A Compassionate Spy, la recensione: alto tradimento in nome dell’umanità

La recensione di A Compassionate Spy, il nuovo documentario di Steve James che è stato presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia.

A Compassionate Spy 1
A Compassionate Spy: una sequenza

Con la recensione di A Compassionate Spy, documentario presentato fuori concorso alla 79. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, torniamo nel mondo di Steve James, uno dei grandi nomi del cinema del reale in ambito americano. Noto soprattutto per Hoop Dreams, la cui mancata nomination all'Oscar nel 1995 portò a un nuovo regolamento per la categoria del miglior documentario (precedentemente falsata dal sistema di votazione per le candidature), e Life Itself, ritratto del compianto critico statunitense Roger Ebert (uno dei grandi sostenitori del suo cinema), James si è sempre interessato all'aspetto umano, elemento che risulta particolarmente evidente in questo nuovo lavoro ibrido che si intreccia a suo modo con il genere spionistico.

Per amore del prossimo

A Compassionate Spy
A Compassionate Spy: un'immagine del film

"Ciò che mi ha spinto prima di tutto a realizzare A Compassionate Spy è stata Joan Hall che, a novant'anni, era ancora innamorata di Ted Hall, l'amore della sua vita e un uomo che, per lei, corse rischi incredibili quando era un giovane fisico del Progetto Manhattan. Joan mostra una passione e una capacità di ricordare vividamente la vita straordinaria condivisa con Ted. Era uno scienziato estremamente dotato - appena diciottenne - quando decise di diventare una spia per cercare di salvare gli Stati Uniti da se stessi e 'salvare il mondo' dall'annientamento nucleare. Spero che la storia di Ted e Joan trovi ancora il favore del pubblico di oggi, mentre il mondo affronta le sue terribili conseguenze su tanti fronti." Così Steve James spiega la genesi del progetto nella scheda veneziana del lungometraggio, che mescola materiali diversi: Ted Hall, morto nel 1999 all'età di 74 anni, appare in interviste realizzate l'anno prima, quando sentì che era giunto il momento di raccontare la sua storia; la vedova Joan, che filmò quelle conversazioni, è invece stata intervistata dal regista nel 2019, per rievocare il rapporto con il marito.

A Compassionate Spy 2
A Compassionate Spy: una sequenza del film

Una storia che sembra uscita da un film di finzione (legata in parte a ciò che vedremo nel 2023 in Oppenheimer di Christopher Nolan), e che difatti viene parzialmente ricostruita con dei flashback che danno forma alle parole di Joan: il primo incontro con Ted in ambito accademico, l'amore, il matrimonio, e soprattutto la consapevolezza - segreto terribile per decenni ma mai deleterio per la loro relazione - che mentre lui lavorava al Progetto Manhattan passò informazioni sulla bomba nucleare ai sovietici, al fine di evitare che gli USA avessero un vantaggio ingiusto negli equilibri di potere tra le superpotenze. Una scelta che col senno di poi fu positiva, ma che all'epoca era segnata da momenti di grande paranoia poiché, al netto dell'intento nobile dietro le sue azioni, Ted Hall stava effettivamente tradendo la patria e rischiava il carcere a vita.

Venezia 79: le preferenze della redazione di Movieplayer.it

Passione sullo schermo

Che sia nel materiale sgranato di quasi trent'anni fa o nelle interviste nuove di zecca girate nel 2019, quello che il film di James cattura costantemente, e che è il vero nucleo tematico del progetto nonostante il progetto, è il grande amore tra due esseri umani, espresso a parole in primi piani che si fanno sempre più commoventi man mano che l'intreccio prosegue. Parole talmente potenti che le ricostruzioni con attori risultano superflue, distraendoci dalle vere interazioni fra Ted e Joan che sono presenti nell'archivio del 1998 e dando ai flashback una patina da spy movie che in fin dei conti è fuori luogo. Ma quei momenti sono talmente brevi da non detrarre particolarmente dal viaggio che lo spettatore è invitato a fare insieme ai due coniugi, congiunti sullo schermo e tramite i ricordi di lei. Un viaggio dove momenti significativi della Storia si mescolano in maniera potente con la sfera intima, come nelle migliori produzioni hollywoodiane. Solo che in questo caso è tutto vero, e la componente epica è puramente, magnificamente, a parole.

Conclusioni

Arrivati alla fine della recensione di A Compassionate Spy, notiamo come l'approccio umanista di Steve James sia particolarmente compatibile con questo connubio di Storia e vita privata di due coniugi.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Le interviste sono illuminanti.
  • L'uso del materiale d'archivio del 1998 si integra bene con le riprese più recenti.

Cosa non va

  • Le ricostruzioni in flashback con attori distraggono un po' dalla potenza delle parole di Joan Hall.