L'approccio di Alberto Fasulo al documentario è tra i più coinvolgenti e interessanti degli ultimi anni. Il regista friulano ha intrapreso un percorso di maturazione all'interno del genere facendo passare in secondo piano il concetto di arte come puro esercizio estetico per concentrarsi sull'umanità dei personaggi posti al centro della narrazione. Da Rumore bianco a Tir (che il regista considera un vero e proprio film di finzione, seppur appartenente al cinema del reale), fino al recente Genitori, Fasulo ha ripensato il rapporto con il suo pubblico aprendosi progressivamente al dialogo. Come spiega: "In passato ero molto più concentrato sulla mia idea di cinema. Per Genitori, mi sono messo al servizio del pubblico. All'inizio il mio pubblico ideale ero io, poi con Tir sono cambiato e ho capito che un film è un mezzo per innescare processi culturali. Un film senza pubblico è destinato a scomparire".
Genitori è un documentario nato dalla frequentazione di un gruppo di autoaiuto di San Vito al Tagliamento composto da genitori di figli con disabilità. Fasulo è entrato in contatto con l'Associazione Vivere Insieme per documentare quest'esperienza e farla conoscere al pubblico. Il film uscirà nelle sale a ottobre-novembre distribuito da Cinecittà Luce, ma l'idea è di far girare il film il più possibile con eventi mirati proprio per divulgare questa realtà, auspicando che altri ne traggano esempio. "Vivere Insieme è un'esperienza unica in Italia. Il gruppo si riunisce ogni quindici giorni e quando sono venuto a contatto con loro ho iniziato a frequentare le riunioni. All'epoca stavo girando Tir quindi è stato un approccio molto lungo, ma io non ho mai fretta a chiudere un film. Quando ho deciso che il film dovesse stare lì dentro l'associazione ha raccolto fondi sul territorio e poi abbiamo ottenuto il supporto di Rai Cinema".
La funzione terapeutica della parola
La scelta di mettere una telecamera di fronte alle persone rischia di falsare le loro reazioni e di influenzare il loro comportamento, ma nel caso di Genitori l'obiettivo ha sortito l'effetto apposto accelerando la necessità di alcuni dei partecipanti al gruppo di aprirsi toccando temi complessi e spesso taciuti come la sessualità dei disabili. "La mia principale difficoltà è stata riuscire a rendermi invisibile. A volte non ci sono riuscito" spiega il regista. "Ci ho messo un po' a conquistare la fiducia dei membri dell'associazione, ma quando hanno visto i primi materiali e hanno capito cosa stavo facendo mi hanno dato carta bianca. Mi hanno fatto un grande regalo ad aprirsi in questo modo e io volevo farlo allo spettatore. Sono molto fortunato ad avere accesso a questa dinamica e ho tratto un'impressione molto positiva dei gruppi di autoaiuto. Spero che il mio film serva a farli diffondere, a spingere le persone a spegnere la tv e riunirsi per parlare. Vorrei che si aprisse un dibattito sull'importanza di sostenere le famiglie dei disabili. La vera disabilità non sta sul disabile, ma sta su chi gestisce il disabile. Non servono solo soldi, ma soprattutto persone". Genitori testimonia le dinamiche che nascono all'interno del gruppo e mostra che, tra i suoi membri, vi sono molte persone che hanno perso i figli da tempo, ma continuano a partecipare alle riunioni. Fasulo spiega: "Un figlio non muore mai. Si accetta il lutto, ma la relazione con il proprio affetto continua".
Il futuro del documentario
Alberto Fasulo è al centro di una serie di coincidenze felici che hanno visto il consolidamento dell'interesse del pubblico e della critica nel genere documentario da un lato e l'esplosione del cinema friulano dall'altro. Il regista si schernisce confessando di non essere "responsabile di questi fenomeni", ma la sua vittoria al Festival di Roma con Tir ha avuto un notevole peso nell'affermazione del documentario come genere da botteghino. "Anche se Tir per me è un film di finzione" mette le mani avanti Fasulo "l'esplosione degli autori friulani è dovuta alla politica lungimirante della regione. In Friuli c'è una squadra, abbiamo un'associazione di autori, c'è tessuto stimolante, ci sono tanti cineclub e soprattutto c'è una Film Commission molto attiva. Sono stati i primi dopo otto anni a investire sui film. Senza, Genitori non sarebbe mai nato. Per quanto riguarda il cinema del reale, questo si consolida quando nasce da una problematicità. Oggi basta guardarsi intorno, la crisi che ci ha colpito spinge gli autori ad attingere al quotidiano. In più c'è stata una trasformazione della tecnologia che ha portato a un abbassamento del budget".
Mentre si prepara ad accompagnare Genitori in tour, Alberto Fasulo accenna i suoi prossimi progetti, "un documentario su Menocchio, un mugnaio eretico friulano del '500, e poi sto lavorando a un film sulla propaganda all'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Sarà incentrato su un cineoperatore americano che realizzava _movie prop per creare consenso e spingere gli americani a entrare in guerra". Prima di lasciarci, chiediamo a fasulo come mai ha scelto di chiudere Genitori con Tex, brano dei Litfiba. "Perché il ragazzo di cui si sente la voce all'inizio del documentario, mentre interviso la madre, suona in una cover band dei Litfiba. E poi Tex mi sembrava un ottimo pezzo per finire. Genitori è rock"_.