Animale | Umano, la recensione: toro e torero uniti in un sofisticato romanzo di formazione

Coproduzione italo-spagnola-messicana, Animale | Umano è un romanzo di formazione che indaga sul culto della tauromachia, fenomeno tutto spagnolo, raccontando un'adolescenza tormentata.

Un primo piano di Guillermo Bedward

Il destino lo si costruisce con le proprie mani, come dimostra il rigoroso romanzo di formazione di Alessandro Pugno, Animale | Umano, che mette a confronto la crescita di un giovane che sogna di fare il torero e di un toro destinato al macello, ma capace di distinguersi grazie al suo spirito indomito. Nella sua parabola, Pugno ci dimostra come l'indole non sia necessariamente legata al patrimonio genetico, ma faccia a capo a un impulso che proviene dal profondo dell'animo, impulso che può essere assecondato con sacrifico e abnegazione.

Piemontese di nascita, ma madrileno di adozione, per la sua prima opera di finzione Alessandro Pugno ha scelto di affrontare un tema che non appartiene alla sua cultura studiando il fenomeno della tauromachia. Quale è la molla che spinge un giovane a diventare un torero, danzando con la morte a ogni discesa nell'arena? Il regista cerca di dare una risposta raccontando in parallelo la storia di Matteo, cresciuto nel Nord Italia circondato dalla morte nell'impresa funebre, e del toro Fandango che, nelle praterie dall'Andalusia, si salva dalla macellazione sfoderando la sua indole battagliera.

Cosa ci distingue dagli animali?

Animale Umano Guillermo Bedward Torero
Guillermo Bedward vestito da torero

A inaugurare Animale | Umano sono le definizioni corrispondenti ai due termini che vanno a comporre il titolo, che appaiono su sfondo nero. Intrecciando passato e presente, il film, scritto da Alessandro Pugno con Natacha Kucic, si divide in sei capitoli, ognuno preceduto da un titolo corrisponde a una delle definizioni. A una struttura così rigorosa corrisponde il distacco adottato dal regista nel raccontare i drammi dei personaggi. Con pudore, Pugno nega allo spettatore la visione degli eventi tragici, adottando l'espediente di interrompere la scena nel momento clou. Nessuna concezione alla speculazione, ma semplici suggestioni trasmesse allo spettatore attraverso dettagli significanti.

Foto Joworosky 1
Brontis Jodorovsky in una scena di Animale | Umano

Al primo livello, Animale | Umano sembra veicolare una storia semplice, privilegiando una narrazione scarna. In realtà il film lavora di lima per eliminare il superfluo, valorizzando la parte concettuale e l'uso di simboli. Nessuna concessione alla spettacolarità, nessuna corrida viene mostrata, ma la storia si interrompe quando la lunga preparazione al combattimento - che è ciò che interessa al regista - si conclude con la discesa nell'arena. D'altronde l'utilizzo dei titoli che scandiscono i sei capitoli è tutt'altro che casuale. Se "Animale" può identificare la bestia o indicare letteralmente "con anima", "Umano" si collega ad "animale razionale", "dotato di empatia" e "di natura imperfetta". E l'imperfezione è proprio ciò che interessa raccontare ad Alessandro Pugno, seguendo la parabola di chi si sente inadatto non solo al combattimento, ma anche alla vita stessa.

Uno stile calzante

Ian Caffo
Animale | Umano: Ian Caffo interpreta Matteo da bambino

Forma e contenuto si compenetrano in Animale | Umano. Il romanzo di formazione atipico e fuori dal tempo viene veicolato da una pellicola che adotta il formato 4/3 per concentrarsi sui personaggi, mostrati spesso e volentieri in primissimo piano, escludendo i suggestivi paesaggi del Sud della Spagna per evitare distrazioni. Essenziale anche la fotografia di Alberto D. Centeno che privilegia colori chiari e immagini luminose, dando la sensazione di assistere a una sorta di dimensione altra, un limbo in cui i personaggi, ripresi spesso e volentieri in primissimo piano, sono calati.

Convincente e ben assortito il cast. A interpretare Matteo è il basco Guillermo Bedward, il cui volto antico e lo sguardo trasparente contribuiscono a dar vita a un personaggio sfuggente e talvolta indecifrabile. La presenza eterea e sofisticata di Silvia DeGrandi nel ruolo della madre e di Paola Sotgiù nei panni della nonna si affianca al magnetico Brontis Jodorowsky, figlio del grande Alejandro, qui nei panni di un torero borioso e intransigente che non vuole sentire le ragioni del figlio debole e succube (Carlos Bernardino), desideroso di sottrarsi all'autorità paterna per seguire il proprio cammino.

Conclusioni

Romanzo di formazione sofisticato e rigoroso, Animale | Umano vede il regista Alessandro Pugno misurarsi con la sua prima opera di finzione in una storia che mette a confronti destino umano e animale indagando sul fenomeno della tauromachia.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • LA scelta del tema, inedito per una co-produzione italiana.
  • Il talento dei giovani (e meno giovani) interpreti.
  • Le scelte stilistiche rigorose e anomale, che danno la sensazione di assistere a una storia fuori dal tempo.

Cosa non va

  • Lo stile minimalista e simbolico spesso spiazza lo spettatore, alimentando nuove domande.
  • A lungo andare la scelta di focalizzarsi su un unico aspetto rende la narrazione ossessiva.