Compagni di set e di ideali, Robert Redford e Jane Fonda rappresentavano il volto più bello della Hollywood liberal e impegnata. La diva 87enne piange la morte del collega con un emozionante ricordo condiviso con Entertainment Weekly in cui si è soffermata non solo sulla carriera dell'attore e regista, fondatore del Sundance Film Festival, ma anche sull'impatto dell'amico nella sua vita.
Jane Fonda ha confessato di "non riuscire a smettete di piangere" dopo aver appreso la notizia della morte di Robert Redford, che si sarebbe spento nel sonno nella sua casa nello Utah a 89 anni.

Un'amicizia incredibile fuori e dentro il set
"Sono sconvolta dopo aver letto che Bob se n'era andato. Non riesco a smettere di piangere", ha detto Fonda nella sua dichiarazione. "Bob ha significato molto per me ed era una persona meravigliosa sotto ogni aspetto che ha lasciato un'impronta indelebile sia nella cultura pop che nella società americana in generale. Si batteva per un'America per cui dobbiamo continuare a lottare".
Jane Fonda e Robert Redford hanno lavorato insieme cinque volte, in particolare negli anni '60 e '70, recitando insieme nella spumeggiante romcom A piedi nudi nel parco, ne il cavaliere elettrico, nel film di Arthur Penn La caccia e nel primo film di Redford, la commedia sportiva In punta di piedi, per poi ritrovarsi più di recente, nel 2017, nel drammatico Le nostre anime di notte, che ha visto le star riunite alla Mostra del Cinema di Venezia per poi approdare su Netflix.

Tutti gli uomini del presidente: il ricordo del vero Bob Woodward
Arriva anche il cordoglio di Bob Woodward, giornalista che, insieme al collega Carl Bernstein, portò alla luce lo scandalo del Watergate e che Redford interpretò nel cult del 1976 Tutti gli uomini del presidente.
"Robert Redford era autentico, una forza del bene nobile e di sani principi che ha combattuto con successo per trovare e comunicare la verità", ha scritto Woodward. "In oltre 50 anni di amicizia, diceva sempre quello che avrebbe fatto e poi lo faceva."
Woodward ha osservato che fu Redford a spingere lui e il suo partner giornalistico, Carl Bernstein, a trasformare il loro fondamentale lavoro di smascheramento dello scandalo Watergate nel bestseller del 1974 Tutti gli uomini del presidente, che alla fine servì come base per il film. "Il suo impatto e la sua influenza sulla mia vita sono stati essenziali. Lo amavo e lo ammiravo, per la sua amicizia, la sua ardente indipendenza e il modo in cui sfruttava ogni piattaforma a sua disposizione per contribuire a rendere il mondo migliore, più giusto e più luminoso per gli altri."
Secondo il giornalista, l'amico Redford, che si è guadagnato il raro riconoscimento di essere candidato agli Oscar sia per la recitazione che per la regia, vincendo nel 1980 per la regia di Gente comune, "sarà ricordato come uno dei più grandi narratori nella storia del nostro Paese. Ha elevato le storie oltre il mainstream".