In collegamento da New York, Roberto Saviano ospite di Che tempo che fa, ha messo in guardia le istituzioni europee a non sottovalutare la mafia. Secondo lo scrittore napoletano l'organizzazione criminale è già pronta a sostituirsi allo stato finanziando le aziende nella cosiddetta Fase 2.
È un Roberto Saviano molto allarmato quello che abbiamo visto ieri sera ospite di Fabio Fazio nel programma 'Che tempo che fa'. Lo scrittore teme che, in questi momenti di difficoltà, la mafia possa sostituirsi allo Stato finanziando le aziende per poi incorporarsele "La mafia è già pronta per la Fase2. Quando c'è stata la polemica su Die Welt è partita una riflessione sbagliata, cioè che far arrivare i soldi all'Italia sia darli alla Mafia. Ma organizzazioni criminali in Italia hanno profitti per 250 miliardi di Euro, non hanno bisogno dei soldi degli aiuti. Al contrario se questi soldi non arrivano alle aziende sane, le organizzazioni criminali arriveranno a mangiarsi tutto".
L'autore di Gomorra spiega come agiranno le mafie nei prossimi giorni "Come faranno? Daranno soldi alle aziende, in cambio di quote. Questo meccanismo lo interrompi solo se arrivano capitali per proteggere le aziende" . Saviano poi parla del ruolo della Germania "Quando la Germania ha iniziato questo dibattito ha escluso sé stessa da questo rischio, sbagliando. In uno studio del 2015 fatto da Università tedesche si parla di 100 miliardi di euro riciclati in Germania. Le organizzazioni criminali investono ovunque".
Continuando la sua chiacchierata con il conduttore Roberto analizza il modo in cui la mafia stia sostituendo lo Stato nel welfare "Le organizzazioni criminali stanno sostituendo lo Stato, in Italia e non solo, nel welfare. I cartelli messicani stanno dando pacchi di cibo alle famiglie e mascherine con il volto del Chapo. Da una parte per propaganda ma anche per un altro motivo, cioè non far stare fuori le persone e contenere la pandemia nei loro territori"
Intervenendo poi sulla proposta di regolarizzazione dei braccianti lanciata dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, aggiunge "Opporsi a questa diffusione di diritti è pure propaganda, sono persone che già vivono in Italia, che già lavorano nella filiera agroalimentare, già persone fondamentali. L'unico modo per avere la possibilità di contare ancora di più su di loro e sul loro lavoro è controllare che il lavoro sia fatto bene e che loro siano sani e dare diritti, che in questo caso è ricevere diritti".