E' una delle eroine della serata, nonostante il suo film, Il cigno nero di Darren Aronofsky, non ottenga che un Oscar dei cinque a cui era candidato: ma quello che stringe Natalie Portman è un Academy Award di cui andare orgogliosi.
Una dieta ferrea che l'ha smagrita di dieci chili, dalle sei alle otto ore di esercizi di danza, sudore e lacrime, una trasformazione che ha incantato e commosso i non pochi estimatori dell'emozionante pellicola di Aronofsky.
Natalie, radiosa e piena di gratitudine per gli applausi entusiastici, ringrazia la sua famiglia, il suo compagno "che le ha regalato il ruolo più importante della sua vita" (quello, imminente, di madre) e anche i registi che hanno avuto un peso particolare in una carriera già lunghissima per una ventinovenne, da Luc Besson, che le offrì il suo primo ruolo in Léon a soli undici anni, ad Aronofsky, con il quale ha creato l'ipnotica e fragile Nina Sayers.