Rebel Wilson ricorda la molestia di una co-star maschile: "Disgustoso, fu prima del Me Too"

In una nuova intervista a People, Rebel Wilson ha raccontato di quando fu vittima di molestia ma non denunciò pubblicamente la co-star maschile in questione.

Rebel Wilson ha rivelato di essere stata vittima di molestia prima che esplodesse il fenomeno Me Too. Tutto risalirebbe ai tempi in cui una sua co-star maschile agì in un modo che lei ancora oggi ricorda come "terribile e disgustoso".

Da quando è esploso anni fa, il movimento del Me Too ha smascherato le innumerevoli molestie che hanno avuto luogo su posti di lavoro come ad esempio i set di Hollywood. Talmente tanti da essere diventati quasi una cosa da accettare passivamente, finché un gruppo di donne non ha trovato il coraggio di dire basta. A loro, col passare del tempo, si sono aggiunte sempre più donne e questa settimana anche Rebel Wilson ha voluto condividere la propria testimonianza, parlando di una molestia da lei subita, da parte di un co-protagonista maschile di cui però ha preferito non fare il nome. La star di Pitch Perfect ha definito l'incontro "orribile e disgustoso" ed ha specificato che tutto è accaduto prima dell'ascesa del movimento #MeToo.

"Mi ha chiamato in una stanza e si è tirato giù i pantaloni", ha spiegato Wilson a People, dicendo che, di fronte ai suoi amici, il co-protagonista le ha chiesto di recitare in un atto osceno. "Tutto è stato terribile e disgustoso", ha continuato Wilson, aggiungendo: "E tutto il comportamento successivo - tutto questo prima di #MeToo - in cui hanno cercato di distruggere me e la mia carriera. Se fosse successo dopo il #MeToo, avrei potuto semplicemente farli esplodere".

Wilson, che ha una laurea in giurisprudenza, ha aggiunto di aver "documentato" l'aggressione. "Ho chiamato il mio rappresentante. Ho scritto alcune cose su quello che è successo- Sicuramente tra i circoli del settore mi sono assicurata che le persone sapessero cosa era successo". La star e produttrice di Attenti a quelle due ha riflettuto: "Pensavo che anche lamentarsi con la mia agenzia fosse un grande passo. E lamentarsi con lo studio. Ho scoperto di essere stata la quarta persona a lamentarsi del ragazzo. Un comportamento grossolano, ma tante donne hanno avuto molto di peggio".

Wilson ancora si confronta con la scelta che prese all'epoca, ovvero di continuare a lavorare con l'attore e finire il film che era in produzione quando è avvenuta l'aggressione. "Perché sono rimasta in quella situazione con quel ragazzo orribile? Avrei dovuto andarmene. Non ne valeva la pena. Ma allo stesso tempo pensavo cose tipo 'Oh beh, fai la cosa giusta, sii una professionista e finisci il film'. Ora non lo farei mai. Se succedesse di nuovo, probabilmente mi difenderei ancora di più solo per il coraggio delle altre donne che si sono alzate in piedi e ora mi hanno concesso un'opportunità".