Maïwenn, il giornalista aggredito: "Voleva vendicarsi per gli articoli sulle accuse a Luc Besson"

Il giornalista aggredito a febbraio dalla regista e attrice Maïwenn sostiene che la causa del gesto siano gli articoli sulle accuse di molestie rivolte a Luc Besson.

Maïwenn, il giornalista aggredito: 'Voleva vendicarsi per gli articoli sulle accuse a Luc Besson'

Maïwenn ha recentemente confermato di aver aggredito un giornalista che, mentre al Festival di Cannes sta venendo presentato il suo nuovo film, ha ora rivelato la possibile motivazione di quanto accaduto.
Edwy Plenel, direttore del magazine Mediapart, sostiene infatti che si sia trattato di una vendetta per aver dato spazio tra le pagine alle accuse di molestie sessuali rivolte a Luc Besson, archiviate nel 2021 dopo un'indagine.

Le accuse a Luc Besson

Nel 2018 l'attrice Sand Van Roy aveva infatti accusato il regista di violenza e, dopo le sue parole, altre donne si erano fatte avanti condividendo la propria esperienza.
Maïwenn ha sposato Luc Besson nel 1992, quando aveva 16 anni. La coppia si conosceva da quando l'attrice ne aveva 12 e avevano iniziato a frequentarsi quando lei ne aveva 15, come rivelato nei contenuti extra del film Leon in cui spiegava come l'opera fosse ispirata alla loro storia d'amore. Nel 1997 c'è stato poi il divorzio.

Maiwenn, regista di Jeanne Du Barry, ammette di aver aggredito un giornalista

L'ipotesi del giornalista

Plenel, intervistato da Variety, ha ora dichiarato: "Abbiamo pubblicato quello che Maiwenn aveva detto alla polizia nell'ambito delle indagini su Besson. Quando ha parlato con gli agenti ha discusso di aspetti complicati del suo rapporto con Luc Besson, in particolare avvenuti nel periodo della separazione. Ma dopo aver pubblicato il nostro articolo non abbiamo mai ricevuto proteste di nessun tipo. Tutto ciò è avvenuto circa cinque anni fa, quindi vuol dire che per tutto questo tempo Maiwenn voleva vendicarsi. Ma perché non ha mandato un'e-mail? Non abbiamo mai ricevuto una telefonata da parte sua".

Il giornalista sostiene che a febbraio la regista lo abbia aggredito prendendolo per i capelli e sputandogli in faccia mentre era in un ristorante di Parigi. Plenel ha ribadito: "Non la conosco. Non l'ho mai incontrata. Sarei stato incapace di riconoscerla. Questa aggressione mi ha causato più stupore che altro. Non mi ha aggredito individualmente, ma il simbolo che rappresento, essendo il fondatore e regista di un giornale che, in Francia, è stato in prima linea in tutte le rivelazioni #MeToo".

Edwy ha ribadito: "Lei ha parlato apertamente contro il movimento e ha compiuto un gesto per compiacere il suo mondo ed è per questo che se ne è vantata in tv. Abbiamo potuto sentire quella specie di orgoglio che l'animava". Il giornalista ha inoltre sottolineato che aveva chiesto solo che si scusasse per l'aggressione, ricevendo però un rifiuto come risposta.

Plenel ha quindi criticato apertamente la scelta di affidare a Maiwenn con il suo film Jeanne du Barry il compito di aprire il festival: "Cannes ha scelto un simbolo completamente folle come apertura: un film di Maiwenn su una cortigiana che cerca di ottenere potere. La mitologia che porta avanti nel film, insieme al casting di Johnny Depp e ai suoi commenti anti #MeToo e ora questa aggressione di cui sembra orgogliosa e di cui fa ridere le persone in tv... Ha un suo significato. Non ho ricevuto un messaggio da parte del signor Thierry Fremaux in cui mi si dice: 'Guarda, questa è la nostra scelta, ma ti assicuriamo che non difendiamo gli atti di Maiwenn'. Avrebbe potuto farlo per correttezza o cortesia".