Massimo Troisi: l'incontro con Roberto Benigni prima della sua morte e quella frase profetica

Il ricordo di Massimo Troisi e del suo incontro con Robert Benigni prima della sua morte e quella frase quasi profetica, nelle parole di Gianni Minà.

Gianni Minà ha ricordato Massimo Troisi raccontando il suo incontro con Roberto Benigni prima della sua morte e quella frase quasi profetica pronunciata dal futuro Premio Oscar al collega con il quale recitò in Non ci resta che piangere.

Massimo Troisi e Roberto Benigni sul set di Non ci resta che piangere
Massimo Troisi e Roberto Benigni sul set di Non ci resta che piangere

Come riporta Fanpage, in occasione di una passata edizione del Premio Massimo Troisi, il giornalista Gianni Minà ha raccontato un aneddoto tra Roberto Benigni e Massimo Troisi e si è soffermato sugli ultimi due anni di vita dell'attore partenopeo. Secondo Gianni Minà: "Roberto Benigni andò a casa di Massimo Troisi qualche giorno prima che morisse. Lo trovò pallido, emaciato, dimagrito. Lo rimproverò. Gli disse che non si può morire per l'arte".

Gianni Minà ha anche raccontato di aver trascorso insieme a Massimo Troisi gli ultimi due anni della sua vita e di aver vissuto con lui un periodo straordinario. Il giornalista si è anche soffermato sull'eccellente rapporto di amicizia tra l'attore partenopeo e Roberto Benigni che, insieme, hanno recitato in Non ci resta che piangere nel 1984. In seguito alla morte di Massimo Troisi nel 1994, Roberto Benigni ha dedicato all'attore una poesia letta in TV da un Renzo Arbore commosso fino alle lacrime. Gli ultimi versi del componimento recitano: "O Massimino io ti tengo in serbo fra ciò che il mondo dona di più caro, ha fatto più miracoli il tuo verbo di quello dell'amato San Gennaro".

Il racconto di Gianni Minà, infine, ha aggiunto qualche dettaglio poco noto sugli ultimi anni di vita di Massimo Troisi. Il giornalista ha raccontato come l'interprete si fosse rivolto proprio a lui per contattare Antonio Skàrmeta, l'autore cileno del libro Il Postino di Neruda, che poi sarebbe stato alla base della sceneggiatura del suo ultimo film, che gli valse una candidatura postuma come Miglior attore protagonista e per la Miglior sceneggiatura non originale firmata insieme a Furio Scarpelli, Michael Radford, Anna Pavignano e Giacomo Scarpelli.