Wilbur Smith: morto il grande scrittore sudafricano

Wilbur Smith è morto il 13 novembre 2021 all'età di 88 anni: il celebre scrittore sudafricano è stato l'autore di numerosi bestseller.

Wilbur Smith è morto il 13 novembre 2021 all'età di 88 anni. Celebre scrittore sudafricano, è ricordato per i numerosi bestseller pubblicati tra il 1964 e il 2020. A dare la notizia è stato il suo sito ufficiale, che parla di una morte "inaspettata" il pomeriggio di sabato, nella residenza di Smith a Città del Capo, dopo aver passato alcune ore a leggere e scrivere.

Nato nel 1933, Wilbur Smith ha inizialmente lavorato per il fisco sudafricano prima di darsi alla scrittura a tempo pieno, riscuotendo il primo successo con Il destino del leone, esordio letterario che contiene anche il debutto della famiglia Courtney, di cui l'autore ha raccontato le vicissitudini nel corso di varie generazioni, dal 1660 al 1987. A loro ha dedicato diciassette dei quarantanove romanzi dati alle stampe finora, e nel 2012 affermò di avere un debole soprattutto per il suo primo libro, proprio perché fu l'inauguratore della sua fortunata esperienza editoriale.

Aderendo alla massima "Scrivi di ciò che conosci", Smith ha dedicato la sua intera opera alla Storia dell'Africa, raccontando periodi che vanno dall'antico Egitto ai giorni nostri (il più recente, uscito lo scorso anno, è ambientato all'inizio dell'Ottocento). Questo gli è valso il plauso di critica e pubblico (ha venduto 140 milioni di copie), ma anche qualche contestazione da parte di studiosi connazionali che gli rimproveravano un'occasionale sciatteria a livello di ricerche storiche.

Dai romanzi di Smith (editi in Italia da Mondadori, Longanesi e Tea) sono stati tratti anche alcuni adattamenti cinematografici e televisivi, tra il 1968 e il 2001, tra cui due film con Roger Moore e ben tre progetti, tutti ambientati in luoghi e periodi diversi, con Roy Scheider nel ruolo principale. In un'intervista del 1976 lo scrittore raccontò di aver imposto, dopo le prime trasposizioni che non l'avevano convinto, che non si potesse realizzare un film tratto da una sua opera senza rispettare alla lettera la sceneggiatura approvata da lui.