"E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare"
Mostra di Venezia 2017. Fuori dall'Hotel Excelsior per un gruppo di amici è il momento dell'attesa, dopo una classica giornata piena zeppa di proiezioni e conferenze. L'atto finale è una festa dedicata al compianto Michael Jackson che torna al Lido sulle note di Thriller, nella nuova versione in 3D presentata in quei giorni al festival lagunare. In lontananza è possibile sentire la voce inconfondibile di Jacko ma a pochi passi, d'un tratto, è possibile vedere colui che quel celebre videoclip lo girò, nel lontano 1983: John Landis. Tranquillo e sorridente, il regista di Animal House - indimenticabile commedia di culto con John Belushi - è pronto a partecipare alla festa e a ricordarci l'epoca in cui Michael ballava con un gruppo di zombie in mezzo ad una strada.
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Per chi è cresciuto fra gli anni '80 e la prima metà degli anni '90, il nome John Landis è sinonimo di Chicago, un completo scuro, occhiali da sole e fratelli Blues. Di lupi mannari, brughiere inglese e spettri. Di scambi d'identità camuffati da esperimenti sociali. Di principi che da Zamunda viaggiano fino a New York per trovare l'anima gemella e di affascinanti contrabbandiere di diamanti inseguite da spietati killer. La capacità di percepire l'ironia e di saperla trasmettere attraverso i suoi film, il gusto per la satira e la demenzialità da trasporre sul grande schermo sono solo alcune delle caratteristiche principali che legano fra loro in maniera inscindibile molti titoli della filmografia di un autore cresciuto a gavetta e set. Nel 1978 John Landis è un giovane cineasta che un anno prima ha attirato le attenzioni della critica con il film comico Ridere per ridere, firmato dal trio d'autori che poi lavorerà a L'aereo più pazzo del mondo e Una pallottola spuntata (Jerry Zucker, Jim Abrahams e David Zucker). Il 1978 è l'anno della scoperta definitiva. A 28 anni John Landis s'imbarca in un progetto che gli farà da trampolino di lancio per il proseguo della carriera: Animal House.
College House
Anno 1970. Negli Stati Uniti nasce la rivista satirica National Lampoon, sorta su quel che all'epoca rimase della storica Harvard Lampoon. Nel corso degli anni il magazine cresce e concretizza numerosi progetti in grado di abbracciare diversi ambiti della cultura, fra cui anche il cinema. E' nel tentativo di salvare la rivista da un momento di crisi mantenendo lo spirito intatto del giornale e arruolando giovani e sconosciuti interpreti in rampa di lancio - tra cui un giovanissimo Kevin Bacon - che prende vita, nel 1978, Animal House. Un film sviluppato da un soggetto scritto a sei mani, incluse quelle del futuro Egon Spengler in Ghostbusters - Acchiappafantasmi, Harold Ramis. Il rampante John Landis viene scelto per dirigere la pellicola ambientata agli inizi degli anni '60 nell'università di Faber.
La gioventù del regista è speculare a quella di molti membri del cast - quasi tutti sconosciuti ad eccezione di Donald Sutherland - fra i quali spicca uno dei cavalli di razza del Saturday Night Live, John Belushi.
Le vicende delle due giovani matricole Larry (Tom Hulce) e Kent (Stephen Furst) si mescolano a quelle degli altri studenti, in un'agguerrita faida fra confraternite che porta scompiglio in tutto il college.
La visione leggera e irresponsabile della vita contrapposta al rispetto assoluto delle regole e al rigore, che spesso sfocia nel fanatismo più bieco e irritante.
Animal House trascina e diverte, si avvale di stilemi che negli anni successivi verranno poi ripresi da una lunga serie di pellicole classificate come college movies, da La rivincita dei nerds alla più recente saga di American Pie.
Aggregazione, sesso, alcol, ignoranza e qualsivoglia distrazione utile a non passare la giornata sui libri; Animal House rappresenta il primo tassello di un'espressione cinematografica spensierata e triviale della giovinezza, dove gli ingredienti principali spesso contribuiscono a renderli dei cult assoluti, in molti casi ben al di sopra del loro effettivo valore.
La differenza fra Animal House e la maggior parte dei film che dall'opera di Landis hanno preso spunto è sostanziale. Nel valore degli interpreti, nell'improvvisazione, nella genuinità di un'operazione che si sviluppa in una scarica sincera di ribellione giovanile e ribaltamento di un ordine prestabilito.
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Bluto e la Delta
"La gente non deve necessariamente essere perfetta. Non deve essere intelligentissima. Non deve seguire le regole. Può divertirsi". Questa frase di John Belushi è significativa perché in poche righe riassume l'essenza di un genio della comicità. Animal House è un film corale ma fra i giovani personaggi che movimentano le feste delle confraternite all'università di Faber esce alla distanza lo scansafatiche John 'Bluto' Blutarsky. Settimo anno di frequentazione accademica, voti infimi, naturale propensione all'ozio e ad ogni tipo di situazione goliardica. Bluto racchiude nella sua esuberanza incontrollabile molti lati della personalità eccentrica e tormentata di John Belushi, all'epoca pronto a svoltare una carriera e un'esistenza che si riveleranno fin troppo brevi. Contemporaneamente al successo del film di John Landis, Belushi conosce proprio quell'anno il sapore ambiguo della notorietà, grazie al personaggio di Jake Blues al fianco del fratello Elwood (Dan Aykroyd), a due anni di distanza da una delle pellicole più amate nella storia del cinema, The Blues Brothers, diretta proprio da John Landis.
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Uno dei punti di forza di Animal House è proprio la bravura nell'improvvisazione di Belushi, libero di sperimentare ogni tipo di gag, d'impressionare i colleghi sul set e di lasciare fuori dalla porta quelle nubi cariche d'inquietudine che lo attanaglieranno negli anni successivi. Bluto è il simbolo e la colonna portante di un parterre di scapestrati studenti. Ognuno dei protagonisti contribuisce a creare degli archetipi a cui diversi film cercheranno d'ispirarsi: il timido e goffo Larry Kroger (Tom Hulce), il vessato e sovrappeso Kent Dorfman (Stephen Furst), il bello e carismatico Eric Stratton (Tim Matheson), l'irresponsabile Donald Schoenstein (Peter Riegert), l'irrimediabile Daniel Simpson Day (Bruce McGill) e gli avversari della massonica e snob Omega, l'irreprensibile e frustrato Greg Marmalad (James Daughton) e l'insopportabile cadetto militare Doug Neidermeyer (Mark Metcalf).
Ognuno di loro contribuisce a creare un nucleo variegato di profili che si completano alla perfezione con l'irrequietezza infantile e animalesca di Bluto. L'ingenuità si trasformerà nella fiammella che nel finale riaccende l'anima trascinante dei Delta. "Questa potrebbe essere la nostra più grande notte, ma voi lasciate che sia la più stronza" arringa il gruppo Bluto in una memorabile sequenza che anticipa la folle scena conclusiva.
Fawn Liebowitz e le tecniche di rimorchio
Uno degli elementi imprescindibili dei college movies, soprattutto nella saga di American Pie, è la quantità di tempo impiegato dai protagonisti ad abbordare più ragazze possibili tra un party e l'altro. E se nei film susseguenti a Animal House la quasi totalità dei piani messi in atto dai ragazzi ha come obiettivo il maggior tempo possibile trascorso in un letto con una ragazza, causa principale di scene imbarazzanti viste e riviste da generazioni di adolescenti su YouTube, nel film di John Landis le tecniche per rimorchiare da ricordare si concentrano principalmente in una memorabile sequenza che coinvolge la povera Fawn Liebowitz.
Una sera Otter, Boon, Pinto e Sogliola viaggiano in direzione di un college femminile. Il belloccio del gruppo, Otter, si presenta all'ingresso cercando la giovane Fawn Liebowitz, una ragazza conosciuta in passato.
Ad accoglierlo affranta sarà la compagna di stanza di Fawn, quest'ultima sfortunatamente scomparsa proprio pochi giorni prima. Costernato dalla notizia e avvilito per la perdita della ragazza, Otter chiede all'amica di poter passare la serata insieme a lei, desideroso di non rimanere solo. Avanza inoltre alla fanciulla la proposta di portare con sé altre amiche per accompagnare i suoi compari con i quali era arrivato in auto.
Quella che nella descrizione sembra la malinconica e dolce conclusione di una triste serata in coda ad una terribile notizia, si rivela soltanto un astuto piano del gruppo per abbordare le ragazze. Otter non hai mai conosciuto Fawn Liebowitz ma sapendo della tragica notizia attraverso le pagine del giornale, ha orchestrato insieme a Boon il piano per la serata.
La sequenza è destinata a rimanere fra i momenti cult di Animal House. All'insaputa della povera Fawn Liebowitz.
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Toga, Toga, Toga!
Elencare tutte le sequenze memorabili di Animal House richiederebbe molto tempo, tanto è costellato il film di gag e scene indimenticabili. Dall'arringa di Otter durante il comitato disciplinare, al trasporto del cavallo nell'ufficio del preside, fino alla parata conclusiva. Tuttavia nessuna di queste scene raggiunge le vette iconiche del Toga Party organizzato dai membri della Delta. Consapevoli di essere ormai con un piede fuori dall'università, il gruppo decide di divertirsi senza pensieri e organizza una festa in maschera, durante la quale i partecipanti indossano solo una toga bianca e dei sandali. Voci raccontano che l'idea venne a Ivan Reitman, fra i produttori del film. La certezza è che il Toga Party è la scena più ricordata del film. Sulle note del classico brano generazionale dei The Isley Brothers, Shout, cantata dalla fittizia band Otis Day & The Knights, i protagonisti si scatenano nella loro fatiscente dimora. In seguito al successo di Animal House si diffuse, negli anni seguenti, la moda di organizzare Toga Party universitari.
La scena è caratterizzata anche dal siparietto intimo fra Otter e la moglie del preside, Marion Wormer (Verna Bloom), e dal maldestro tentativo di Larry di vivere la prima notte di sesso con la figlia del sindaco DePasto (Cesare Danova).
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Titoli di coda sul futuro
La parata finale di Animal House è uno degli atti conclusivi più caotici e folli del cinema demenziale e nel bel mezzo del trambusto orchestrato dai Delta per rovinare il momento di gloria degli Omega, è la voce narrante a raccontarci il futuro, uno per uno, degli abitanti dell'Animal House. E fino alla fine lo spirito disordinato, vitale e ribelle di questa pellicola inarrivabile del cinema comico pre-anni '80 è presente. E futuro. Perché guardando oltre Animal House si scopre che quasi tutti i componenti della Delta troveranno, in qualche modo, un barlume di realizzazione. Un lampo di felicità. Al contrario degli inflessibili e repressi membri della confraternita Omega. Perché non è mai finita, quando i duri cominciano a giocare.