Unomattina, Stefania Battistini fermata in diretta da quattro agenti ucraini: spavento per l’inviata del Tg1

Stefania Battistini, pochi secondi prima di collegarsi con Unomattina, è stata fermata da 4 soldati ucraini: gli uomini sono entrati armati nella stanza.

Grosso spavento per la giornalista Stefania Battistini e i suoi operatori, inviati del TG 1 in Ucraina: pochi attimi prima del collegamento con Unomattina, quattro soldati, con i fucili puntati, le hanno imposto di chiudere la linea. Poco dopo è stata la stessa inviata del Tg1 a tranquillizzare colleghi e familiari, i militari, dopo aver controllato le loro generalità, li hanno rilasciati.

Mentre la tensione in Ucraina sale, e i bombardamenti dell'esercito russo diventano sempre più violenti, il lavoro dei giornalisti inviati al fronte diventa sempre più difficile, come dimostra l'episodio capitato stamattina a Stefania Battistini, invita di Rai 1 a Dnipro. La giornalista, un volto diventato familiare agli spettatori della rete ammiraglia in queste ore, tiene alcune delle sue corrispondenze di guerra dall'albergo della città ucraina, proprio qui è successo l'episodio che ha messo in allarme gli spettatori di Unomattina.

Marco Frittella e Monica Giandotti erano pronti a collegarsi con Stefania, posizionata sul balcone della camera che occupa. All'improvviso la Battistini è scomparsa dall'inquadratura, passati pochi secondo la giornalista è ricomparsa mentre camminava con le mani in alto, seguita da un uomo in divisa. Subito dopo il collegamento si è interrotto, in questi minuti, ad altissima tensione, i militari hanno chiesta alla giornalista e ai suoi collaboratori le generalità, prima di rilasciarli.

Quello che è accaduto lo spiega la stessa Stefania sul portale RAI, dove si legge "Mentre eravamo in diretta, sono arrivati 4 agenti delle forze speciali. Hanno spalancato la porta urlando coi fucili spianati. Hanno buttato a terra i due operatori di ripresa Simone Traini e Mauro Folio, con il ginocchio premuto sulla loro schiena e il kalashnikov puntato a 2 cm dalla loro testa. Erano evidentemente molto nervosi, quindi poteva accadere qualunque cosa. Dopo circa un quarto d'ora è arrivato il capo della Polizia e siamo riusciti a spiegare chi eravamo e cosa stavamo facendo".

La giornalista evidenzia che l'episodio è figlio della tensione a cui sono sottoposti da giorni gli ucraini: "Quello che è successo stamattina racconta il livello di tensione che sta vivendo il popolo ucraino, per cui qualsiasi attività considerata fuori dall'ordinario viene considerata un'attività nemica, una possibile minaccia. Quindi qualunque giornalista straniero - soprattutto chi si ferma diversi giorni - è considerato un possibile pericolo, un possibile sabotatore, una possibile spia".