Quello di cui parleremo nella nostra recensione di Amanda è il film d'esordio di Carolina Cavalli presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, edizione 2022, ma in realtà l'argomento centrale dell'articolo sarà lei, Amanda stessa, perché la protagonista interpretata da Benedetta Porcaroli è il cuore pulsante della storia, con tutte le sue stranezze e idiosincrasie, con quella disperata ricerca di attenzione e affetto, figlia di una vita passata per lo più da sola. Un cuore narrativo che la Cavalli sa seguire con un certo gusto per la messa in scena, che ci permette di entrare in sintonia con lei.
La ricerca dell'amicizia
Siamo nel nord Italia, dove Amanda fa ritorno dopo esser vissuta a Parigi, per stare a casa di genitori farmacisti dove però fatica a trovare se stessa: il difficile rapporto con la sorella, una personalità borderline e un modo di essere che le rende difficile l'interazione con il prossimo. Per questo, forse, non ha amici e non ne ha mai avuti. O quasi. Perché ricorda che da piccolissima passava molto tempo insieme a Rebecca e decide che non può fare a meno di recuperare quel rapporto e convincerla che possono essere, anzi che sono, ancora migliori amiche.
Una protagonista borderline
Non è un personaggio semplice Amanda. Non accetta il posto e il ruolo che la società e la sua estrazione le imporrebbero, non si allinea, ma segue il suo istinto e le sue pulsioni senza filtri nel comportamento e nelle parole. Dice quello che pensa e per questo è difficile da gestire. È, in fin dei conti, borderline. E Benedetta Porcaroli ne costruisce un ritratto autentico con il quale poco per volta si riesce a entrare in sintonia ed empatizzare, affezionarsi anche, pur con tutte le sue idiosincrasie che possono renderla a tratti spiacevole.
Carolina Cavalli, come dicevamo, costruisce il film su di lei e attorno a lei. La usa per puntare l'indice verso un certo ceto medio, verso una borghesia di cui suo malgrado la ragazza fa parte. E in questo il film funziona quanto e come la sua protagonista, al netto di qualche forzatura di troppo, di qualche passo oltre il confine della naturalezza e spontaneità del personaggio. Contribuiscono al messaggio anche i personaggi secondari, a cominciare dall'amica Rebecca di Galatéa Bellugi ai vari personaggi con cui la protagonista entra in contatto, a partire da quello interpretato da un efficace Michele Bravi.
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Un buon esordio
Piccoli difetti di equilibrio e naturalezza non rovinano quindi un debutto, quello della regista Carolina Cavalli, che ci è apparso interessante e promettente anche in vista di un cammino futuro tutto da scoprire: in Amanda si evidenzia la capacità di costruire una messa in scena elaborata e brillante, ricercata e allo stesso tempo ingenua, con toni che ricordano un certo tipo di cinema indipendente americano. Suggestioni che in Italia non capita spesso di riuscire a trovare e che accogliamo con piacere.
Conclusioni
Arrivati alla fine della nostra recensione di Amanda non possiamo che giudicare in modo positivo l'esordio alla regia di Carolina Cavalli, al netto di qualche forzatura che non rovina la visione. Buona la prova di Benedetta Porcaroli nel rendere concreta la figura della protagonista, vero cuore narrativo del film, ma coadiuvata da una galleria di personaggi e interpreti efficaci.
Perché ci piace
- Benedetta Porcaroli nel ruolo della protagonista Amanda.
- L'indice puntato verso un certo tipo di perbenismo e la classe media e borghese, di cui suo malgrado la protagonista fa parte.
- Il tono e le suggestioni che richiamano un certo cinema indipendente americano...
Cosa non va
- ... pur con qualche forzatura che, però, non rovina l'opera.