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A tre anni dalla conclusione che sembrava definitiva, Primal è pronto a riemergere dalle sue stesse ceneri. Letteralmente: con un trailer sorprendente mostrato al New York Comic Con 2025, Genndy Tartakovsky ha riportato in vita - più o meno - il suo eroe preistorico, Spear, in una forma che ribalta ogni aspettativa narrativa.
Primal: il ritorno inatteso di un'icona preistorica
Quando si tratta di reinventare se stesso, Genndy Tartakovsky non conosce confini. Dopo aver concluso la seconda stagione di Primal con la morte del protagonista, il creatore di serie culto come Samurai Jack e Dexter's Laboratory ha deciso di riscrivere le regole del suo stesso universo. "Sì, Spear è uno zombie," ha confermato senza esitazioni in un'intervista con ComicBook.
Una rivelazione che ha lasciato i fan interdetti, dopo anni di speculazioni, ma che per Tartakovsky nasce da una riflessione profonda: "Avevo passato anni con questi personaggi, e dopo averli fatti amare al pubblico, mi sono chiesto se avessi chiuso troppo in fretta la loro storia. Avete notato il colore del logo, verde? È lo stesso tipo di magia da strega che abbiamo visto in tutta la serie. Volevo approfondire questi aspetti qui."
La nuova stagione, in arrivo su Adult Swim a gennaio 2026, si nutre di quella stessa linfa primordiale che ha reso Primal un esperimento narrativo unico - azione brutale, emozione pura e pochissime parole. Tartakovsky spiega che l'idea di uno Spear non-morto affonda le radici in un episodio della prima stagione, Plague of Madness, dove comparivano dinosauri infetti e deliranti: "In dieci minuti ho scritto otto episodi. Quando succede, significa che l'idea è matura, che ha un'energia creativa irresistibile."
Il regista sottolinea inoltre come la resurrezione del protagonista non rappresenti un reboot, ma una naturale evoluzione della storia: "Non seguiamo sua figlia, non cambiamo ambientazione. È lo stesso mondo, solo più cupo, più folle, più viscerale."
Magia, morte e rinascita: Primal torna alle origini più oscure
Il ritorno di Spear come essere sovrannaturale apre le porte a nuove esplorazioni tematiche. Tartakovsky promette una stagione più mistica e drammatica, dove la linea tra vita e morte si dissolve nel caos visivo della serie. "Abbiamo venti episodi alle spalle. Il pubblico conosce Spear, quindi adesso tifa per lui, spera che torni se stesso," racconta. Il regista descrive questa trasformazione come un esperimento emotivo: uno zombie che non è "un corpo qualsiasi", ma un personaggio che gli spettatori hanno imparato a comprendere e amare.
Il mondo di Primal rimane intatto nella sua natura "pulp": un luogo sospeso nel tempo, dove convivono uomini e dinosauri, magia e ferocia. "Se qualcuno si lamenta della storicità," scherza Tartakovsky, "beh, lo sapevamo fin dal primo episodio. È pulp, non è reale."
In questa nuova avventura, il tono torna più vicino alla prima stagione, più istintivo e selvaggio dopo la parentesi più "civilizzata" della seconda. L'universo narrativo si espande, ma senza perdere la tensione primitiva che lo caratterizza: battaglie titaniche, visioni oniriche e il costante conflitto tra umanità e sopravvivenza.
Alla fine dell'intervista, Tartakovsky lascia il pubblico con una promessa che suona come un avvertimento: "Aspettatevi l'inaspettato. Sarà un viaggio folle." E conoscendo il suo stile, è difficile dubitarne: Primal 3 non sembra solo una continuazione, ma una discesa viscerale e marchiante nel cuore pulsante dell'animazione adulta.