Gli avvocati di Darabont, dal dicembre 2013, stanno già lottando per dimostrare che l'emittente ha sciolto il suo contratto senza motivo, privandolo inoltre di decine di milioni di dollari che gli spetterebbero grazie alle vendite dei prodotti legati al marchio dello show.
Tra circa un anno, se non venisse raggiunto un accordo, dovrebbe quindi svolgersi il processo e l'accusa ora ha presentato dei documenti in cui si dimostra come AMC Studios abbia ridotto i profitti di Darabont dal 10% al 7.5% e quelli legati alla sua attività di produttore esecutivo e showrunner dal 2.5% all'1.875%.
Le carte legali dimostrerebbero inoltre come la tv via cavo abbia cercato di pagare il lavoro compiuto come showrunner solo per quanto riguarda i primi sei episodi della prima stagione, anche se gli spetterebbero i compensi relativi a tutte le tredici puntate della seconda. Il suo contratto se questo venisse provato, prevederebbe quindi un 2.5% dei profitti relativi a tutti gli episodi della serie fino alla sua conclusione.
La tv via cavo sembra però aver comunque già ottenuto una piccola vittoria perché Darabont ha richiesto anche di cancellare l'accusa di essere stato rimosso senza motivo apparente dal suo ruolo nella realizzazione della serie e di presunte attività illegali nel dichiarare le spese sostenute e le agevolazioni fiscali riguardanti le riprese.