Recensione All These Small Moments: Che fatica crescere!

La recensione di All These Small Moments, esordio alla regia di Melissa Miller Costanzo: un coming of age in concorso al Torino Film Festival 2018.

Quando sei un adolescente e quello che conta di più nella vita sono i versi d'amore composti per la sconosciuta di cui ti sei infatuato e che vedi ogni sacro santa mattina sull'autobus prima di andare a scuola, il mondo fuori e la percezione della vita assumono i toni sfocati dell'acquerello, gli stessi che la regista Melissa Miller Costanzo usa per i titoli di testa che accompagno il suo esordio alla regia. All These Small Moments, presentato in anteprima al Tribeca, e ora in concorso al Torino Film Festival 2018, dichiara sin dall'inizio le sue intenzioni, fagocitando lo spettatore in una combinazione di nostalgico coming of age e commedia generazionale, un Lady Bird al maschile di cui però gli mancano maturità, arguzia e originalità.

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Odessa e Howie: giovani, ribelli e innamorati

All These Small Moments Scena
All These Small Moments: una scena del film

L'adolescente furioso e in balia di tempeste ormonali, infatuazioni non corrisposte, amori che sembrano destinati a durare per sempre, è Howie Sheffield (Brendan Meyer): un braccio ingessato, una passione per la poesia, una compagna di sventure (Harley Quinn Smith) asmatica segretamente innamorata di lui, un cuore infranto per la ragazza dei sogni, Odessa (Jemima Kirke), che ogni giorno incontra sempre sullo stesso autobus. Attorno un mondo in trasformazione, compreso il suo microcosmo familiare composto da un fratello più piccolo e due genitori che litigano, poi si amano, si urlano addosso di nuovo, e fanno l'amore, e si separano, e non sanno più se vivere sotto lo stesso tetto sia ancora una buona idea, o se l'amore si sia sciupato irrimediabilmente diventando "un dipinto confuso con troppi colori una sopra l'altro".

All These Small Moments Molly Ringwald Jemima Kirke Brendan Meyer
All These Small Moments: Molly Ringwald, Jemima Kirke e Brendan Meyer in una scena del film

Il cammino di Howie verso l'età adulta si compirà attraverso piccoli, infiniti momenti di vita, attimi, sensazioni fuggevoli, dettagli su cui la macchina da presa indugia, sfoca, rallenta: sono i capelli biondo oro di Odessa, il fermaglio che li raccoglie, i tatuaggi appena visibili su mani e braccia che fanno timidamente capolino da maglioni oversize, un improbabile orto botanico sul tetto di un palazzo newyorchese, o mani che si sfiorano e pomeriggi con gli amici a scoprire il sesso in tv.

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Il romanzo delle piccole cose

All These Small Moments

All These Small Moments appartiene al filone del cinema indipendente americano, ne prende in prestito canoni e dinamiche relazionali tra i personaggi: crisi, riconciliazioni, battaglie generazionali, isterie collettive, brulicanti metropoli o sonnecchianti cittadine di provincia. Qui siamo per le strade di New York, sferzate dal freddo, coperte di neve, abitate da composti quartieri residenziali, mercatini e bancarelle improvvisate. E le figure che si agitano sullo schermo sono adulti che si comportano da bambini e ragazzi che ne bacchettano comportamenti e abitudini.

All These Small Moments Brendan Meyer Jemima Kirke
All These Small Moments: Jemima Kirke e Brendan Meyer in una scena del film

Il film fa il suo, si lascia amare per l'ora e mezza della sua durata, Melissa Miller Costanzo lo scrive e lo dirige dosando sapientemente ironia e dramma, patetico e romantico, gli attori si fanno conquistare dalla storia, sono al suo completo servizio, tutti credibili: dalla giovanissima rivelazione Harley Quinn Smith (figlia del regista Kevin Smith) all'ex 'girl' Jemima Kirke (Girls), finendo a Molly Ringwald, volto simbolo della commedia generazionale degli anni '80 firmata John Hughes (Breakfast Club, Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare, Bella in rosa), che nel ruolo della madre di Howie, segnerà almeno per una generazione di spettatori, la fine dei tremori giovanili.
È una storia sulle piccole cose che forse sulla carta avrebbe però meritato un po' più di coraggio per non lasciarle correre il rischio di rimanere a volte castigata dai cliché, lo stesso guizzo che in alcuni momenti sembra venire meno anche ai protagonisti di questo spaccato di vita confuso, vibrante e agrodolce. Si può diventare grandi in tanti luoghi e modi diversi: per Howie succederà su un tetto di New York, su un autobus, nella biblioteca del liceo, su una panchina con un gelato in mano, davanti alla propria madre in lacrime. Istantanee infilate una dietro l'altra a comporre un ritratto che la regista confina in un universo di colori che urlano nostalgia.

Movieplayer.it

3.0/5