Il cantante R. Kelly è stato condannato a 30 anni di carcere per sfruttamento della prostituzione ed estorsione.
Il procuratore distrettuale aveva richiesto per l'ex star della musica, ormai da anni al centro delle accuse e polemiche, una condanna di minimo 25 anni.
Il giudice Ann M. Donnelly, prima di annunciare la sentenza, ha dichiarato che il comportamento di R. Kelly era violento e "pianificato con attenzione" e che il pubblico doveva essere protetto da lui, oltre a citare la sua "indifferenza nei confronti della sofferenza umana" e le vite spezzate che ha causato con le sue azioni.
Il cantante, che ha 55 anni, è stato considerato colpevole a settembre di tutte le nove accuse che stava affrontando in tribunale per crimini compiuti negli ultimi venti anni.
Una giuria composta da sette uomini e cinque donne lo hanno dichiarato colpevole di essere un predatore sessuale e di aver guidato un gruppo che reclutava donne e ragazze per scopi sessuali durante i suoi tour mondiali.
Il cantante, famoso per canzoni come la hit I Believe I Can Fly, aveva già affrontato un processo nel 2008 a Chicago per possesso di materiale pedopornografico, venendo però assolto.
Le accuse nei suoi confronti erano state raccontate anche nella docuserie Surviving R. Kelly, trasmessa da Lifetime a partire dal 3 gennaio 2019.