Ci sono voluti quasi più di venti anni per riportarlo a fare cinema. L'ultima volta era stata con Honolulu Baby nel 2001 dopo i rivoluzionari Rataplan e Volere volare, titoli che ne hanno consacrato lo spirito profondamente anarchico e mai piegato alle logiche di mercato. Nel frattempo Maurizio Nichetti il cinema ha continuato a farlo dirigendo festival o semplicemente insegnandolo prima al Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino poi allo IULM di Milano dove è tutt'ora docente di regia. Oggi torna in sala con Amichemai, un road movie attraverso i Balcani cucito su una coppia di donne agli antipodi, Anna e Aysè. Non manca la spinta avanguardista che lo ha sempre animato, pur condita da un pizzico di nostalgia verso il tempo dell'analogico, sempre più cannibalizzato dalla frammentarietà del digitale.
Una clasica storia di amicizia
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Il motivo per cui ha smesso di fare cinema? "Perché è molto complicato fare qualcosa che non venga condiviso da un mainstream scontato", non esita a rivelare Nichetti. "Mi piace essere sorpreso da un film, ma purtroppo quando cerchi di sorprendere è difficile che le Tv o le piattaforme ti aprano le porte, perché sono loro a decidere quale prodotto vada bene. Mai fatto un film che sia stato prodotto facilmente, per Volere volare ci ho messo dieci anni e a un certo punto inizi a chiederti se ne vale la pena. Oggi ci siamo dimenticati del cinema". Probabilmente è la stessa ragione che lo ha spinto a rimettersi in gioco ed "è stato un po' come girare una seconda opera prima". A guidarlo è stato l'istinto partendo dalla più classica e universale delle storie: quella di un'amicizia nata a bordo di uno scassato furgoncino giallo.
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Le protagoniste sono Anna (Angela Finocchiaro), una veterinaria appassionata divisa tra la gestione della fattoria e i molteplici ruoli familiari di figlia affettuosa, moglie innamorata, madre ansiosa e nonna paziente, e Aysè (Serra Yilmaz), una premurosa badante turca che si occupa di suo padre Gino e con cui non è mai corso buon sangue. La morte improvvisa di Gino offre ad Anna la possibilità di liberarsi finalmente di Aysè, che decide di tornarsene in Turchia. Non da sola: porterà con sé il vecchio letto di Gino lasciatole in eredità. Ad accompagnarla sarà proprio Anna a bordo del suo pickup ammaccato in un viaggio attraverso i Balcani destinato a cambiare per sempre la loro vita.
Amichemai, una commedia on the road tra nostalgia e metacinema
Un road movie, si direbbe, ma AmicheMailo è solo all'apparenza. Nichetti ancora una volta rompe gli schemi, destruttura lo schermo sfondando la quarta parete e lo ricompone attraverso uno sguardo surreale e vagamente retrò. Questa volta indaga le potenzialità del digitale, sin dall'inizio irrompono infatti le immagini dei telefonini con cui due giovani content creators documenteranno le riprese turbolente di un film, solo successivamente partono i titoli di coda di Amichemai. Un cinema di frontiera perennemente in bilico tra sperimentazione e tradizione, un western nel suo peregrinare in un'Europa "senza confini", un racconto metacinematografico che non disturva affatto la sospensione dell'incredulità. La coppia comica formata da Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz funziona alla perfezione in questo Thelma e Louise all'italiana, folle, sognante e libero da qualsiasi tentativo di standardizzazione.
Conclusioni
Amichemai segna il ritorno di Maurizio Nichetti al cinema con una commedia on the road che sovverte le convenzioni del genere. Un film anarchico e dal sapore retrò che esplora l'amicizia tra due donne agli antipodi, in un viaggio attraverso i Balcani che cambierà per sempre le loro vite. La coppia Finocchiaro-Yilmaz brilla in un racconto metacinematografico che mescola tradizione e innovazione, tra sguardo malinconico e spinte futuristiche.
Perché ci piace
- Lo spirito sperimentatore e anarchico con cui Nichetti indaga le potenzialità del digitale.
- La coppia Finocchiaro-Yilmaz brilla per tutto il film.
- Una commedia vitale che non rinuncia al suo ritmo neanche quando irrompe sullo schermo l’elemento metacinematografico.
Cosa non va
- Il pubblico meno avvezzo potrebbe non apprezzare l’anima più sperimentale del film.