La serie Tredici è stata al centro di qualche critica e numerose polemiche a causa della scelta di mostrare in modo realistico il suicidio della protagonista Hannah, una teenager che incide su sette audiocassette il racconto dei motivi che l'hanno portata a togliersi la vita.
L'interesse generato dallo show tratto dal romanzo scritto da Jay Asher è stato molto grande, con oltre 600.000 notizie pubblicate online dedicate al progetto targato Netflix, e articoli in cui si cercava di comprenderne le conseguenze sulla società.
L'opinione pubblica si è infatti divisa tra chi ritiene che si mostri sotto una luce fin troppo positiva i tragici eventi, promuovendo quindi in un certo senso il suicidio, e altre persone che apprezzano il modo in cui fa emergere e affronta delle tematiche molto complesse e drammatiche.
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Un nuovo studio, pubblicato da JAMA Internal Medicine, ha ora preso in considerazione le variazioni delle ricerche compiute su internet dopo il debutto della serie sulla piattaforma di streaming. Tra le conseguenze della visione delle puntate, secondo quanto rilevato dallo scienziato John Ayers e dal suo team, ci sarebbe un aumento delle ricerche relative alla prevenzione dei suicidi ma anche delle "istruzioni" per capire come compiere il tragico gesto.
Lo studio sottolinea quindi i risultati ambivalenti, ribadendo che alcune tipologie di spettatori che sono già a rischio potrebbero recepire un messaggio dalle conseguenze probabilmente drammatiche e si sottolinea: "Gli effetti deleteri degli show come Tredici potrebbero essere sicuramente limitati seguendo le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità relativa alla prevenzione dei suicidi, rimuovendo le sequenze in cui si mostrano gli atti compiuti dai protagonisti prima di morire o inserendo in ogni episodio i numeri da contattare per chiedere aiuto".