Sul Titanic viaggiarono ben 37 italiani ma quanti di loro riuscirono effettivamente a mettersi in salvo dopo il naufragio del celeberrimo transatlantico? Degli undici passeggeri i sopravvissuti furono soltanto cinque e nessuno dei camerieri italiani alle dipendenze di Gaspare Antonio Pietro "Luigi" Gatti, manager dei ristoranti della White Star, si salvò dopo l'affondamento del Titanic.
Per quanto concerne i passeggeri, questi furono i cinque che riuscirono a mettersi in salvo:
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Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi, di seconda classe, nato ad Arcisate ma residente negli Stati Uniti, fu uno dei quattro naufraghi fortunati che vennero salvati dall'acqua dalla scialuppa numero 14.
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Albina Bazzani, di prima classe, nata a Roma ma residente a Filadelfia, si imbarcò sul Titanic come domestica di Mrs. Emma Eliza Bucknell e, dopo l'affondamento, riuscì a salvarsi imbarcandosi sulla scialuppa numero 8.
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Argene Genovesi in Del Carlo, di seconda classe, che perse il marito Sebastiano nella tragedia, venne imbarcata sulla scialuppa di salvataggio numero 11. Dopo il terribile naufragio partorì la figlia della coppia, Maria Salvata, il 14 novembre 1912.
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Luigi Finoli, di terza classe, nato ad Atessa, era solito viaggiare spesso verso gli Stati Uniti e si salvò grazie all'intervento della scialuppa numero 15.
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Raimondo Vitillo, di terza classe, nato ad Ariano di Puglia, imbarcatosi come clandestino in cerca di fortuna negli Stati Uniti, si salvò sulla scialuppa di salvataggio numero 7. Secondo la testimonianza di Vitillo, il Titanic non affondò per via di una collisione con un iceberg: fu speronato da un piroscafo che batteva bandiera olandese o svedese.
Raimondo tramandò la sua storia al figlio Carmine il quale, durante un'intervista recente, ha raccontato: "Mio padre, uscito sul ponte a prendere un po' d'aria ha udito tre fischi, poi un forte boato e ha visto un piroscafo che se ne andava non riuscendo a distinguere se la bandiera era olandese o svedese. Ma di aver visto un iceberg non ha mai fatto menzione. Al rientro dopo il naufragio aveva scritto più lettere all'ambasciata raccontando la vera storia di cos'era accaduto quella notte sul Titanic, ma non ha mai ricevuto risposta da loro."