Parlando di Robert Downey jr., uno dei registi di Avengers: Endgame, Joe Russo, ha svelato uno dei "segreti" dell'attore che riguardano il suo approccio alle battute e alla recitazione.
Grazie al ruolo di Tony Stark, Robert Downey Jr. è riuscito imporsi come uno degli attori più talentuosi e più amati di Hollywood. Tutto ciò è stato possibile grazie anche al suo modo particolare di approcciarsi al ruolo che, diversamente, da quanto si possa pensare, è estremamente creativo. A svelare questo particolare retroscena è stato il regista Joe Russo, con cui l'attore ha lavorato anche nell'ultimo film: Avengers: Endgame.
Come riporta We Got This Covered, l'aspetto che più colpisce di Robert Downey Jr. e che non ripete più di una volta la stessa linea di dialogo. "Robert - così spiega Joe Russo - non dice mai la stessa frase due volte. Ha un processo davvero unico e ha un assistente che lavora con lui da anni. Ci si vedeva la domenica prima di girare le sue scene previste nella settimana in arrivo. Ci mettiamo insieme con lui e gli sceneggiatori gli danno una serie di dialoghi alternativi da poter mettere da parte ad ogni ripresa. Quindi lui prende la sceneggiatura e il suo assistente gli fornirà le opzioni e poi lo farà nuovamente con altre possibilità e poi via al prossimo giro di battute. Torneremo poi a girare la scena con altre battute del tutto nuove. La cosa fantastica - rimarca ancora - è che dopo quattro riprese possiamo guardare a tutto che ha fatto e possiamo scegliere di lavorarci ancora perché lui lo farà ancora una volta con tutto ciò che sembra funzionare meglio. È un processo molto diverso rispetto, per esempio, al processo di Scarlett Johansson".
Perché Iron Man, anzi Tony Stark, è il cuore del Marvel Cinematic Universe
Gli altri membri del cast, infatti, si limitano a seguire la sceneggiatura che hanno ricevuto e cercando di dare il meglio non modificando lo script diversamente da Robert Downey Jr. che, al contrario, manipola ogni elemento insieme alla crew artistica per arrivare al risultato migliore. Non è noto se questa sia stata la tecnica utilizzata dall'attore sin dall'inizio della sua carriera, quando si fece notare per la straordinaria interpretazione di Charlie Chaplin in Charlot di Richard Attenborough nel 1992. Il film gli fece guadagnare la prima nomination all'Oscar e lo consacrò star ma, paradossalmente fu quel successo così repentino lo portò a diventare schiavo di alcol e droghe per anni. Fu però grazie alla fiducia datagli dalla Marvel e da Jon Favreau, che lo scelse per Iron Man, a permettergli di riconquistare la scena perduta, regalando al cinema uno degli attori più versatili e apprezzati del decennio. Una leggenda del MCU.