Da L'aereo più pazzo del mondo a Wild: 10 film "in viaggio" tra aria, terra e mare

In occasione del momento dell'anno in cui molti decidono di concedersi una vacanza, abbiamo deciso di stilare una lista di 10 titoli sul tema del viaggio attraverso generi e mezzi di trasporto. Con qualche regola.

L'aereo più pazzo del mondo

Siamo arrivati a quel fatidico momento dell'anno in cui è previsto l'esodo vacanziero da molti cercato, sperato e sudato (e da qualcun altro temuto) e dunque quale miglior momento per pensare ad una lista di titoli per potere accompagnarlo? Una lista di 10 titoli per l'esattezza, ma con qualche regola che abbiamo deciso di autoimporci. La prima è cercare di delineare, al solito, un cammino attraverso i generi, l'età e i Paesi.

Sarà una serie in cui i film saranno equamente divisi per mezzo di trasporto, in modo che ci sia spazio per i viaggi in aereo, in treno, in nave a anche qualcosa on the road, che non guasta mai. Altra condizione è che non si tratterà di titoli ansiogeni, in cui si parla di disastri come dirottamenti, cose che sprofondano, precipitano o si ribaltano. Con una sola eccezione.

Viaggi in treno

Iniziamo con il tipo di viaggio più tradizionalmente raccontato sul grande schermo e che è stato maggiormente adoperato come cornice in cui ambientare storie e sperimentare con i generi. Abbiamo deciso di proporre un trittico di titoli profondamente diversi tra loro e che propongono diverse riflessioni sul viaggio.

Assassinio sull'Orient Express (1974, 2017)

Assassinio sull'Orient Express: Kenneth Branagh in una scena del film
Kenneth Branagh in Assassinio sull'Orient Express.

Cominciamo con un titolo che è un jolly in queste liste, ma ci fa gioco perché ci fornisce il gancio per consigliarvi tre titoli al prezzo di uno e anche per aprire la parentesi di tutte le pellicole che hanno adattato gli splendidi gialli di Agatha Christie. Gialli in senso ludico, quindi non annoverabili come ansiogeni, quindi in linea con le promesse fatte nell'introduzione. Viaggio come momento per un gioco di società.

Assassinio sull'Orient Express è probabilmente l'adattamento cinematografico più amato, anche più di Assassinio sul Nilo (che non è tra i titoli scelti, ma ve lo segnaliamo ugualmente) e vanta due versioni ottime. La prima di Sidney Lumet con Albert Finney nel ruolo di Hercule Poirot, affiancato da Anthony Perkins, Sean Connery, Lauren Bacall e Ingrid Bergman. La seconda è diretta da Kenneth Branagh, che interpreta anche il protagonista, accompagnato da Michelle Pfeiffer, Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Daisy Ridley e Olivia Colman.

Il treno per il Darjeeling (2007)

Siamo ancora a bordo di un treno grazie ad una delle pellicole migliori e più celebrate di un cineasta importantissimo come Wes Anderson, ovvero Il treno per il Darjeeling del 2007. Anche qui abbiamo tre protagonisti, stavolta tre fratelli, interpretati da Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman, tutti insieme appassionatamente per motivi famigliari. I più significativi e potenzialmente drammatici per qualunque essere umano.

Jason Schwartzman, Owen Wilson e Adrien Brody in una scena del film di Wes Anderson Il treno per il Darjeeling
Una scena de Il treno per il Darjeeling.

Il film presenta una complessa visione multistrato circa il significato del viaggio e del viaggiare. Anderson ci dice che il viaggio è riunione e confronto con noi stessi e con gli altri, è la possibilità di saldare i conti, ma anche il modo per conoscere un mondo nuovo e persone nuove, che possono cambiare le nostre vite per sempre. Non solo, il viaggio può essere inteso come impresa verso un punto preciso, ma anche avanscoperta senza meta, che libera chi la fa e anche chi la guarda.

Snowpiercer (2013)

Pellicola di Bong Joon Ho che cade praticamente in uno dei momento di vita più importanti per il cineasta, ovvero quello in cui sbarca per la prima volta negli Stati Uniti come conseguenza del successo riscontrato in patria e il riconoscimento ottenuto agli occhi del mondo intero. Siamo nel 2013 e il film del cambiamento si chiama Snowpiecer, quello da cui è stata tratta anche la serie Netflix.

Snowpiercer: Chris Evans e Jamie Bell a capo della rivolta dei poveri in una scena del film
Chris Evans in Snowpiercer.

Basato sulla graphic novel "Le Transperceneige", ideata da Jacques Lob e Jean-Marc Rochette, il titolo è il primo dei grandi castelli d'intrattenimento ai quali Joon Ho ci ha abituati quando opera oltreoceano, quando utilizza in modo piuttosto esplicito il genere e le immagini cinematografiche per fare satira della società contemporanea. Un treno alla fine del mondo in cui tutte le divisioni del mondo riescono sopravvivere. Nel cast Chris Evans, Song Kang-ho, Go Ah-sung, Jamie Bell, John Hurt, Tilda Swinton, Octavia Spencer e Ed Harris.

Viaggi in aereo

Se il treno è il mezzo di trasporto più adoperato nel mondo dell'audiovisivo, forse l'aereo e quello meno usato, anche se ci sono comunque diversi titoli che ne compongono la letteratura. Si tratta per la maggior parte di titoli che ne sfruttano le caratteristiche più ansiogene, ma noi abbiamo deciso di percorrere una strada diversa.

L'aereo più pazzo del mondo (1980)

Reo Piu Pazzo Mondo Scena
Una scena de L'aereo più pazzo del mondo.

Il secondo film che vi consigliamo è probabilmente il lavoro migliore partorito dal trio ZAZ (Jim Abrahams e i fratelli David e Jerry Zucker), sceneggiatori dietro il bellissimo Ridere per ridere di John Landis e menti dietro Top Secret! e Una pallottola spuntata. In mezzo (più o meno) a questi tre capolavori ce n'è un terzo, L'aereo più pazzo del mondo del 1980. Un film che ha avuto anche un sequel, assolutamente non all'altezza, ovvero L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo.

L'idea era quella di un titolo parodia surreale e dallo spirito prettamente metacinematografico, che partiva dalla ripresa di titoli anni '50 (soprattutto Ora zero di Hall Bartlett) e sfruttando l'onda lunga del successo della saga dei vari Airport. Una pietra miliare del cinema che è stata in grado di riflettere su come l'alterazione di una lettura canonica di un immaginario possa essere fonte di ricchezza culturale, oltre che cinematografica, e anche di divertimento.

Gli amanti passeggeri (2013)

Deliziosa quanto inaspettata (in quel momento storico lì) commedia di un certo Pedro Almodóvar, a metà tra il divertissement e autoindagine sia personale che cinematografica. Gli amanti passeggeri del 2013 è una pellicola interamente ambientata durante un atterraggio di emergenza di grande rilievo metaforico in occasione della quale tutti quanti coloro che sono a bordo si ritrovano a guardarsi negli occhi gli uni con gli altri.

Gli amanti passeggeri: il cast del film in una foto promozionale in aereo
Il cast de Gli amanti passeggeri.

Si tratta di un titolo che gioca molto bene con i generi, trovando nel surreale (inteso come linguaggio e, soprattutto, come cornice) un terreno abbastanza fertile per mantenere la coerenza di un registro linguistico molto articolato e che cerca nella libertà della trasgressione e del confronto senza giudizio una via per salvare l'umanità.

Viaggio in nave

Le pellicole ambientate sulle navi hanno delle caratteristiche precise, soprattutto a seconda che siano navi da crociera o per funzioni militari. Noi ci occuperemo, ovviamente, solo delle prime perché le migliori quando si tratta di fare riflessioni sul viaggio e sulla loro funzione metaforica. Anche in questo caso niente drammi, anche se un esito tragico stavolta c'è.

Gli impenitenti (1997)

Una delle coppie comiche più importanti (e probabilmente la più longeva) che il cinema statunitense ha lanciato nell'epoca moderna è stata senza dubbio quella composta da Walter Matthau e Jack Lemmon. La loro collaborazione ha creato addirittura un sottogenere nel sottogenere del buddy movie, che è quello legato ad un duo di protagonisti comici in età senile.

Gli Impenitenti
Jack Lemmon e Walter Matthau in una scena de Gli impenitenti.

All'interno di questa lunga serie di titoli peschiamo per questa lista Gli impenitenti del 1997 diretto da una solidissima regista statunitense come Martha Coolidge. Una pellicola in realtà un po' anacronistica che rende la crociera come un viaggio di riscatto, sia sociale che personale, contro l'età e contro il logorio della vita quotidiana.

La leggenda del pianista sull'oceano (1998)

La Leggenda Del Pianista Sull Oceano
Tim Roth in La leggenda del pianista sull'oceano.

Adattamento del celebre monologo "Novecento" di Alessandro Baricco, La leggenda del pianista sull'oceano del 1998 è nettamente una delle pellicole italiane più importanti e riconosciute a livello internazionale anche grazie alla colonna sonora di Ennio Morricone. Una prova di pregio di Giuseppe Tornatore a anche di Tim Roth in un ruolo che è stato in grado di consacrarlo.

La pellicola, dall'altissimo grado di significato metaforico, si concentra sul piano metafisico di una nave che diventa un non luogo dove il mondo intero si incontra, riproponendo in essa le logiche relazionali che ne regolano il funzionamento sulla terraferma con la differenza di non esserne vincolati da un punto di vista delle conseguenze su lungo termine. Il protagonista è la proiezione di questo stato sospeso, che da vuoto si riempie dei significati che hanno animato la Storia umana di un secolo intero.

Triangle of Sadness (2022)

Passiamo ora alla seconda Palma d'oro di Ruben Östlund e uno dei film più celebrati degli ultimi anni. Triangle of Sadness del 2022 racconta di un viaggio su nave eccessivo e spietatamente allegorico che si diverte a sovvertire l'ordine sociale, il culto delle immagine e le relazioni di potere che si sono instaurate nel mondo occidentale durante il nuovo millennio.

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Ruben Östlund sul set di Triangle of Sadness.

Quello che il cineasta svedese fa è creare una sorta di apocalisse in miniatura in cui poter osservare un intero ordine che collassa su se stesso, utilizzando la lente del farzesco per leggere un'umanità alla deriva, guidata da un comandante corrotto e traumatizzato da un passato in cui è intrappolato e da una classe dominante che ha perso se stessa e sa solo invidiare il nuovo che avanza.

Viaggi in macchina e on the road

Last but not list, abbiamo deciso di chiudere questa lista atipica di 10 pellicole con due titoli che fanno riferimenti ad altrettanti tipi di viaggi diversi, sia per quanto riguarda il "mezzo di trasporto" che le premesse con le quali sono cominciati. Forse qualcosa in comune la hanno ugualmente, ma questo spetta a voi scoprirlo.

Y tu mamá también - Anche tua madre (2001)

La pellicola della svolta per Alfonso Cuarón (o almeno della prima svolta prima dell'imbocco decisivo verso il plauso internazionale) è stata senza dubbio Y tu mamá también - Anche tua madre del 2001. Un titolo che arriva nel momento in cui il cineasta messicano torna in patria (e quindi alle origini) dopo una doppia delusione incassata in terra statunitense, che però non rigetta, anzi, riesce a mettere a frutto riuscendo ad arrivare ad una commistione inedita.

Gael Garcia Bernal, Diego Luna e Maribel Verdú in una scena di Y tu mamá también
I protagonisti di Y tu mamà también - Anche tua madre.

La pellicola con protagonisti Diego Luna e Gael García Bernal è infatti un titolo on the road che parla di un viaggio come possibilità di crescita personale sia dal punto di vista umano che sessuale, riproponendo una logica a tre tanto cara al cinema europeo. Una formula attraverso la quale Cuarón vuole legittimare il proprio percorso e contemporaneamente indagare se stesso spinto da una voglia di progredire e sperimentare.

Wild (2014)

Chiudiamo con un viaggio a piedi. Basato sul libro di memorie "Wild - Una storia selvaggia di avventura e rinascita" scritto da Cheryl Strayed, Wild del 2014 diretto da Jean-Marc Vallée è una pellicola che recupera i significati esistenziali che si celano dietro il viaggio nella Natura, in quanto riscoperta e confronto con noi stessi mirata ad una ricostruzione personale.

Wild: Reese Witherspoon in una scena del film
Reese Witherspoon in Wild.

Il titolo si affida completamente alla prova di una Reese Witherspoon in uno dei momenti di più alta considerazione della carriera (e che le restituirà la candidatura agli Oscar insieme a Laura Dern), che, infatti, riesce a regalare una prova di una grande complessità emotiva, facendo del lavoro sul corpo il leitmotiv per trasmettere allo spettatore la mutazione durante il lunghissimo percorso che la vede protagonista.