Il rapporto tra Tinto Brass e le sue attrici è sempre stato ottimo, anche se ha mantenuto i contatti con una sola di loro: il regista ne ha parlato tempo fa in un'intervista a Roberta Scorranese per il Corriere della Sera. Brass ha racconto anche del mancato legame con la madre e di come dagli Stati Uniti gli fosse arrivata la proposta di dirigere Arancia Meccanica, e perché ha dovuto lasciare il posto a Stanley Kubrick.
Tinto Brass, 88 anni, all'inizio del 2021 è stato colpito da un'ischemia dalla quale fortunatamente si è ripreso. Le sue condizioni di salute lo hanno spinto ad accelerare il passo e concludere 'Una passione libera', il suo libro autobiografico scritto insieme a Caterina Varzi: "Avevo una fretta pazzesca di farlo uscire questo libro. Sono vecchio, potrei andarmene da un momento all'altro - disse alla giornalista del Corriere della Sera - penso spesso alla morte, tante volte ho progettato di togliermi la vita. Undici anni fa un'emorragia cerebrale mi tolse la memoria e la parola. Mi ha salvato Caterina: spesso, la sera, si spogliava davanti a me. La guardavo, mi eccitavo e così ho ritrovato la voglia di vivere". Il regista ha sposato Caterina Varzi, ex-avvocata e attrice, il 13 agosto 1984.
Con le attrici con cui ha girato i suoi film, 30 di cui 29 censurati, Tinto Brass è sempre rimasto in buoni rapporti, solo alcune hanno rinnegato il loro passato e le pellicole girate con il maestro dell'erotismo "Claudia Koll non mi ha più chiamato", dice Brass che con l'attrice romana girò Così fan tutte nel 1992. Il maggior successo commerciale di Brass è stato il lungometraggio La chiave, il film fece registrare il maggior incasso italiano della stagione cinematografica 1983-84, nella classifica assoluta fu preceduto solamente da Flashdance di Adrian Lyne. Di quel film Tinto Brass ricorda la reazione della protagonista "Quando si vide per la prima volta ne La chiave Stefania Sandrelli uscì dal cinema senza dire una parola, ma poi spese parole bellissime per il film".
Al film tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore giapponese Jun'ichirō Tanizaki è legato anche un ricordo familiare, il rapporto inesistente con la mamma "Con mia madre non ci siamo mai capiti. Mi giudicava, disprezzava la mia indole carnale, era una donna dura e fredda. Una volta venne sul set de La chiave. Non batté ciglio, ma alla fine mi disse: è 'Bene, ce l'hai fatta, sei diventato un regista. Adesso per favore metti la testa a posto e comincia a fare l'avvocato'. Non ha mai capito niente di me. A lei non penso mai".
Tinto Brass ha conservato un grandissimo rapporto con la protagonista di Monella "Con Anna Ammirati l'anno scorso abbiamo fatto Pasqua assieme", ha detto il regista al Corriere della Sera. L'attrice è l'unica con cui Brass continua a vedersi "viene ancora a trovarmi ed è sempre presente e vicina. Ha anche voluto che conoscessi sua figlia", disse Brass lo scorso febbraio a Federica Mochi per l'Adnkronos.
Nel 1964 Tinto Brass diresse Silvana Mangano in La mia signora, nell'episodio 'L'uccellino' e nel film L'automobile, il loro legame è sempre stato molto profondo, come confessa il regista "è stato un sentimento molto speciale, durato quasi tutta la vita. Io me la ricordavo bellissima nelle braghe corte da mondina in Riso amaro, ma poi cercarono di "ripulirla" facendone una diva sofisticata e fredda. La vedevo triste, quindi la volli a tutti i costi nel mio film Il disco volante. Le feci fare la parte di una donna del popolo, la vidi rifiorire. Quanti baci speciali ci siamo dati".
Non tutti sanno che dietro la macchina da presa di Arancia meccanica, il film del 1971 diretto da Stanley Kubrick, doveva esserci proprio Tinto Brass, il regista italiano era la prima scelta dei produttori della pellicola che in quella stagione ottenne 4 nomination agli Oscar. "Andai in America, tutto era pronto - ricorda il regista che poi spiega perché non se ne fece niente - io dissi che prima volevo finire L'Urlo. Alla Paramount però avevano fretta".