Via Poma - Un caso irrisolto: stasera sul NOVE il documentario sulla morte di Simonetta Cesaroni

Stasera sul Nove, alle 21:30 e per la prima volta in chiaro, va in onda il documentario Via Poma - Un caso irrisolto, che cerca di ricostruire la misteriosa vicenda del noto delitto di via Poma.

Stasera sul Nove alle 21:30, per la prima volta in chiaro, va in onda Via Poma - Un caso irrisolto, il documentario che prova a ricostruire la misteriosa vicenda che ruota intorno alla morte della giovane Simonetta Cesaroni.

Il 7 agosto 1990 Roma è una città praticamente deserta. Le temperature bollenti hanno spinto come ogni anno i romani al mare o in montagna. Tra i pochi che resistono nella Capitale c'è Simonetta Cesaroni, 20enne impiegata dattilografa che il giorno dopo sarebbe partita in vacanza senza il fidanzato Raniero Busco, con cui ha un rapporto conflittuale e ha litigato qualche giorno prima.
Ma Simonetta non partirà mai. Quella sera verrà infatti trovata cadavere nel suo ufficio in via Carlo Poma 2. Sono passati trent'anni e non è stata ancora fatta giustizia su un atroce delitto.

Martedì pomeriggio del 7 agosto 1990, Simonetta Cesaroni, che abita nel popolare quartiere Don Bosco, non va al lavoro con la macchina che è dal meccanico. Così la sorella Paola decide di accompagnarla alla fermata metro Subaugusta. Dopo 40 minuti circa Simonetta scende a Lepanto e si dirige verso via Carlo Poma 2, sede dell'Associazione Italiana Alberghi della Gioventù.
Terzo piano, scala B. L'ufficio è chiuso al pubblico, ma Simonetta ha le chiavi e verso le 16:00 apre la porta e accende il computer. Poi alle 17:35 alza la cornetta e chiama la collega Luigia Berretti per chiederle una password utile alla registrazione di alcune pratiche. La Berretti la richiama poco dopo e gliela fornisce.

Alle 18:20 Simonetta dovrebbe chiamare Salvatore Volponi, uno dei suoi datori di lavoro, per alcuni aggiornamenti. Ma quella telefonata non arriverà mai. Trascorrono le ore e la famiglia di Simonetta, che avverte sempre in caso di ritardo, inizia a preoccuparsi. La ragazza non è dal meccanico, dove sarebbe dovuta andare per riprendere la macchina, né alla fermata metro Subaugusta, dove la sorella è ad aspettarla insieme al fidanzato Antonello Baroni.
Paola Cesaroni e Antonello Baroni si recano così all'abitazione di Volponi che però non conosce indirizzo e utenza telefonica dell'AIAG. A fornirli a Volponi ci pensa un suo socio, Ermanno Bezzocchi, in Calabria per le vacanze. Alle 23:30 in via Poma 2 arrivano Paola Cesaroni, il fidanzato Antonello, Salvatore Volponi e suo figlio Luca. All'ingresso dello stabile vengono fatti entrare da Gisueppa De Luca, moglie del portiere Pierino Vanacore.

Giuseppa De Luca apre la porta dell'ufficio di Simona col mazzo di chiavi di riserva e fa entrare tutti. Non si sente un rumore, ma nell'ultima stanza in fondo a sinistra, quella del capo ufficio dell'AIAG Corrado Carboni, c'è la luce accesa. E c'è anche il corpo straziato e seminudo di Simonetta. La scena che si presenta è agghiacciante: la ragazza riporta ferite profonde ovunque, provocate da ben 29 coltellate. Poco prima dev'essere stata stordita con un forte colpo alla tempia, nell'istante in cui è finita la colluttazione. L'assassino ha pulito il sangue dal pavimento e sottratto alcuni oggetti personali di Simona: mancano infatti gli slip, la maglietta, i pantaloni, 50mila lire, un anello, un braccialetto, un girocollo e soprattutto le chiavi ufficio.

Sulla scrivania c'è un foglietto con su scritto "ce dead ok", dove "ce" starebbe per "Cesaroni2 e "dead" per "morta". Il caso si dimostra subito difficilmente risolvibile, il tempo scorre in fretta senza una risposta. A inizio Duemila, quando le speranze di trovare il colpevole sembrano ormai cedere il passo allo scoramento, la morte di Simonetta torna d'attualità: il DNA del fidanzato viene ritrovato sugli indumenti della vittima. Prima di lui, diverse figure erano finite sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori e tanti erano stati i colpi di scena.