Sembra che il sipario si sia definitivamente chiuso sulla Loggia Nera. Mark Frost, co-autore di Twin Peaks, ha messo fine alle speculazioni sul possibile ritorno della serie dopo la scomparsa di David Lynch, avvenuta lo scorso gennaio. In un'intervista concessa a Empire, Frost ha chiarito che l'universo narrativo di Twin Peaks non proseguirà oltre The Return del 2017.
All'inizio dell'anno, c'era ancora una flebile speranza: Frost aveva espresso il bisogno di tempo per elaborare il lutto e valutare se ci fossero margini per proseguire in solitaria. Ma oggi, quella possibilità sembra essersi definitivamente dissolta.
Twin Peaks non continuerà
"Ne avevamo parlato, vagamente, di una possibile quarta stagione", ha spiegato Frost. "Ma con David che non c'è più, è davvero difficile immaginare di andare avanti. In un certo senso, il cerchio si è chiuso".

Un cerchio che si era già quasi concluso nel 2017 con I segreti di Twin Peaks, la terza stagione-evento andata in onda su Showtime, accolta come una delle opere televisive più sperimentali e influenti del nuovo millennio.
Frost ha anche condiviso qualche retroscena sul processo creativo dietro al finale enigmatico della serie, ricordando come lui e Lynch avessero inizialmente idee divergenti su come terminare l'arco narrativo.
"Io pensavo che far tornare Cooper indietro per salvare Laura potesse chiudere poeticamente il cerchio, cancellando il mistero della sua morte", ha raccontato Frost. "Ma David rispose: 'Deve pagare un prezzo per ciò che sta cercando di fare'".
Quel "prezzo" si manifesta in uno degli epiloghi più disturbanti della televisione moderna: il volto di Cooper segnato dal disorientamento, il grido finale di Laura Palmer (Sheryl Lee) che riecheggia come un dolore senza tempo. Una chiusura tanto enigmatica quanto definitiva.

"Quello è il momento in cui tutto l'orrore ricade su Laura", ha aggiunto Frost. "È il prezzo che lei paga per il tentativo disperato di Cooper. È la fine della storia".
Una fine che, coerentemente con l'identità profonda di Twin Peaks, non offre risposte nette, ma lascia spazio agli echi, alle suggestioni e al mistero. Ed è forse proprio per questo che non ci sarà un seguito: perché l'enigma è il cuore pulsante della serie, e senza Lynch, non avrebbe senso tentare di scioglierlo.