Anita B.: la nostra recensione del DVD

Discreta edizione homevideo per il film di Roberto Faenza sui temi della Shoah, tra necessità di ricordare e voglia di ripartire. Buono il video, sufficienti gli extra.

A seconda guerra mondiale appena finita, Anita, adolescente di origini ungheresi sopravvissuta agli orrori di Auschwitz, viene accolta dall'unica parente rimasta viva, una zia vicino a Praga. Qui omina la voglia di ripartire da zero sorridendo al futuro e tutti sono impegnati a dimenticare il recente passato di deportazioni, anche Eli, un ragazzo di cui Anita si invaghisce. La ragazza è stimolata dall'incrocio di popoli e lingue che confluisce intorno a Praga, ma tra gli incontri con vari personaggi e la toccante amicizia con il giovane David, Anita si trova presto, causa una situazione imprevista, a dover prendere una decisione che richiederà grande coraggio.

Questo il plot di Anita B. film con il quale Roberto Faenza ritorna sul doloroso tema della Shoah che aveva già toccato in Jona che visse nella balena. Qui lo sguardo è quello di una ragazza giovane (interpretata da Eline Powell) che non vuole dimenticare gli orrori vissuti come sembrano voler fare tutti quelli che le stanno attorno, ma vuole riprendere in mano il proprio destino in questo caotico vortice di rapporti e incertezze dell'immediato dopoguerra. Nel cast anche Robert Sheehan, Andrea Osvart, Antonio Cupo e Nico Mirallegro.

Anita B.: Robert Sheehan al cinema con Eline Powell in una scena del film
Anita B.: Robert Sheehan al cinema con Eline Powell in una scena del film

Video: buon dettaglio, ma anche qualche difetto

Anita B.: Antonio Cupo e Andrea Osvart danzano in una scena
Anita B.: Antonio Cupo e Andrea Osvart danzano in una scena

Anita B. è arrivato in homevideo con un DVD Mustang Entertainment distribuito da CG Home Video. Un prodotto di buon valore tecnico, a partire da un video quasi del tutto convincente: a colpire è un livello del dettaglio certamente apprezzabile per lo standard DVD, e a riguardo basta vedere nelle prime scene il cappotto del protagonista e lo scialle sulla testa di Anita, con tessuti e fili ben definiti. Ma in genere il dettaglio è sempre buono a parte i piani lunghi, che in realtà sono l'unico problema, soprattutto quando gli elementi da riprodurre sono problematici come ad esempio la vegetazione: in queste occasioni il quadro è leggermente frastagliato e compaiono fenomeni di aliasing e qualche pixel di troppo. Per fortuna il problema è leggero e soprattutto raro, per il resto infatti il quadro mostra una compattezza e una solidità apprezzabili, come del resto da elogiare è la tenuta del quadro nelle tante scene scure, con un nero profondo ma mai oppressivo.

Audio un po' timido, negli extra un backstage

L'audio multicanale fa discretamente la sua parte, anche se forse poteva dimostrare un po' più di esuberanza in qualche momento più movimentato. L'asse posteriore appoggia la scena soprattutto nella colonna sonora, abbracciando lo spettatore con una malinconica melodia, ma quanto ad effetti ambientali si rivela un po' pigro, anche se a dire il vero il film non propone moltissimo sotto questo aspetto. I dialoghi sono comunque chiari e precisi, anche se il doppiaggio degli attori non è eccezionale. Come extra troviamo solamente un backstage di circa 14 minuti, composto da molte immagini sul set e qualche intervista: lo stretto necessario per strappare una risicata sufficienza.