Amityville, Long Island, stato di New York. 112 Ocean Avenue, di una cittadina il cui nome significa "amichevole". Nel 1965 si consuma all'interno delle mura domestiche di una casa da sogno una delle più efferate stragi familiari che la storia ricordi. Ronald De Feo uccide i suoi genitori e i quattro fratelli, in circostanze non ancora del tutto appurate. I cadaveri vengono ritrovati nei letti, tutti nella stessa posizione, e ancora non ci si spiega come sia potuto accadere. Come, dopo il primo sparo, gli altri siano rimasti immobili, come sia possibile che tutti siano stati presi alle spalle, come potevano trovarsi tutti con le braccia incrociate allo stesso modo. Da quell'episodio efferato nasce nel 1979 Amityville Horror, una pietra miliare del cinema di genere, imprescindibile pellicola per tutti coloro che amano i film in generale e quelli dell'orrore in particolare. E poi via, tra sequel, remake e speculazioni varie, in altre diciassette pellicole, alcune delle quali francamente evitabili. Cosa rimane da dire ancora? Cosa può essere raccontato che ancora non sia stato detto? Soprattutto, come pensare di potersi paragonare al film originario?
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Ritornare ad Amityville ancora una volta
La risposta è semplice: non ci si paragona. Non si inventa nulla, non si ambisce a nulla. Se non, forse, a risvegliare un interesse nelle giovani generazioni verso un film che tutti dovrebbero vedere. Ed ecco la trovata metacinematografica: i ragazzi che guardano il film del 1979 dentro la casa maledetta. Perché "Quando ci ricapita?", ma anche perché i giovani spettatori vadano a cercarsi il DVD e ne fruiscano. Questo è probabilmente l'unico vero merito dell'ennesimo sequel sul 112 di Ocean Avenue, con la facciata che sembra una grottesca faccia.
Belle è una ragazza bellissima, ma problematica. Il regista non manca di sottolinearne l'avvenenza, facendo recitare Bella Thorne sempre in mutandine quando è in casa, e comunque succinta ogni volta che può. Archetipo della bionda che vorremmo morta in ogni film horror che si rispetti. Ad ogni modo, sua madre decide di trasferirsi ad Amityville per seguire meglio il fratello gemello di Belle, rimasto in stato vegetativo dopo aver difeso sua sorella, che non solo si sente in colpa, ma viene accusata anche dalla genitrice. A completare il quadretto, ovviamente, c'è la sorellina con camicie da notte bianche e bambole in mano, con la voce che sembra un campanellino natalizio e inquietanti atteggiamenti. Siamo di nuovo in questa casa, sappiamo cosa nasconde, sappiamo cosa c'è nel seminterrato. Quello che non capiamo è perché mai non si dovrebbe pulire il muro sporco di sangue prima di incollarci sopra della nuova carta da parati. Ma questa è un'altra storia.
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Il cast e le situazioni sono... da urlo?
Per una buona metà questa versione di Amityville fa paura. Con quelle trovate che fanno saltare sulla poltrona, anche solo per un attimo. Complice la messa in scena e Cameron Monaghan, letteralmente corpo di scena. Con il trucco digitale che lo vuole cianotico e di una magrezza ai limiti del vivente e una recitazione allucinata tutta concentrata sullo sguardo, è l'elemento inquietante della vicenda. Il suo risveglio dovrebbe essere ciò che fa più paura. Invece no. Il personaggio più disturbante, suo malgrado è una Jennifer Jason Leigh dimessa e triste, severa, perennemente arrabbiata, gonfia di risentimento e di pensieri che non vuole condividere con nessuno. L'attrice è il vero must, il colpaccio in un cast altrimenti tutto giovane o quasi. Lei disturba, rimane, non fa l'effetto di un colpo che passa subito, ma si insinua nel pensiero di chi guarda, che comincia a sospettare da lei molto presto.
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La prevedibilità uccide i racconti
Purtroppo è nella seconda metà che questo horror fa acqua. Ed è un vero peccato, perché in realtà su questa faccenda da dire ci sarebbe ancora molto. Nonostante le troppe pellicole presenti, i libri, le speculazioni.
Ma la prevedibilità in un horror uccide il racconto, come in tutti i generi, ma a maggior ragione. Forse solo nel thriller è altrettanto grave. Da un certo punto in poi si spera in un colpo di scena che non arriva, tutto è già spiegato nella prima parte, e la seconda si riduce a mera risoluzione, scioglimento di un nodo lento.
Eppure è il periodo in cui si vanno a smuovere le inchieste seguite, nella vita reale, dall'esperta in fenomeni paranormali Lorrain Warren. Amityville come pure il recente Annabelle 2: Creation nascono da casi realmente accaduti e ancora oggi irrisolti, seguiti dalla Warren, sui quali l'esperta ha scritto voumi e rilasciato dichiarazioni. A voler davvero spaventare, si potrebbe attingere da quegli inquietanti testi, coinvolgerla nella fase di scrittura. Invece si preferisce seguire la tendenza di questa stagione: volgere tutto al teen movie, che tanto incassa negli ultimi anni.
Resta Bella Thorne, un bel volto da tenere d'occhio, dal momento che, tra serie TV e film per il cinema, la vedremo molto spesso prossimamente, soprattutto nel nuovo film di Xavier Dolan.
Movieplayer.it
2.5/5