A Gentle Creature: Loznitsa tra feroci soprusi e grotteschi deliri

Torna a Cannes l'autore di Anime nella nebbia per raccontare l'odissea opprimente di una donna alle prese con le istituzioni russe.

A Gentle Creature: un primo piano della protagonista
A Gentle Creature: un primo piano della protagonista

A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di avere a che fare con gli ingranaggi cigolanti della burocrazia, di scontrarsi con muri più o meno visibili; di porre domande a cui nessuno sa, o vuole, rispondere; di tornare più e più volte negli uffici preposti per riuscire a completare la più banale delle richieste, per riuscire ad avere ogni documento, firma e bollo richiesti. Ora immaginate una situazione in cui tutto questo sia portato all'estremo, un po' come in una delle divertenti prove di un classico dell'animazione come Le 12 fatiche di Asterix ma con risvolti che virano al dramma piuttosto che alla commedia.

Ci siete? Ecco, è un po' quello che accade in A Gentle Creature , il nuovo lavoro di Sergei Loznitsa, di nuovo al Festival di Cannes dopo averci portato i lavori precedenti, My Joy e Anime nella nebbia. Un film complesso, che pone la sua protagonista nella difficile situazione di avere a che fare con le autorità e la burocrazia russe, mettendo in piedi una battaglia fastidiosa e opprimente, che non rinuncia ad un estratto più ironico, quasi grottesco, che aggiunge un ulteriore livello di complessità al tutto.

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A Gentle Creature - la protagonista del film di Sergei Loznitsa
A Gentle Creature - la protagonista del film di Sergei Loznitsa

Un pacco misterioso

La protagonista di A Gentle Creature è infatti una donna, di cui non conosciamo il nome, che vive sola nella periferia russa. Quando le torna indietro un pacco inviato al marito in carcere, la donna va a chiedere delucidazioni alla posta senza ricevere risposte soddisfacenti, così decide di mettersi in viaggio e recarsi sul posto per chiedere informazioni e risolvere la questione. Purtroppo, anche di persona il problema si rivela di non facile soluzione, perché viene più volte mandata via dal personale agli sportelli riservati ai visitatori dei detenuti e si ritrova a dover fare i conti con una serie di personaggi ambigui e pericolosi, ognuno dei quali sostiene di essere l'unico in grado di aiutarla, ma non senza un prezzo da pagare.

Odissea russa

A Gentle Creature - una scena del film di Sergei Loznitsa
A Gentle Creature - una scena del film di Sergei Loznitsa

Muro dopo muro, rifiuto dopo rifiuto, quella della protagonista di A Gentle Creature è una vera e propria odissea, che la porta a visitare luoghi sempre più malfamati e pericolosi di un villaggio che vivacchia in funzione del carcere che ospita, dove tutto sembra corrotto, a cominciare dalle stesse forze dell'ordine. La protagonista, silenziosa e caparbia, non si arrende e continua a tentare ogni strada, anche quando il buon senso le suggerirebbe di smettere: è infatti opprimente la sofferta situazione in cui la donna interpretata da Vasilina Makovtseva si trova, e Loznitsa è abile a seguirne gli spostamenti trasmettendone la sofferenza ai suoi spettatori, portandoci faccia a faccia con un campionario di malata umanità che suscita disagio e paure.

La freddezza e il sogno

A Gentle Creature: una scena del film
A Gentle Creature: una scena del film

Se tutto ciò non arriva a coinvolgerci in quanto spettatori, però, è perché la freddezza della Makovtseva pone un velo tra noi e la donna protagonista, impedendoci di creare quel legame empatico che ci permetterebbe di accompagnarla nel crescente disagio in cui precipita. Non aiuta, da questo punto di vista, il coraggioso inserto onirico che precede il finale, un segmento che oseremmo definire lynchiano, forse influenzati dalla presenza dell'autore qui a Cannes con il suo Twin Peaks: si tratta di un momento surreale e ironico, che vira al grottesco una storia drammatica che sembrava voler raccontare tanto del paese in cui è ambientata, ma che ci lascia con sensazioni diverse da quelle che aveva costruito fino a quel momento e che restano sospese in un finale enigmatico. A Gentle Creature si rivela, quindi, un film spiazzante, complesso e ricco di sfumature, ma incapace di coinvolgere il pubblico nel dramma della sua protagonista.

Movieplayer.it

3.0/5