Studio Ghibli, il produttore spiega: "Hayao Miyazaki è più interessato alle donne nei suoi film"

Il produttore di Studio Ghibli, Toshio Suzuki, rivela le ragioni profonde dietro la costante attenzione di Hayao Miyazaki verso figure femminili forti e indipendenti.

Una scena di Principessa Mononoke

Dietro la magia dei film dello Studio Ghibli si nasconde una motivazione intima: l'ammirazione di Hayao Miyazaki per le donne. A rivelarlo è Toshio Suzuki, storico collaboratore del regista, che racconta come la malattia della madre abbia plasmato l'immaginario femminile dell'autore di capolavori intramontabili.

L'origine di un immaginario femminile per Hayao Miyazaki

Hayao Miyazaki, co-fondatore di Studio Ghibli, ha sempre posto le donne al centro delle sue storie, da Kiki - Consegne a domicilio a La città incantata. Secondo Toshio Suzuki, questa scelta non è casuale, ma affonda le radici nella sua infanzia. "È sua madre la ragione per cui voleva rappresentare le donne piuttosto che gli uomini. È più interessato alle donne", spiega Suzuki in un'intervista al The Observer.

Una preziosa immagina del piccolo Hayao Miyazaki con la madre
Una preziosa immagina del piccolo Hayao Miyazaki

La madre di Miyazaki soffrì per anni di tubercolosi spinale, proprio come la figura materna raccontata in Il mio vicino Totoro, film che riprende questo frammento di vita reale. Per il regista, la rappresentazione femminile diventa un omaggio, un atto di protezione e, forse, di elaborazione di un dolore.

Non sorprende, dunque, che nei suoi mondi le protagoniste siano coraggiose, autonome, profondamente umane. Perfino nelle opere senza eroine principali, le donne emergono come figure chiave, intelligenti e operative. In Porco Rosso (1992), ad esempio, il protagonista affida la ricostruzione del suo idrovolante a una giovane ingegnere, circondata da una squadra di lavoratrici.

L'animatore di Principessa Mononoke rivela come Hayao Miyazaki ha quasi mandato in bancarotta lo Studio Ghibli L'animatore di Principessa Mononoke rivela come Hayao Miyazaki ha quasi mandato in bancarotta lo Studio Ghibli

Lo stesso accade in Principessa Mononoke, dove le donne governano un impianto siderurgico in un'epoca in cui certe mansioni erano prerogativa maschile.

Un cinema di cura e resilienza

Questo sguardo verso l'universo femminile non è soltanto una questione estetica, ma un codice emotivo. Secondo il dottor Ryota Kishi, psicologo giapponese, "Miyazaki si sentiva molto protettivo nei confronti della madre, e vedo nei suoi film una sottotrama di pentimento, colpa, vergogna: tutti elementi che una nazione poco incline a parlare di guarigione continua a portare con sé". È questa complessità che conferisce alle sue opere una qualità "terapeutica", capace di toccare corde profonde negli spettatori.

Il Regno dei Sogni e della Follia: il grande Hayao Miyazaki insieme alla regista Mami Sunada sul set del documentario
Hayao Miyazaki a lavoro

Anche l'ultimo lungometraggio, Il ragazzo e l'airone, vincitore dell'Oscar nel 2024, si muove lungo questo solco: la perdita materna diventa motore di un viaggio iniziatico tra vita e morte.

E mentre Miyazaki sembra già all'opera su un nuovo progetto, l'aura che circonda i suoi film conferma una verità: la sua animazione è fatta di poesia e resilienza, un inno silenzioso alla forza femminile che continua a guidare la sua visione artistica.