Biglietti esauriti da giorni e sala gremita per l'anteprima del film L'uomo che verrà, seguita dall'incontro con il regista Giorgio Diritti, evento svoltosi ieri sera all'Auditorium Parco della Musica di Roma e realizzato dalla Fondazione Cinema per Roma in collaborazione con Mikado, Arancia Film e Rai Cinema. Alla fine della proiezione, il pubblico ha applaudito a lungo la pellicola che uscirà nelle sale il prossimo 22 gennaio e che durante la quarta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma ha messo d'accordo giuria, critica e spettatori, ottenendo il Gran Premio della Giuria Marc'Aurelio d'argento, il Marc'Aurelio d'Oro del pubblico al miglior film e il Premio speciale La Meglio Gioventù, assegnato dal Ministero della Gioventù.
"Ho tentato di realizzare un film privo di retorica che non parlasse di buoni e cattivi, ma cercasse di essere realistico, vero, rispettoso" ha spiegato Giorgio Diritti nel corso dell'incontro con Piera Detassis, direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, e Fabio Ferzetti, critico cinematografico del Messaggero, curatori dell'evento. "Non volevo raccontare il fascismo come viene solitamente rappresentato, ma piuttosto l'influenza che esso aveva sulla vita quotidiana, il modo in cui condizionava l'esistenza dei contadini" ha poi aggiunto il regista. "È importante far riemergere la memoria per non ripetere gli stessi errori commessi in passato e farlo in maniera diversa dai programmi scolastici che trattano la seconda guerra mondiale con semplici cenni, talvolta in maniera fredda e distaccata". Nel corso della serata Diritti ha mostrato materiale video inedito con le testimonianze dei partigiani e dei sopravvissuti alla strage di Marzabotto seguito da un diario di lavorazione del film. Alla fine del filmato, ha commosso e convinto per i toni non ideologici l'inatteso intervento dal pubblico della staffetta partigiana, rappresentante dell'Anpi, Teresa Vergalli. "Il film nasce da un lungo lavoro di ricerca sulle fonti: libri, foto dell'epoca, testimonianze che ho raccolto in prima persona mi hanno permesso di curare anche i più piccoli particolari" ha raccontato Diritti. "È fondamentale che la pellicola porti lo spettatore all'epoca dei fatti, ne consenta la partecipazione emotiva e la vicinanza con le vicende narrate. In questo senso è stato importante lo scambio con il territorio e la partecipazione degli abitanti della zona da cui abbiamo ricevuto informazioni dettagliate e con i quali abbiamo lavorato anche sul dialetto. Gli scenari stessi svolgono un ruolo importante nella narrazione del film, la natura è un elemento del racconto che deve avere la stessa forza di un primo piano". A proposito del cast, Diritti racconta come è giunto a selezionare la giovane protagonista del film, Greta Zuccheri Montanari. "La ricerca è stata piuttosto difficoltosa, tutti i bambini che partecipavano ai provini erano sovrappeso o con denti bianchissimi, quindi non molto adatti al ruolo. Greta aveva uno sguardo in grado di esprimere maturità e ingenuità, felicità e tristezza. Il film deve molto ai suoi straordinari occhi".L'uomo che verrà, secondo il regista, si rivolge al più ampio pubblico possibile. "È popolare, aperto ad ogni tipo di spettatore, ma è anche in grado di offrire chiavi di lettura più raffinate, lo dimostrano i premi ricevuti al Festival Internazionale del Film di Roma".