Mark Ruffalo e Javier Bardem hanno deciso di partecipare come produttori esecutivi al dramma palestinese Tutto quello che resta di te, diretto da Cherien Dabis.
I due attori sono tra le star di Hollywood che si sono maggiormente esposte negli ultimi mesi sul massacro che si sta compiendo a Gaza e hanno deciso di contribuire attivamente nel loro campo.
La storia di Tutto quello che resta di te
Il film di Dabis è ambientato in Cisgiordania negli anni '80 e racconta la storia di un adolescente palestinese coinvolto in una protesta che cambia per sempre il destino della sua famiglia.

Dopo quanto accaduto, la madre Hanan ripercorre il cammino che li ha condotti fino a quel momento cruciale. La narrazione si estende per settant'anni ed esplora le lotte e le resistenze di una famiglia sfollata, tra ferite della perdita e forza della sopravvivenza.
Cherien Dabis entusiasta di accogliere Javier Bardem e Mark Ruffalo
Il regista di Tutto quello che resta di te, Cherien Dabis, ha commentato la partecipazione di Ruffalo e Bardem al progetto: "Sono più che entusiasta di avere due persone che ammiro profondamente, Javier Bardem e Mark Ruffalo, con noi per amplificare l'urgenza e l'importanza di questo film" ha dichiarato il regista.
"Tutto quello che resta di te porta il pubblico indietro al 1948, l'origine dello sfollamento palestinese, e segue una famiglia per quasi otto decenni, plasmata da forze politiche fuori dal loro controllo. È la storia non raccontata di come i palestinesi siano diventati rifugiati e di come quella storia ci abbia portati al momento presente. Per capire cosa sta accadendo oggi a Gaza, dobbiamo prima comprendere la storia di come siamo arrivati qui" ha concluso Dabis.
Mark Ruffalo lo ha ringraziato: "Ci ricorda che, anche di fronte a perdite inimmaginabili, il nostro futuro si trova nell'empatia, nel trovare significato nel dolore e nello scegliere l'umanità alla vendetta. Cherien Dabis e il suo cast straordinario hanno creato qualcosa di senza tempo ed essenziale, raccontando non solo la storia del popolo palestinese, ma la storia universale di chiunque abbia sopportato oppressione, sfollamento e violenza. Questo film offre un'altra possibilità: la chance di muoversi verso una guarigione collettiva e un futuro più giusto e pacifico. Sono onorato di unirmi come produttore esecutivo in un momento così vitale"