Ted Sarandos invita gli altri streamer a essere "trasparenti come Netflix"

Il CEO di Netflix ha lanciato un messaggio ai competitor per quanto concerne la trasparenza di informazioni.

Primo piano di Ted Sarandos ad un evento

Netflix oggi pubblica il report semestrale sugli spettatori dal titolo What We Watched: A Netflix Engagement Report. Si tratta del terzo report di questo tipo diffuso da Netflix e fornirà dettagli sul numero di ore di visualizzazioni e sul numero totale di visualizzazioni.

I dati riguarderanno ogni contenuto disponibile sulla piattaforma nell'arco di sei mesi (prima metà del 2024). Gli altri servizi streaming tendono a seguire l'esempio di Netflix in molti aspetti e Ted Sarandos ha esortato la concorrenza ad essere altrettanto trasparente.

Trasparenza

"Non credo che potremmo essere più trasparenti di così" ha affermato Sarandos a margine del Fast Company Innovation Festival a New York "Spero che agli altri nel settore seguiranno l'esempio". Nonostante in passato l'attività di Netflix fosse meno aperta rispetto ad oggi, ora l'azienda è di gran lunga la più trasparente nel settore.

Ted Sarandos al See What's Netxt Event di Roma
Ted Sarandos impegnato in una presentazione ad un evento per Netflix

I report semestrali di Netflix sono iniziati lo scorso anno, in concomitanza con lo sciopero degli sceneggiatori. Uno dei punti cruciali dello sciopero era proprio la trasparenza sui dati in maniera più trasparente, quindi Sarandos e il suo team si sono semplicemente mossi in anticipo, nonostante ufficialmente Netflix non colleghi i report allo sciopero dello scorso anno.

Nel corso dell'evento, Ted Sarandos ha ammesso anche il disinteresse di Netflix nei confronti della distribuzione nelle sale dei film, soprattutto quelli ad alto budget, ritenendola una strategia totalmente inefficace. Netflix non ha mai apprezzato la distribuzione in sala e ha sempre ritenuto che la maggior parte dei film debba essere lanciata direttamente o quasi sulla piattaforma di streaming.

Diversi servizi di streaming, in realtà, non rendono pubblici i propri dati anche perché, come riporta IndieWire, non condividono un bacino d'utenza come quello di Netflix, da anni ormai un colosso dello streaming e una delle realtà più importanti e solide del mercato legato alle piattaforme.