Nelle ultime ore sta facendo molto discutere quanto accaduto al profilo social di Carmela Febbraro, conosciuta sul web come la pescivendola più bella d'Italia. Diventata famosa su TikTok, dove i suoi video hanno superato i 10 milioni di visualizzazioni, la creator di Casoria, in provincia di Napoli, aveva costruito un vero e proprio business intorno alla sua attività lavorativa, che gestisce insieme al marito. Tuttavia, dopo una segnalazione per 'maltrattamento sugli animali', il suo profilo è stato bloccato.
Il blitz de Le Iene e la chiusura del profilo TikTok
Tutto è iniziato martedì 10 dicembre, quando una troupe de Le Iene, capitanata da Filippo Roma e accompagnata dall'attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi, si è recata alla pescheria per verificare le condizioni dei polpi e degli altri animali presenti e messi in vendita. Questi animali erano spesso al centro dei video pubblicati sui social, nei quali i coniugi Febbraro interagivano con loro.
Luigi, marito di Carmela, ha richiesto l'intervento dei carabinieri nell'esercizio commerciale di Casoria, dal momento che, a suo dire, la troupe televisiva non gli permetteva di svolgere regolarmente il proprio lavoro. Dopo il blocco dell'account social, lo stesso Luigi, con un nuovo account TikTok, ha cercato di recuperare i follower perduti e affermato: "Evidentemente davamo fastidio a qualcuno. Ci tengo a precisare che non abbiamo mai maltrattato gli animali, ma solo mostrato quello che vendiamo".
Sulla questione, è intervenuto sui social anche Enrico Rizzi che, in un post condiviso su Facebook, ha scritto: "Una coppia campana da diversi mesi si divertiva su TikTok a promuovere la propria attività commerciale con balletti totalmente ridicoli, sfruttando, umiliando e maltrattando in maniera davvero disumana dei poveri animali vivi come se fossero oggetti, costringendoli a subire sevizie e ingiustificati patimenti, in barba al codice penale.
E ancora: "Per questo motivo li ho già denunciati e chiesto alla Procura il sequestro preventivo della loro attività. Dovranno trovarsi un modo più umano per guadagnarsi da vivere, senza più prendersi gioco della vita di esseri viventi senzienti. A seguito di mia segnalazione infatti, è arrivata la prima tegola su di loro"
"Quella indegna pagina che contava oltre 10 milioni di like è stata chiusa perché violava le regole della community, proprio sulla violenza agli animali", ha concluso Enrico Rizzi "e non è ancora finita. Aspettate qualche altro giorno. L'ho sempre detto: nessuna pietà e tolleranza zero verso chi non ha il minimo rispetto per la vita degli animali".