco Amenta, dal 13 luglio al cinema con Fandango.

Un primo piano di Rose Aste

Anna è aspra, sensuale e selvaggia proprio come la sua terra, la Sardegna. Quella terra che difendere dalla cupidigia del capitalismo lottando come una guerriera nella pellicola di Marco Amenta. Il regista, che sardo non è, è riuscito a cogliere alla perfezione l'essenza dell'isola e dei suoi abitanti grazie a una lunga permanenza in loco e a un'attenta preparazione, arrivando a tratteggiare un personaggio che ricorda le figure senza compromessi che popolano il cinema di Bonifacio Angius (lui sì, sardo doc).

Anna manda avanti la fattoria ereditata dal padre producendo latte e formaggi dalle capre che alleva. Libera e spregiudicata, la donna nasconde un passato doloroso di cui porta ancora addosso le cicatrici. A turbare la sua solitudine è l'apparizione improvvisa di ruspe e operai. La proprietà di Anna è minacciata da una holding che vuole realizzare un resort di lusso a ridosso della costa, cancellando per sempre la sua piccola fattoria. Con l'aiuto di un amico avvocato, Anna decide di dare battaglia e, seppur priva della documentazione necessaria, cerca le prove che la aiutino a dimostrare la proprietà della terra su cui dovrebbe sorgere il resort.

Anna Rose Aste In Una Scena
Rose Aste fa il bagno nelle acque della Sardegna

Tratto da una storia vera

Come nel caso de La siciliana ribelle, anche la storia di Anna è in parte ispirata a un vero fatto di cronaca. E il realismo sembra affascinare Marco Amenta più della finzione, spingendolo a raccontare storie forti, viscerali, che mescolano in egual misura fascinazione nei confronti dei personaggi e pulsione verso un cinema civile di denuncia, pronto a schierarsi dalla parte dei più deboli. In realtà Anna non è affatto debole, o meglio, è una donna che ha dovuto costruirsi una corazza per proteggersi dagli assalti degli uomini. Anna lotta contro una società patriarcale in cui la donna che non ha un uomo al suo fianco, marito o padre che sia, è "invisibile" oppure è una poco di buono.

Anna Rose Aste Corre In Una Scena
La corsa di Rose Aste in Anna

Anna conduce una duplice battaglia, legale e morale. Legale contro la società edilizia che vuole sfruttare la sua terra, la terra dei suoi avi, per lucrare su di essa; morale contro i benpensanti che la condannano più o meno tacitamente per lo stile di vita che conduce. Se la società sembra ripudiare Anna, Marco Amenta la ritrae in perfetta armonia con la natura che la circonda. La vediamo, infatti, correre per i sentieri polverosi e assolati, immergersi nelle acque cristalline della baia o governare le capre da cui trae la sua sussistenza. Proteggere la terra dallo stupro delle gru e del cemento, per Anna significa proteggere se stessa dall'assalto degli uomini che vorrebbero ingabbiare la sua vibrante energia erotica.

Un ritratto totalizzante

Anna Rose Aste In Un Primo Piano
Rose Aste in discoteca

Naturalmente un film come Anna non potrebbe funzionare senza una protagonista adeguata. Marco Amenta ha scommesso su Rose Aste, semi esordiente con una discreta esperienza teatrale alle spalle. La bellezza spigolosa, i lunghi capelli neri, lo sguardo torvo, Aste incarna alla perfezione sofferenze e fragilità del suo personaggio conservando una nota di mistero su pensieri e comportamenti. Vincente anche la scelta del regista di far recitare gli attori in sardo conservando un approccio neorealista alla materia trattata in una pellicola che privilegia le immagini alle parole.

Anna Una Scena
Rose Aste in penombra

In Anna, la fascinazione nei confronti della protagonista è totalizzante. Rose Aste è costantemente al centro della scena. L'obiettivo le si incolla addosso e la segue mentre, scatenata e sensuale, balla in discoteca, si apparta con uno sconosciuto o governa le sue capre. Tra grida rabbiose e ostinati silenzi, il ritratto di una donna fuori dai canoni, in lotta per affermare se stessa contro tutto e tutti, ha la meglio sugli altri ingredienti. Di conseguenza, il film è costruito a sua immagine e somiglianza, con una fotografia chiaroscurale e una macchina da presa che si muove costantemente nel tentativo di catturare ogni frammento del suo oggetto del desiderio attraverso lunghi e scarmigliati piani sequenza. L'assenza di colonna sonora extradiegetica ribadisce il tentativo di creare un ritratto in purezza, liberandosi di orpelli e costrutti per arrivare a sbirciare l'anima di Anna. Il tutto anche a costo di sacrificare la sceneggiatura mettendone in luce, a tratti, i limiti.

Conclusioni

Aspro e selvaggio come la sua protagonista, Anna è intenso ritratto femminile che racconta la lotta di una donna contro patriarcato e speculazione edilizia. Scarno e ruvido, arriva al cuore dello spettatore liberandosi degli orpelli per raccontare un personaggio femminile forte e passionale. Ispirato a un vero fatto di cronaca, il film è valorizzato da intense interpretazioni e da uno stile convincente nonostante qualche limite nello script.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Ritratto al femminile coraggioso e potente.
  • In un'interpretazione viscerale, Rose Aste non teme di mettersi a nudo per raccontare una donna difficile.
  • Lo stile, gli ingredienti e la scelta di far recitare gli attori in sardo danno vita a un'opera dal sapore neorealista.

Cosa non va

  • La fascinazione nei confronti della protagonista monopolizza la storia limitando ogni possibile sviluppo narrativo.