Roman Polanski, un giudice dà ragione all'Academy: "L'espulsione è giusta e motivata"

Un giudice del tribunale di Los Angeles ha dato ragione all'Academy: Roman Polanski meritava di essere espulso dall'organizzazione nel 2018.

Le richieste di Roman Polanski sono state ufficialmente respinte da un giudice di Los Angeles che ha dato ragione all'Academy confermando la legittimità dell'espulsione dall'organizzazione nel maggio 2018.
Il regista aveva fatto causa nel 2019 sostenendo di essere stato rimosso dalla lista dei membri senza essere stato avvisato in anticipo e senza poter avere un processo equo.

Il giudice Mary Strobel ha deliberato oggi in tribunale che, nonostante l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences non ha agito nel migliore dei modi non avvisando Roman Polanski del provvedimento, l'organizzazione aveva correttamente deliberato e si era comportata in modo equo.
Strobel ha dichiarato: "Il Consiglio aveva i motivi per espellere il querelante. Anche se le circostanze riguardanti il continuo status di fuggitivo, tra cui il suo sostenere che ci fosse un serio comportamento irregolare dal punto di vista giudiziaria e legale, potessero mitigare il bisogno dell'espulsione, la decisione del Consiglio è sostenuta dalle prove, non è stata arbitraria e volubile, e non rappresenta un abuso di discrezione".

L'avvocato di Roman Polanski, Harland Braun, ha confermato che il regista probabilmente non procederà ulteriormente con un appello e ha spiegato che essere un membro dell'Academy "Non significa nulla per lui, è l'idea di essere eliminato senza un processo".

Braun si era presentato in tribunale con una copia in mano di The Big Goodbye: Chinatown and the Last Years of Hollywood.
La causa civile nei confronti dell'Academy ha inoltre permesso al legale del filmmaker di scagliarsi contro il sistema americano ribadendo che Polanski non può tornare negli Stati Uniti perché non si fida della giustizia degli Stati Uniti. L'avvocato ha inoltre fatto un paragone tra il caso del regista e quello di Alfred Dreyfus, che ha raccontato nel suo recente film L'ufficiale e la spia: "Dreyfus era innocente e il signor Polanski è colpevole. Non c'è dubbio. Non ha mai negato la sua colpevolezza. Ma quando i militari francesi si sono resi conto di aver compiuto un errore non potevano ammetterlo. Era la burocrazia. E in questo caso, giudice dopo giudice ignora le soluzioni ovvie. Questo caso non sarà dimenticato. Questo caso è come uno in stile Dreyfus, ma è forse ancora più interessante".

Kristen Bird, che ha sostenuto in tribunale l'Academy, ha semplicemente dichiarato che l'espulsione era dovuta da molto tempo, sottolineando: "Ha avuto l'opportunità di essere ascoltato".