The Mission: è polemica sul reality 'umanitario' della Rai

Lanciata una petizione per impedire la messa in onda del reality che si propone di raccontare la realtà dei rifugiati in Sud Sudan e altri paesi. Nel cast Albano, Paola Barale ed Emanuele Filiberto di Savoia.

Manca ancora qualche mese alla messa in onda della prima puntata di The Mission, il reality targato RAI che farà il suo debutto il 27 novembre, ma il programma ha già sollevato numerose polemiche da parte di chi ritiene che i personaggi che partecipano allo show siano completamente inadeguati a prestare la propria voce ai rifugiati in paesi come il Sud Sudan, Mali e Repubblica Democratica del Congo, e quindi a far conoscere la propria realtà.

"Ho lanciato questa petizione perché appena ho sentito la notizia della produzione di The Mission ho provato senso di indignazione verso la spettacolarizzazione di tragedie umane come quelle dei rifugiati e perché mi occupo di diritti civili e immigrazione nella provincia di Parma." - ha dichiarato Andrea Casale, studente della Facoltà di Farmacia dell'Università di Parma, nel presentare la raccolta firme da lui avviata attraverso change.org - "Credo sia vergognoso che venga messo in scena uno spettacolo grottesco e umiliante come quello di veder raccontata la sofferenza umana dei rifugiati da personaggi estremamente discutibili e che probabilmente mai l'avrebbero fatto se non avessero visto un'immediata convenienza in termini di immagine e commerciale. Fareste raccontare la sofferenza dei vostri figli da Emanuele Filiberto di Savoia e Paola Barale? Accettereste di vedere vostra madre, sopravvissuta a violenze inaudite, scimmiottata come comparsa di un reality show?"

Casale si è chiesto inoltre se i vari VIP - tra i quali figurano Michele Cucuzza, Barbara De Rossi e Albano - riceveranno un compenso per la loro partecipazione al programma e se hanno chiuso accordi (o prevedono di farlo) per vendere esclusive sulla loro esperienza a riviste o altre trasmissioni televisive, ma anche quando spenderà la RAI per The Mission e a chi andranno i soldi guadagnati con la vendita degli spazi pubblicitari associati alla trasmissione.

"Ancor più inaccettabile è il comportamento di UNHCR e Intersos, che si sono prestate a questa iniziativa, rinnegando i valori di umanità ed etica professionale che dovrebbero caratterizzarle." - si legge su Activism.com, dal quale è partita un'altra raccolta firme, e che ha ricordato la Carta di Roma del 2008, ovvero un protocollo deontologico che tutela l'immagine e l'identità dei rifugiati che è stato redatto dall'Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana in collaborazione proprio con UNHCR.