Raffaella Carrà è stata senza dubbio uno dei volti femminili più celebri e amati del panorama televisivo e artistico italiano. Tramite il suo entusiasmo e l'inconfondibile risata ha saputo farsi amare da intere generazioni, anche al di fuori dei confini nostrani, trovando successo soprattutto in Spagna ed in Sud America. A due settimane dalla sua morte, scopriamo qualcosa in più della sua vita privata, dagli amori con Gianni Boncompagni e Sergio Japino ai figli (biologici) che non ha mai avuto.
Raffaella Carrà e i figli mai avuti
Sul fronte sentimentale, l'artista nata a Bologna nel 1943 è stata sempre piuttosto riservata ed anche per questo motivo il pubblico non ha mai saputo granché della sua vita privata. Una cosa risaputa è che Raffaella Carrà non ha mai avuto figli e proprio questa cosa ha rappresentato il suo maggior rimpianto. Sono state diverse, infatti, le interviste durante le quali la cantante ha parlato della sua mancata maternità. "Se i figli non sono venuti cosa devo fare?", ha dichiarato una volta Raffaella Carrà, aggiungendo: "Non mi sono mai accanita ed ho accettato quello che madre natura ha scelto per me". Con queste parole l'artista faceva riferimento al fatto di aver rimandato troppe volte il discorso della maternità, poiché molto dedita alla sua carriera e decisa a non voler sballottare un eventuale figlio da una parte all'altra del mondo. Quando, intorno ai quarant'anni, ha deciso di provarci, il medico le ha detto che ormai era troppo tardi.
Nel corso della sua vita, comunque, Raffaella Carrà ha adottato un enorme numero di bambini a distanza. La foto in cui la vediamo proprio con alcuni di questi bimbi l'ha accompagnata sino all'ultimo momento, sia durante la camera ardente che al suo funerale. Sul tema dell'adozione a distanza e sull'impossibilità di adottare senza sposarsi, la cantante di Tanti auguri ha dichiarato: "La dimensione genitoriale, in fondo, si può vivere in tanti modi. Io, per esempio, non ho mai smesso di adottare bimbi a distanza. Ogni anno mi arrivano le loro foto e vederli crescere mi rende felice. E poi ho due nipoti dei quali mi occupo e ai quali faccio da "babbo" visto che mio fratello non c'è più. Non mi sono mai voluta sposare e mi ha sempre fatto arrabbiare non poter adottare figli senza l'obbligo di questo anello".
Gianni Boncompagni, il primo amore
Nonostante la sua riservatezza, il pubblico è venuto a conoscenza soprattutto di due relazioni sentimentali che hanno visto protagonista Raffaella Carrà: la prima è quella con Gianni Boncompagni, autore di alcuni dei suoi brani più celebri e amati; la seconda con Sergio Japino, coreografo e regista con il quale ha lavorato fino agli ultimi anni della sua vita. Su di loro, Raffa ha spiegato: "Mia madre voleva che sposassi un medico o un architetto, ma che gli raccontavo? Con loro invece c'è stato lo stesso linguaggio". Per quanto riguarda il "papà" di Non è la Rai, Raffaella Carrà ha raccontato così il loro primo incontro, avvenuto in occasione di un'intervista del 1968: "Un giorno mi chiese un'intervista alle 5 del mattino a Piazza di Spagna. Pensai 'questo è matto' ma mi incuriosii e andai. Dopo un anno ci mettemmo insieme. Avevo bisogno di un uomo più grande, che mi desse sicurezza, di una figura maschile capace di sostituire, nel mio immaginario, quella di mio padre, un vero playboy assente". La loro relazione ha avuto quindi inizio nel 1969 e si è conclusa undici anni dopo. Raffaella Carrà è rimasta comunque in ottimi rapporti sia con lui che con le sue figlie. Non a caso, Barbara Boncompagni, presente anche al suo funerale, ha dichiarato in passato: "Per noi è stata un po' una mamma, quella che ci era mancata. Abbiamo un forte legame con lei, che dura tuttora. Io le stavo sempre alle costole. Seguivo le prove dei suoi spettacoli. Assistevo ammirata al suo trucco e parrucco, la tallonavo quando andava in tournée... casa nostra era un laboratorio di idee".
Sergio Japino, una spalla fino all'ultimo dei suoi giorni
Sergio Japino, invece, era più giovane di quasi dieci anni rispetto a Raffaella Carrà. Il loro incontro è avvenuto ai tempi di Millemilioni, lo show andato in onda su Rai1 esattamente quarant'anni fa, nel quale Japino ricopriva il ruolo di primo ballerino e assistente coreografo. "Facevo con lei un romantico passo a due e accadde in quel momento: ci siamo guardati negli occhi ed è scattata la scintilla", ha dichiarato successivamente l'uomo che è stato il compagno di Raffaella Carrà per 17 anni, fino al 1997. Lei ha poi spiegato: Con Sergio c'è stato un rapporto diverso: capiva e amava le stesse cose mie. Del resto io da bambina volevo fare la coreografa, che è il suo mestiere. C'era un rapporto più giocoso, scherzoso, che poi è diventato amore, e poi per scelte diverse è finito (i due si sono lasciati alla fine degli anni Novanta, ndr). Ma siamo in ottimi rapporti perché il bene non muore mai". Un rapporto speciale, insomma, che la gente ha avuto modo di constatare vedendo come Japino sia rimasto al fianco di Raffaella Carrà fino all'ultimo. Proprio riguardo al loro legame, Japino ha dichiarato: "Raffaella e io siamo legati nell'anima. Siamo più che fratelli, abbiamo lo stesso sangue, non so come dire. Una normale storia d'amore è molto piccola rispetto a quella che viviamo noi".
Chi è Sergio Japino, l'ex compagno di Raffaella Carrà
I flirt, da Frank Sinatra a Little Tony
Oltre a queste due storie d'amore, Raffaella Carrà ha vissuto anche diversi flirt. Quando era ancora giovanissima frequentò il calciatore Gino Stacchini e, successivamente, il cantante Little Tony, conosciuto sul set del film 5 marines per 100 ragazze. Inoltre, si è più volte parlato di come Frank Sinatra avesse tentato di conquistare Raffaella Carrà, a quanto pare senza successo. I due si erano conosciuti nel 1965, sul set de Il colonnello Von Ryan di Mark Robson. La showgirl, che all'epoca aveva appena 22 anni, ha ricordato così il fascino del crooner americano: "Venni scelta tra tante attrici famose che avrebbero voluto recitare accanto a lui che era un gran signore. Era molto simpatico ma non mi piaceva. Mi ha regalato una collana di perle ma io non la volevo accettare, perché mi sembrava un gesto per farmi sentire la pupa del gangster, mentre a me piaceva essere conquistata con altre cose".