Il Festival di Locarno volge al termine e il concorso spara gli ultimi colpi. Dopo Kiyoshi Kurosawa, oggi è la volta di un altro autore giapponese, Shinji Aoyama che presenta il suo cupo melodramma Backwater. L'acqua, elemento fondamentale del film, è quella sporca e inquinata del piccolo villaggio giapponese in cui vive Toma, giovane ossessionato dal sesso e dalla presenza pesante del padre, un uomo violento e prevaricatore che ama picchiare le partner. Dopo aver rovinato la vita alla madre di Toma, il padre ora ha una compagna bella e giovane di nome Kotoko con la quale condivide feroci amplessi da cui la donna esce piena di lividi. L'incubo di Toma, costretto ad assistere a queste quotidiane violenze domestiche, è di diventare come il padre e infatti il giovane comincia a manifestare i primi sintomi di perversione con la giovane fidanzata. La situazione precipita quando Kotoko, incinta, decide di abbandonare il compagno in segreto. Una pellicola a tinte forti, con qualche calo di tensione e una lunga coda finale che mette discutibilmente in cattiva luce il personaggio di Kotoko, uno dei più interessanti del film. Arriva direttamente dal Brasile la Sentimental Education del maestro del cinema novo Júlio Bressane. Dopo tante commedie politiche, il regista si concede un ironico divertissement che gioca con i sentimenti e le tecniche di seduzione. A interpretare la matura irretitrice di fanciulli in fiore ci pensa la ieratica Josie Antello, interprete con un volto interessante ed espressivo da diva del muto, affiancata dal giovane adepto Bernardo Marinho. La lunga e divertita partita a due si arricchisce solo per un attimo di una terza contendente protagonista di un colorito scontro al femminile con la Antello. Il film, un ironico pastiche che intreccia miti greci, letteratura, pittura, citazioni colte, raffinate danze e divertite strizzate d'occhio che solo lo spettatore più colto è in grado di cogliere, eredita un po' dello humor del maestro Manoel De Oliveira declinandolo in chiave erotica. Da notare l'inserto finale con una lunga coda di bloopers i quali ci ricordano che realtà e finzione, di fatto, sono assai difficili da distinguere.
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