Oscar 2017: Trump impedisce l'ingresso negli USA a Farhadi, "fatto inquietante" per l'Academy

Ha creato grandi polemiche il ban imposto dal presidente degli Stati Uniti verso alcuni stati orientali, che impediranno al regista premio Oscar di sostenere il suo film durante la serata degli Academy Awards: ecco le prime reazioni.

Il cosiddetto Muslim ban, messo in atto dal neo presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, impedirà a Asghar Farhadi, nominato all'Oscar, di partecipare alla serata delle premiazioni. Il presidente ha attivato un ban a tempo indefinito su tutti coloro che provengono da Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan e Yemen, tra cui il regista, già premio Oscar per Una separazione.

Leggi anche: No, Meryl Streep non è sopravvalutata, sono tutti gli altri ad esserlo

L'ultimo film di Farhadi, Il cliente, è nominato come Miglior Film Straniero insieme a Land of Mine - Sotto la sabbia (Danimarca), Vi presento Toni Erdmann (Germania), A Man Called Ove (Svezia) e Tanna (Australia). Il film segue la storia di un insegnante di liceo (Shahab Hosseini) che cerca vendetta contro colui che ha aggredito sua moglie (Taraneh Alidoosti) nel suo appartamento.

In risposta a questo provvedimento, l'Academy si è espressa in modo critico riguardo la decisione del presidente Trump attraverso un comunicato:

L'Academy celebra i grandi risultati nell'arte cinematografica, che ha come obiettivo il superamento dei confini per parlare al pubblico di tutto il mondo, senza differenza di nazionalità, di etnia o di religione. Come sostenitori dei cineasti - e dei diritti umani di tutte le persone - in tutto il mondo, troviamo inquietante il fatto che Asghar Farhadi, il regista del film iraniano vincitore dell'Oscar Una Separazione, assieme al cast e la troupe del film nominato all'Oscar di quest'anno Il Cliente, possano subire il divieto di ingresso nel paese a causa della loro religione e del paese da cui vengono.

Taraneh Alidoosti, la star del film candidato quest'anno, ha comunicato che non parteciperà alla cerimonia:

Alcune personalità di Hollywood hanno iniziato ad alzare la voce a riguardo, Adam McKay, regista di La grande scommessa, ha affermato che l'America ha perso qualcosa di prezioso per un'illusione di sicurezza:

Michael Moore si scusa con tutti coloro che sono colpiti da questo ban:

Morgan Spurlock, documentarista nominato all'Oscar per Super Size Me, ha voluto ricordare quanto il vicepresidente Pence fosse contrario ai ban per motivi religiosi, definendoli incostituzionali:

Patricia Arquette ha dichiarato che ora l'America deve restituire alla Francia la Statua della Libertà:

Continua a seguirci su Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Google+ e Telegram per aggiornamenti, notizie, e curiosità su film e serie TV!