Un po' Avatar, un po' Guerre stellari per più piccini. Ecco cosa viene in mente, se proprio si vuole riassumere in una sola frase la recensione di A spasso con Willy, il film animato che Notorius Pictures ha presentato all'ultima edizione di Cartoons on the Bay e ha deciso di regalare alle famiglie per le vacanze di Pasqua. Colori sgargianti, animali e vegetazione fantasiosi, un unico, piccolo uomo come protagonista. I riferimenti sono molteplici per questo coming-of-age indirizzato a tutti i ragazzini, maschietti e femminucce, indiscriminatamente. Al centro di tutto c'è un bambino astronauta... perché alzi pure la mano se qualcuno sta leggendo e non ha mai sognato di farlo, anche solo una volta nella vita.
Ce ne andiamo nello spazio a spasso con Willy
E allora la scampagnata fuori porta, tradizione pasquale, la facciamo con Willy, che se ne sta in realtà chiuso sull'astronave dove lavorano i suoi genitori. Chissà in quale futuro una famiglia se ne andrà in missione tutta assieme... Comunque Willy e i suoi genitori sono in giro per lo spazio a esplorare nuovi pianeti. La mamma è biologa e suo padre geologo. A lui viene affidata una macchina fotografica, per catalogare tutto ciò che di nuovo esiste fuori dalla Terra. Ma a un certo punto, una pioggia di asteroidi colpisce l'astronave dell'allegra famigliola, nonostante gli scudi protettivi. I genitori mettono in salvo il piccolo Willy su una capsula e lo catapultano da solo su un pianeta sconosciuto. E non lo fareste anche voi? Considerazioni a parte, alla sicurezza di Willy deve pensare Buck, un droide che rimanda, per forza di cose, all'adorabile BB8.
Sul pianeta, che inizialmente sembra brullo e arido, abitato solo da mostruose creature in pietra, ovviamente brutte e cattive, è nascosto un vero Paradiso: un'apoteosi di vegetazione e animali pacifici, colorati e tondeggianti, dai grandi occhioni. Qui Willy conosce anche Flash, un animale che scodinzola il doppio perché ha due code e cresce chiudendosi in una sorta di crisalide, che diventa molto presto il suo pet. Ma la batteria di Buck è limitata - al contrario di quella della macchina fotografica, che sembra non finire mai - e molto presto Willy dovrà imparare a cavarsela da solo.
Una parabola sul lasciar andare
Willy senza i genitori prima, senza Buck dopo... A spasso con Willy è una parabola sulla crescita, sull'imparare a cavarsela da soli, sul lasciar andare gli affetti, perché tanto quelli veri prima o poi ritornano. Impossibile a un certo punto non pensare al Il libro della giungla, ma anche ad altre esperienze Disney e non solo. Un pout pourri di classici di animazione, di storie di formazione e di fantascienza, rimescolate tra mille coloratissime suggestioni e incoraggiamenti per i ragazzi. Una linearità di racconto estremamente semplice, una tavolozza di colori variegata e sgargiante, per un racconto fatto di coraggio e di crescita. Willy impara ben oltre ciò che sa già: dopotutto è già pronto a rispettare le diversità e la natura, a non fare capricci e a non mettersi al centro di tutto. E già solo questo sarebbe un bel passo avanti per molti nostri ragazzini. Peccato per il finale tirato un po' per le lunghe, per la mancanza di musiche appropriate e per la divisione così netta tra buoni e cattivi. Ma lo abbiamo detto: è sgargiante. Qui le sfumature non esistono.
Conclusioni
Nella nostra recensione di A spasso con Willy abbiamo voluto porre l'accento sui film, ormai divenuti classici, che vengono citati all'interno di questo film d'animazione, pensato per ragazzini di ogni genere. Una parabola sulla crescita, sul farcela da soli, sul lasciare andare gli affetti per scoprire le proprie capacità. Un film divertente e pieno di colori, con la fantasia a briglia sciolta per la creazioni di un mondo altro, popolato da tante incredibili creature.
Perché ci piace
- La parabola di crescita sul lasciar andare anche gli affetti e imparare a cavarsela da soli.
- I colori sgargianti e la grande varietà di creature inventate per questo film.
- Le citazioni evidenti da Star Wars, Wall.E, Il libro della giungla e molti altri.
Cosa non va
- La musica non è quasi per nulla utilizzata a livello narrativo.
- Il ritmo a volte diventa troppo lento e dilatato, specie sul finale.