Dopo Please Give, presentato ieri fuori concorso, approda alla Berlinale un'altra commedia americana al femminile dal look indipendente, The Kids Are All Right di Lisa Cholodenko, quest'ultima inserita in competizione. L'approccio è in questo caso totalmente femminile, dato che il film si concentra sulla vita di una coppia lesbica, interpretata da Julianne Moore e Annette Bening, sposata e con due figli messi al mondo tramite la fecondazione artificiale che decidono di contattare il loro padre biologico. Entra così all'improvviso nelle loro vite Paul (Mark Ruffalo), quarantenne scapolo impenitente, che inizierà pian piano a sentirsi sempre più coinvolto all'interno della famiglia, sconvolgendone radicalmente gli equilibri. Sostenuto da un ritmo brillante a dalle ottime performance di tutto il cast, The Kids Are All Right è una piacevole commedia in stile "Sundance": dal look indipendente eppure decisamente di appeal popolare, socialmente impegnata ma non troppo. Presenti alla conferenza stampa berlinese le due anime che più hanno contribuito alla realizzazione del film - la regista Lisa Cholodenko e l'attrice Julianne Moore - che rivelano ai giornalisti la genesi del film e le motivazioni che ne stanno alla base.
Julianne Moore, la sua performance è decisamente eccellente, lei è una straordinaria attrice. Vorrei sapere come si è trovata a interpretare la relazione che a un certo punto del film si instaura tra lei e il padre biologico Paul, impersonato da Mark Ruffalo.
Julianne, sei amata da tutti: uomini, donne e gay. Qual è il tuo segreto? Julianne Moore: Grazie, sono molto onorata di questo. Ringrazio i registi con cui ho lavorato, e Lisa in particolare, che mi hanno consentito nel corso della carriera di prendere parte sempre a progetti molto stimolanti e di impersonare caratteri così psicologicamente approfonditi. Il pubblico a volte si congratula con me dicendomi che sono riuscita a rappresentare le loro vite e le loro storie personali, e questo penso sia il complimento più bello che si possa ricevere.
Lisa Cholodenko, c'è qualche relazione tra le sue vicende autobiografiche e la storia descritta nel film? Lisa Cholodenko: Non so cosa dire riguardo alle mie faccende personali. Ho solo pensato di scrivere una storia che possa interessare gran parte del pubblico, che credo sia molto divertente, è che ha soprattutto a che fare con il concetto di famiglia. La sceneggiatura non descrive esperienze vissute realmente, ma è semplicemente un'opera creativa frutto di immaginazione.
Penso che il film abbia a che fare, più che con questioni inerenti alla sessualità, con il tema della difficoltà di comprensione e di comunicazione che si instaura tra le persone che ti sono vicine. Lisa Cholodenko: La ringrazio molto per aver sottolineato questo aspetto. Per me è soprattutto la dimensione emotiva e psicologica dei personaggi a essere importante. Il fatto che a essere protagonista di questa storia sia una coppia omosessuale non è l'aspetto principale. La cosa più importante è che si tratta di una famiglia che incontra delle difficoltà di comprensione, ma che alla fine riesce a risolvere i conflitti grazie al profondo rapporto che lega tutti i componenti. Sono stata molto fortunata nel poter contare su attori così straordinari, in grado di trasmettere tutta la complessità dei personaggi.
Penso che la sceneggiatura sia l'aspetto più interessante di The Kids Are All Right. Quanto tempo ha richiesto la stesura?
Julianne Moore: Ho avuto il privilegio di seguire le diverse fasi di stesura della sceneggiatura di Lisa e devo dire che i dialoghi sono cambiati molto nel corso del tempo. Ad esempio la battuta finale del film doveva essere molto diversa da quella effettivamente recitata.
Julianne, cosa pensi del tuo personaggio? Julianne Moore: Lo adoro. Jules è così incasinata, confusa, incapace di capire che direzione deve prendere e di definire i contorni esatti della sua famiglia e della sua relazione. La complessità del suo carattere è molto simile a quella delle persone nella vita reale, cosa che secondo me capita molto di rado nelle produzioni mainstream.
Non mi trovo molto d'accordo con la scelta, alla fine del film, di mettere totalmente da parte il personaggio di Paul, estraniandolo dalla famiglia. Penso che la conclusione sia in realtà molto tradizionalista e ribadisca il concetto di famiglia tipico del cinema popolare americano. È stata una scelta commerciale? Lisa Cholodenko: La ringrazio molto per l'osservazione così puntuale, mi sembra quasi di partecipare a una conferenza universitaria! Dal canto mio, posso dire che era mia intenzione con questo film mostrare che anche una famiglia con partner dello stesso sesso può essere considerata tradizionale esattamente come quelle delle coppie eterosessuali. E sinceramente non trovavo credibile la possibilità che Paul potesse diventare un membro stabile della famiglia, magari dormendo sul divano di casa. Si tratta ovviamente di una mia visione personale.
Come ha scelto le attrici protagoniste per interpretare un ruolo così difficile e complesso? Lisa Cholodenko: Conoscevo Julianne da molto tempo, e ho sempre pensato che fosse l'attrice ideale per interpretare la parte. Non ho scelto Annette perché con i suoi capelli corti ha un look gay, ma semplicemente perché penso sia un'attrice straordinaria. È stato fondamentale lavorare con attori così bravi in grado di rendere tutte le sfaccettature dei rispettivi personaggi.
Qual è la sua opinione sul cinema gay attuale?
Ho trovato straordinarie le interpretazioni dei ragazzi. Sono enormemente spontanei e naturali: hanno improvvisato durante la recitazione?
Lisa Cholodenko: Penso siano entrambi bravissimi, Mia Wasikowska diventerà presto famosissima per il ruolo di Alice nel film di Tim Burton. Josh Hutcherson era già apparso in tanti film, ma mai in un ruolo di primo piano. Abbiamo girato in così poco tempo e abbiamo avuto pochi contatti con loro, ma si sono dimostrati eccezionali ugualmente.
Julianne Moore: Le riprese del film sono durate solo ventuno giorni, quindi è stato molto difficile per gli attori riuscire a entrare subito in confidenza. Ma il fatto di avere una sceneggiatura già ben scritta è servito come lavoro preparatorio che ha facilitato le riprese.
Dato l'argomento non convenzionale che affronta il film, avete trovato difficoltà nel reperire finanziamenti? Lisa Cholodenko: Sì, è stata molto dura. Sono felice perché il film adesso ha trovato un'ottima distribuzione in America e spero presto anche nel resto del mondo. Ma ottenere dei fondi prima delle riprese è stata un'impresa ardua, così abbiamo dovuto puntare su un finanziamento indipendente. Spero che le cose in futuro cambino per i film che affrontano questo tipo di tematiche.