A pochi giorni dall'avvio del Festival di Venezia esplode il caso Videocracy - Basta apparire. Il film-documentario, che analizza il fenomeno del degrado della tv italiana da un punto di vista esterno (il giovane regista Erik Gandini è emigrato in Svezia dove attualmente vive e lavora), sembra non suscitare grande approvazione. Prima è stata la volta di Marco Muller, costretto a difendersi dalle accuse per aver respinto il film escludendolo dal programma ufficiale del festival. Muller ha dichiarato che il film di Gandini non è stato escluso per via dei temi scottanti che affronta, quanto per scarsa qualità ("Videocracy - Basta apparire fa parte di quei 3278 film che abbiamo visto e a cui abbiamo detto no. Per la comune ragione che non ci convincevano. Non ho mai escluso nessuno per prudenze politiche. Nel 2004 qui è stato presentato W Zapatero e io sono ancora qui. Ma il film di Sabina Guzzanti valeva tre volte quello di Gandini".) mettendo la parola fine alle illazioni che lo vorrebbero intimorito dal potere, tanto da escludere dal programma una pellicola potenzialmente eversiva.
Stavolta tocca alla RAI che, inaspettatamente, rifiuta di mandare in onda il trailer promozionale del film inviatogli dalla Fandango. Domenico Procacci resta di stucco di fronte alla motivazione addotta da Viale Mazzini dove si sostiene che i trailer non sono finalizzati a pubblicizzare un film, ma in realtà contengono un messaggio politico. In tempi di par condicio (per molti, ma non per tutti) senza contraddittorio non va in onda niente che possa rappresentare in qualche modo un attacco al governo. E il suddetto attacco al governo sarebbe in realtà costituito dai dati che compaiono in sovrimpressione in alcuni punti del documentario (dati statistici ufficiali) e che offuscano l'immagine del paese mettendone in dubbio il buon governo. In tutto questo passa quasi sotto silenzio il rifiuto delle reti Mediaset di trasmettere lo spot a causa della cattiva immagine della tv commerciale che emerge da Videocracy - Basta apparire, motivazione quasi "lecita" rispetto al fantasioso arrampicarsi sugli specchi della Rai. Ovviamente una presa di posizione di questo tipo ha scatenato polemiche a non finire. E' soprattutto il centro sinistra a insorgere denunciando come ormai la televisione italiana sia in mano a un'unica forza in grado di controllare cosa può essere e non essere trasmesso. Franceschini e Melandri si schierano a favore della libera informazione, ma è ancora Domenico Procacci a fornire la miglior chiave di lettura possibile per questa vicenda. "Siamo in uno di quei casi in cui si è più realisti del re. Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Silvio Berlusconi, come Viva Zapatero o Il caimano, che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. E il governo era dello stesso segno di oggi. Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l'Italia è cambiata".Per fortuna la distribuzione cinematografica segue canali ben diversi da quelli televisivi. Videocracy - Basta apparire esce oggi in Svezia distribuito dalla Folket's Bio, in anticipo sulla presentazione a Venezia, dove passerà come evento congiunto recuperato dalle sezioni indipendenti della Settimana della Critica e delle Giornate degli Autori. Il documentario, prodotto da Atmo in co-produzione con la danese Zentropa Entertainment, uscirà in Italia il 4 settembre in 30 copie, per poi essere riproposto al Toronto Film Festival nella sezione Real to Reel. Di seguito il trailer incriminato.