Logan: un cinecomic rivoluzionario? Non esattamente

Il decimo lungometraggio della saga degli X-Men è piuttosto diverso da quanto visto precedentemente nel franchise, ma ciò è sufficiente per gridare al miracolo nell'ambito dei film di supereroi? Qui proviamo a spiegare perché, secondo noi, la risposta tende di più verso il "no".

Logan: Hugh Jackman e Dafne Keen in una foto del film
Logan: Hugh Jackman e Dafne Keen in una foto del film

Stando ai dati più recenti legati al box office mondiale, Logan - The Wolverine è attualmente, a livello globale, il quinto maggiore successo commerciale della saga cinematografica degli X-Men, e sembra destinato a salire almeno di due posizioni, spodestando i poco amati X-Men: Conflitto Finale e X-Men: Apocalisse. Un risultato che da un certo punto di vista non sorprende più di tanto, data la popolarità di Hugh Jackman nei panni di Wolverine, che in questa occasione si congeda dai fan (almeno per quanto concerne l'attore australiano, poiché nulla impedisce alla 20th Century Fox di ingaggiare un nuovo interprete in un futuro non troppo lontano), ma che deve anche aver rassicurato chi temeva che il divieto più restrittivo negli Stati Uniti - R ossia Restricted, vietato ai minori di 17 anni non accompagnati - potesse incidere in negativo sugli incassi di quello che è un film di supereroi atipico, incentrato più sui (pochi) personaggi centrali che sulle sequenze spettacolari (sebbene queste non manchino nei momenti giusti), con atmosfere che richiamano più un western crepuscolare, alla Sam Peckinpah o Clint Eastwood, che storie alla Iron Man o Superman.

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Queste caratteristiche hanno portato ad una reazione critica che si vede raramente per gli adattamenti di fumetti della Marvel e della DC, che nel migliore dei casi ottengono pareri positivi ma senza entusiasmi debordanti. Nel caso di Logan, invece, più di una recensione lo ha definito un film epocale o rivoluzionario, scomodando persino il paragone con Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, ancora oggi ritenuto il punto di arrivo irraggiungibile per gli altri cinecomics in termini di apprezzamento da parte degli addetti ai lavori. Ma siamo veramente a quei livelli? Intendiamoci, il film di James Mangold, che già si era cimentato con le gesta in solitario del mutante canadese con Wolverine: L'immortale, è un epilogo di tutto rispetto per il personaggio e per un'era specifica della saga, ma alcuni dei ragionamenti per definirlo uno spartiacque nella produzione attuale dei lungometraggi di supereroi non ci convincono appieno. Con questo articolo cerchiamo di spiegare il perché, con la consueta avvertenza: si sconsiglia vivamente la lettura se non avete visto il film.

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Successo "ristretto"

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Partiamo dal presunto coraggio legato alla decisione di vietare Logan ai minori negli Stati Uniti, paese dove la logica produttiva dominante vuole che si cerchi di attirare un pubblico il più vasto possibile, spesso calibrando i vari blockbuster a tale scopo (anche i tre Batman di Nolan dovevano, per contratto, recare il visto PG-13, che sconsiglia - ma non impedisce - la visione ai minori di 13 anni senza la supervisione dei genitori). In realtà, con il materiale giusto, anche il famigerato divieto R può accompagnare film dal successo commerciale considerevole (basti pensare al famigerato Cinquanta sfumature di grigio), e proprio la 20th Century Fox negli ultimi anni si è ritagliata uno spazio, sempre nel periodo di febbraio/marzo, dedicato a cinecomics il cui pubblico di riferimento non è propriamente costituito da ragazzini. Per l'esattezza, prima di Logan ci sono stati Kingsman: Secret Service, che pur non essendo un superhero movie è basato su un fumetto pubblicato dalla Marvel, e Deadpool che, come il film di Mangold, è un episodio "fuori formato" della saga degli X-Men (nonché attualmente il più visto, con oltre 780 milioni di dollari di incasso solo al cinema).

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Logan: Dafne Keen interpreta X-23
Logan: Dafne Keen interpreta X-23

Tornando all'ultima avventura di Wolverine, la scelta di destinarlo ad un pubblico più limitato - il che ha anche spinto Jackman a lavorare per un compenso ridotto, diminuendo i costi di produzione - è in realtà un rischio alquanto calcolato, per due motivi. Innanzitutto, pur essendo un film perfettamente autoconclusivo, Logan si indirizza, principalmente sul piano emotivo, ai fan di vecchia data, a coloro che sono cresciuti con la saga e/o hanno vissuto in diretta l'evoluzione dell'attore australiano nei panni dell'irascibile X-Man. Partendo dal presupposto che i più giovani ad aver visto X-Men in sala nel 2000 avessero l'età "tipica" da spettatore di cinecomics (dai dieci anni in su, a seconda delle restrizioni anagrafiche dei singoli paesi), questi avranno superato da tempo il traguardo necessario per andare al cinema senza i genitori, ed è quindi altamente improbabile che il visto R abbia diminuito in modo notevole il target del film. Inoltre, ragionando in termini puramente commerciali, un eventuale incasso meno sostanzioso non avrebbe inciso particolarmente sul futuro del franchise, poiché questo è l'ultimo capitolo interpretato da Jackman, senza possibilità di sequel. Certo, è probabile che il personaggio di Laura/X-23 faccia nuovamente capolino da qualche parte, ma difficilmente sarà nel 2029 senza mutanti che abbiamo visto in Logan. E a proposito dell'anno in cui è situato il film...

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Chi non muore si rivede

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Un altro elemento considerato da molti una scelta artistica audace sarebbe la decisione di chiudere Logan con la morte del protagonista, lasciando intendere che non risorgerà come tendono a fare spesso i supereroi e i loro avversari (per rendere l'idea di quanto siano frequenti le "morti da fumetto" come le chiamano gli esperti in materia, una regola non scritta diceva che tre personaggi in particolare - Ben Parker, Bucky Barnes e Jason Todd - non sarebbero mai tornati in vita, e attualmente solo Ben è stato "di parola"). Ed è senz'altro vero che non capita frequentemente di assistere alla vera morte, senza scappatoie, di un eroe amato dal pubblico come Wolverine. Ma si può veramente parlare di scelta coraggiosa quando è stato dichiarato più volte, prima dell'uscita, che questo sarebbe stato l'ultimo film della saga interpretato da Jackman? A quel punto l'epilogo diventa quasi scontato, una decisione fatta senza troppi timori per la prosecuzione della saga (ben altro discorso si potrebbe fare, per esempio, per il DC Extended Universe, che si sarebbe potuto guadagnare epiteti simili a quelli usati per Logan se al termine di Batman v Superman: Dawn of Justice l'Uomo d'acciaio fosse morto per davvero).

Logan: una foto del protagonista Hugh Jackman
Logan: una foto del protagonista Hugh Jackman

Inoltre, in caso Jackman dovesse mai cambiare idea (improbabile, ma anche Sean Connery disse "Mai più" e poi tornò ad interpretare James Bond in due occasioni), Logan contiene una clausola narrativa che registi futuri possono sfruttare senza troppi grattacapi: essendo il film ambientato nel 2029, ci sono circa quattro decenni da coprire nei film principali della saga, tra la conclusione di Apocalisse e il futuro alternativo alla fine di X-Men: Giorni di un futuro passato, ambientato nel 2023. Tutto questo senza dimenticare la possibilità di un incontro/scontro con Deadpool, che potrebbe avere luogo senza prendere in considerazione i cavilli legati alla continuity (che già di suo, almeno nella saga degli X-Men, non è particolarmente solida). Riuscirà Ryan Reynolds a convincere Jackman? Difficile, ma ricordiamo che fino a qualche anno fa avevamo quasi perso la speranza di vedere sullo schermo proprio Deadpool, per lo meno in una veste consona alla sua controparte cartacea. Il che ci porta ad un'altra considerazione...

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Eredi al trono (mutante)

Deadpool: Ryan Reynolds in azione nel ruolo di Wade Wilson
Deadpool: Ryan Reynolds in azione nel ruolo di Wade Wilson

Alla morte di Wolverine è legata anche l'idea che il franchise debba sopravvivere senza il suo volto più noto, riferendoci in questo caso proprio a Jackman dato che un eventuale recasting richiederebbe molto probabilmente un azzeramento totale della saga nella sua forma attuale. E anche in questo caso il rischio da parte della Fox può essere considerato minimo, poiché per ora, come abbiamo già detto in precedenza, l'episodio più visto della saga è proprio quello dove Jackman è del tutto assente: Deadpool, di cui è attualmente in lavorazione il sequel. Quanto al ramo centrale del franchise, dovrebbero iniziare fra qualche mese le riprese del prossimo episodio, basato - forse - sulla Saga di Fenice Nera. Ed è ancora in cantiere Gambit, che dovrebbe segnare il debutto nel franchise di Channing Tatum, attore in grado di contare su un numero non indifferente di fan e forse capace di attirare una parte di pubblico solitamente poco interessata ai cinecomics.

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Per qualche proiettile in più

Hugh Jackman in X-Men le origini
Hugh Jackman in X-Men le origini

Chiudiamo con una menzione doverosa per alcuni elementi narrativi discutibili, o meglio, un elemento in particolare: il proiettile di adamantio con cui Wolverine intende suicidarsi. Un'idea che rasenta il ridicolo non solo per chi ha letto i fumetti, ma anche per chi conosce bene la saga cinematografica: la pallottola in questione era apparsa già in X-Men - Le origini: Wolverine, e in tale sede non fu utile per uccidere Logan, ma solo per annullargli i ricordi. Ed è alquanto strano che proprio Mangold, il quale in sede di interviste ha affermato di non amare particolarmente l'idea che per essere creativi sia necessario ignorare la continuity, sia scivolato in una trappola simile (sorvoliamo sulla presenza di Calibano, apparso anche in Apocalisse, poiché quello, per ammissione del regista, è stato un errore umano legato alla non-conoscenza dei contenuti del film di Bryan Singer). Detto ciò, possiamo capire che ai colleghi sia piaciuto il fatto che Logan proceda sulla propria strada, con un inizio e una fine che non sono per forza legati alle esigenze di un universo più vasto. Ma c'è da prendere in considerazione anche questo: così come il film di Mangold può fingere che gli episodi precedenti più o meno non esistano, nulla vieta ad un film futuro di mostrarci un 2029 diverso, senza la decimazione dei mutanti e magari con qualche indizio circa il ritorno in scena di Wolverine. E a quel punto dove finirà la "rivoluzione" di Logan?