Già presentato in anteprima a Taormina lo scorso anno, Amaro Amore segna il debutto alla regia di Francesco Henderson Pepe, reduce da una lunga gavetta tra i mestieri di cinema, teatro e televisione. La storia è quella di due fratelli francesi, Camille e André, interpretati da Aylin Prandi e Malik Zidì, che giunti a Salina, isola in cui la loro madre ha passato lunghi periodi della sua vita, scoprono la magia dell'arcipelago delle Eolie. Il loro arrivo sull'isola causerà però la rottura dei fragili equilibri su cui si basa il microcosmo della vita isolana. L'incontro con Santino, un ragazzo bello e un po' burbero, rappresenterà infatti la scintilla che farà nascere pettegolezzi, sospetti, pregiudizi e provincialismi attorno all'ambiguo rapporto che si instaurerà tra i tre ragazzi. Un viaggio del corpo e della mente che li costringerà a confrontarsi per la prima volta con l'età adulta, con l'amore, con le ipocrisie e con la libertà di essere se stessi. Presenti alla conferenza stampa di presentazione il regista Francesco H. Pepe insieme alle due giovani interpreti femminili Aylin Prandi e Lavinia Longhi; assenti invece i produttori associati Sauro e Anna Falchi e l'attrice di spicco del cast Angela Molina. Dopo una gestazione di circa otto anni, Amaro Amore arriverà in sala il prossimo 23 maggio distribuito da Istituto Luce Cinecittà e Third Corporation Dreams.
Il suo è un film d'esordio molto personale ambientato in un luogo che lei conosce molto bene, com'è riuscito a raccontare così nel profondo il rapporto che si instaura tra la gente di Salina e i visitatori, il modo di vivere degli isolani e l'atmosfera incantata dei suoi anfratti?Francesco Henderson Pepe: Questo film nasce tanti anni fa, ho iniziato a scriverlo quasi otto anni orsono. Vado a Salina da quando sono nato e l'ho sempre detto che se avessi avuto fortuna un giorno avrei fatto il mio primo lungometraggio per il cinema proprio lì, nel luogo in cui ho lasciato un pezzo di cuore e che considero come casa mia. E' un'isola materna per me, un luogo che mi trasmette tanta energia e rappresenta uno dei personaggi principali del film, volevo che si sentisse il suo potere, che i suoi meravigliosi paesaggi fossero presenti in ogni frame del film, volevo mettere nel film tutto l'immenso amore che sento per quella terra incantata. Non sono mancati gli imprevisti climatici e i ritardi ed alla fine ho girato alcune scene come voleva l'isola e non come io le avevo scritte e pensate. Il suo è un film sull'amore non facile, che mette insieme tanti argomenti scottanti, ci racconta nel dettaglio perché ha scelto una storia d'amore così complessa?
Francesco Henderson Pepe: Ho cercato di raccontare l'amore in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più scabrose, e per farlo ho tentato di rappresentare il sentimento in un contesto isolato e distante da tutto. La mia intenzione era di fare un film sulla purezza dei sentimenti, che potesse parlare di vita e di amore che facesse riflettere lo spettatore. Per far questo ho dovuto per forza di cose raccontare la superficialità con cui spesso questi argomenti vengono trattati, a partire dall'omosessualità per arrivare all'amore tra persone che hanno una grande differenza d'età. L'amore è un sentimento universale, talvolta amaro perché porta con sé anche sofferenze e complicazioni che non siamo in grado di risolvere. Gli esordi sono notoriamente difficili da portare a termine e da far arrivare in sala, com'è riuscito a realizzarlo?
Francesco Henderson Pepe: Ho avuto la fortuna di conoscere Sauro e Anna Falchi e grazie a loro ci sono riuscito. Io nasco come sceneggiatore e regista di mediometraggi, corti e spot pubblicitari ma ad un certo punto ho sentito l'esigenza di dirigere un lungometraggio per il cinema e così con la mia società di produzione ho iniziato a cercare finanziamenti. Ci sono voluti tre anni solo per mettere su la struttura produttiva del film, poi è arrivata la collaborazione con Rai Cinema e il contributo del Ministero, alla fine il risultato è che dopo otto anni il film arriva in sala in 20 copie il prossimo 23 maggio.
Ci spiega il motivo per cui ha scelto la pellicola e non il digitale?
Francesco Henderson Pepe: Sono un po' ostico per quel che riguarda il digitale quando si tratta di un certo tipo di film, avevo grande necessità di profondità delle immagini e quindi abbiamo optato per la pellicola per restituire al meglio la bellezza e l'ampiezza dei paesaggi di Salina. Alla fine abbiamo girato in 35 millimetri per restare fedeli al realismo dell'isola.
Francesco Henderson Pepe: Anche qui il lavoro è stato lungo e travagliato, lo script è stato revisionato più volte per cercare di raccontare il profondo realismo della location. Avevamo paura che si potesse cadere nella superficialità dei dialoghi e, visto l'argomento trattato dal film, non è stato semplice per noi tradurre in parole e frasi le tante sfaccettature e le tante situazioni della storia. La collaborazione con Debora Alessi e Ilaria Iovine è stata fondamentale perché credo che la sensibilità femminile sia molto importante quando si trattano argomenti come il rapporto omosessuale, l'amore platonico, i rapporti genitori-figli e il rapporto d'amore tra persone appartenenti a generazioni diverse. Come siete entrate nei due personaggi complicati che avete interpretato nel film?
Aylin Prandi: Quando devo interpretare un ruolo tendo a portare il personaggio che mi è stato affidato verso di me, in questo caso non è stato facile racchiudere in Camille la difficoltà di amare e di fare delle scelte coerenti con se stessa. Di mezzo c'era poi anche la complicità con il fratello che ad un certo punto viene infranta. Fondamentalmente la differenza principale tra me e il mio personaggio è il modo di 'vivere' il titolo del film, io ho iniziato amaro e ho finito con l'amore mentre Camille ha iniziato con l'amore e ha finito in modo molto amaro.
Lavinia Longhi: Il personaggio di Linda non è stato molto complesso per quel che riguarda la personalità, anche io dipingo nella vita e conoscevo Salina perché ho trascorso sull'isola molte vacanze; quello che non è stato semplice è stato entrare nel ruolo di una giovane donna che ama un uomo molto più grande di lei, in questo mi ha aiutato molto l'essenzialità dei dialoghi, ha reso tutto più credibile. Com'è riuscito a coinvolgere Angela Molina in questo progetto?
Francesco Henderson Pepe: Ci fu un primo incontro a Roma con lei quattro o cinque anni fa, dopo pochi minuti abbiamo iniziato a parlare delle nostre vite e ci siamo totalmente dimenticati del film. Da quel momento è iniziato un rapporto di grande stima e di confidenza, è stato un incontro magico che ci ha permesso di iniziare a lavorare sulla sceneggiatura già dopo una settimana. Sull'isola Angela andava in giro come un'isolana vera, come una vera sicula, non si è fermata mai un momento e in ogni pausa andava a visitare tutte le bellezze di Salina.