Ha espresso orgoglio Nicola Maccanico in apertura della conferenza stampa in cui è stata presentata Anna, la nuova serie TV Sky Original tratta dal romanzo del 2015 di Niccolò Ammaniti e dallo stesso autore scritta e diretta. Orgoglio comprensibile e giustificato per un lavoro suggestivo e di grande qualità. "Arrivare a proporre come contenuto che nasce dall'Italia una serie con questa qualità" ha infatti detto l'executive Sky, "non è banale. È frutto di un percorso che Sky ha fatto con grande convinzione", un percorso che mira ad ampliare il proprio pubblico e tenerselo stretto con contenuti dal valore produttivo elevato.
Lo hanno fatto con la nuova serie di Niccolò Ammaniti, un ritorno atteso dopo aver convinto con Il miracolo, che parte da uno spunto in cui echeggia l'attualità che stiamo vivendo, che si muove in un mondo affascinante e un genere che in Italia non viene trattato spesso, ma racconta temi che sono universali e "il rapporto tra grandi e piccoli." Un progetto diverso dal precedente, ma ugualmente potente e suggestivo, come potrà apprezzare il pubblico di Sky e NOW dal 23 Aprile, quando tutti gli episodi saranno diffusi contemporaneamente (ma sono già disponibili On Demand per gli utenti Extra con diversi anni in Sky).
Ampliare il romanzo
Quella di Anna è una storia alla quale lo stesso Ammaniti confessa di aver continuato a pensare una volta terminato il romanzo: "Mi ero concentrato su Anna come personaggio, su come riesce a superare i limiti di questa strana esistenza che ha davanti" ha spiegato l'autore, "Ne ho parlato col mio editore per scriverne una versione più lunga, con altri personaggi da approfondire, ma non sapevo come." La risposta è venuta nel rapporto con Mario Gianani di Wildside, che aveva acquistato i diritti del romanzo e dall'idea di sviluppare una serie. "Una volta arrivati alla scelta del regista" ha aggiunto Ammaniti "ho sentito di doverla fare io" per capire se e quanto potersi dedicare a un racconto per immagini. Un compito in cui è stato coadiuvato dal Andrea Jublin, regista della seconda unità.
Un lavoro in cui è stato coadiuvato dalla co-sceneggiatrice Francesca Manieri che ha raccontato la loro collaborazione: "È la persona con il tasso di idee più alto del mondo. È una cosa difficile da gestire, perché dorme poco e le ore per lui aumentano". Ciononostante insieme lavorano bene, simili caratterialmente, "ma con una visione del mondo molto diversa: lui è ateo, io molto religiosa." Un contrasto che hanno messo a frutto nel portare avanti una storia che ha "tematiche affini a quelle bazzicate da Il miracolo" e che si sintetizzano nella parabola presente nel quinto episodio.
Anna e gli altri sopravvissuti
Figura centrale attorno alla quale si sviluppa il racconto è l'Anna del titolo, splendidamente interpretata dalla giovanissima Giulia Dragotto. "Posso dire di essere molto diversa da lei" ha spiegato l'attrice, "ma la stimo. Mi ha lasciato tante cose belle che non avrei mai imparato senza mettermi nei suoi panni." Della grande intesa con Niccolò Ammaniti ha parlato con piglio professionale l'altro giovanissimo del cast, Alessandro Pecorella, che interpreta il fratellino della protagonista, mentre Clara Tramontano si è detta speranzosa di "non essere esattamente come Angelica, perché non è una bellissima persona."
Se Angelica è "la regina dei blu, l'antagonista, la cattiva" nelle parole di Ammaniti, "l'unico adulto vivo in un mondo di bambini, un personaggio strano in un mondo di nani" è quello interpretato da Roberta Mattei, che lo descrive come "funzionale alla storia. Una persona che vive la propria natura, che si abbandona a essa." Diverso il caso della madre di Anna, a cui dà intensità Elena Lietti, che ce ne ha parlato come "una donna indipendente, autonoma, libera da vincoli, fedele a se stessa e ai bambini e nulla altro". La sua eredità si vede nel coraggio di Anna, in quel libro che le ha lasciato e che rappresenta "un gesto così importante."
In questo si trova uno dei messaggi principali della serie: "se c'è una morale in Anna" ha detto Ammaniti, "è cosa lasciamo ai nostri figli, quanto è importante il passato per il futuro. Questo mondo di bambini ha cancellato la memoria perché erano troppo piccoli per ricordare. L'unica che ha memoria è Anna, perché ha quel libro e quel messaggio importante che le ha detto di continuare a leggere. Con Francesca abbiamo lavorato su questo, per dare ad Anna e la madre la sensazione di questo lascito. La centralità della parola è un aspetto fondamentale."
Nel segno della speranza
La gestazione di Anna ha avuto tempi lunghi e a lavorazione partita, tra Sicilia, Lazio e Toscana, è arrivato il Covid. "In quel periodo ho avuto l'opportunità di lavorare in remoto al montaggio," ha raccontato Ammaniti "ho avuto la possibilità di vedere quello che avevo fatto e correggere alcune cose." Inevitabile il confronto con quello che stiamo vivendo, anche perché "giravamo dei flashback proprio durante lo sviluppo della pandemia", ma la malattia ipotizzata dall'autore è molto diversa dal Covid-19: "Avevo lavorato tantissimo su questa malattia, che si manifesta attraverso queste macchie" ha spiegato e per questo ha fatto fatica a capire se ci fossero o meno dei forti punti di contatto.
"Mi interessava capire come si comportassero i bambini una volta eliminati gli adulti e l'unica cosa che mi è venuta in mente è stata un virus, un retrovirus che esplodeva a un certo punto dello sviluppo", ma con modalità diverse da quello che ci circonda. Per questo non si è sentita l'esigenza di rimandare la distribuzione della serie, come ha spiegato Maccanico: "Il fatto che la sovrapposizione con una parte del presente sia non collegata alla scelta di fare la serie, ci ha liberato da questa preoccupazione. Teniamo molto al fatto che la serie sia percepita per quella che è, e non come rappresentazione della situazione che stiamo vivendo. Ci sono assonanze involontarie che non devono né attrarre il pubblico, né diventare notizia nei telegiornali. "
Lo conferma Mario Gianani: "Prima di vedere la serie è una domanda che ci si pone, dopo averla vista si capisce la portata" perché è la speranza quella che muove la storia, come sottolinea il suo autore: "All'inizio è offuscata, ma emerge sempre di più. Anna affronta tutto nella speranza che ci sia qualcos'altro. È simboleggiata dalla Sicilia, che è divisa dal continente da un dito d'acqua, ma è un dito d'acqua enorme. Apre un varco verso un futuro per lei e per l'umanità."