Venezia 2019 si è aperta nel segno della polemica, per la presenza di Roman Polansky ma anche per l'assenza di un numero di registe donne che venga considerato accettabile da molti.
In un'intervista con Variety, è stato lo stesso Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, a difendere l'organizzazione del Festival dalle accuse. Ha spiegato per esempio che, nonostante i numeri continuino ad essere apparentemente bassi, la percentuale di registe presenti in tutte le sezioni è salita al 24%, contro il 20% di un anno fa. Nella sola sezione dei cortometraggi il 50% dei lavori appartiene a registe: "Questo significa che molte cose stanno cambiando con le nuove generazioni, ma nel cinema "industriale", quello in cui vengono investiti più soldi, i cambiamenti hanno bisogno di più tempo". Certo, ha assicurato il direttore, quello che almeno a Venezia non succederà mai sarà la selezione di più film diretti da donne solo per aumentare la proporzione e non perchè siano davvero meritevoli.
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Diversa è la questione "Roman Polanski": la polemica è esplosa, a suon di parole grosse, come stupratore, appena annunciato il programma di Venezia 2019. Molti gruppi di femministe sono sul piede di guerra, ma il direttore della Mostra non ritiene di dover chiedere scusa a qualcuno per l'ingresso del regista polacco, con il suo L'ufficiale e la spia, nella selezione ufficiale: "Si tratta di un film meraviglioso, stiamo parlando dello stesso livello de Il Pianista! E non ho dubbi che verrà riconosciuto come il capolavoro che è. Il problema è che non si riesce mai a distinguere tra l'uomo e l'artista. Polanski è un grande artista, uno degli ultimi grandi autori europei. Io non ho esitato un attimo a selezionare il film".
Barbera ha preferito non entrare nel merito della polemica sulla persona Roman Polanski, ma ha suggerito un paragone di tutto rispetto: "Quando ti trovi davanti a un dipinto di Caravaggio non pensi al fatto che ti trovi davanti all'opera di un assassino che, dopo aver ucciso un uomo, è dovuto fuggire a Palermo. La trovo una cosa ridicola non riuscire a fare distinzione tra la colpevolezza della persona e il valore della stessa persona come artista. Se non lo capisci non puoi arrivare da nessuna parte. I problemi che Polanski ha con la giustizia o con la sua coscienza sono problemi suoi personali, quello che per me conta è solo il fatto che ha realizzato un film fantastico".