Fabrizio Colica si è sposato con il suo fidanzato Giacomo Visconti e ha pubblicato la foto su Instagram. La metà del duo Le Coliche ne ha dato notizia ai suoi follower sul social con un lungo post dove, tra l'altro, ha scritto: 'non riesco a non credere in Dio, nonostante la comunità che frequentiamo ci reputi contronatura'.
Fabrizio Colica è nato a Roma nel 1991, ha fatto coming out pubblicamente nel luglio del 2019, quando su Instagram ha scritto di essersi innamorato di Giacomo Visconti, l'uomo che ieri è diventato suo marito. "è arrivato nella mia vita e non ha mai smesso di sorprendermi. Come oggi. Mi sta facendo una sorpresa dopo l'altra da quando è scattata la mezzanotte. Vi auguro anche solo la metà di quello che ho ricevuto quest'anno. Vi garantisco che non riuscirete a non ringraziare Dio quotidianamente", aveva scritto sul social parlando del suo Giacomo.
Fabrizio insieme al fratello Claudio Colica forma il duo Le Coliche seguitissimo sui social, ha studiato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e ha partecipato a Pechino Express 2018. Giacomo è un insegnante. Nel post su Instagram in cui annuncia il matrimonio, Fabrizio ha scritto che i due neo sposi avevano deciso di unirsi in matrimonio dopo aver trovato casa e dopo che Giacomo avesse ottenuto il passaggio di ruolo come insegnate, ma poi hanno cambiato idea e hanno deciso di sposarsi: "ma il ruolo esitava ad arrivare. Il desiderio di sposarci era talmente alto che abbiamo messo da parte le promesse e abbiamo creduto per certo che il ruolo sarebbe arrivato al momento giusto. Morale della favola: oggi abbiamo chiamato una manciata di amici e parenti stretti e ci siamo sposati".
Il giorno prima del matrimonio sono uscite le graduatorie del Ministero e Giacomo è diventato un insegnante di ruolo, un segno divino per Fabrizio che è molto credente e il cui unico rimpianto è non essersi potuto sposare in Chiesa: "Dio è proprio grande. E certe cose le pianifica nostro malgrado!! Certe strade le spiana nei minimi dettagli prima ancora che tu decida di percorrerle. È per questo che non riesco proprio a non credere in Dio, nonostante la comunità che frequentiamo ci reputi contronatura, nonostante ci siamo dovuti sposare in comune perché non ci è permesso farlo in un'elegante chiesa con affreschi del '700 profumati di incenso, nonostante i preti e le suore che conosciamo ci abbiano fatto delle benedizioni sottobanco neanche fossero superalcolici ai tempi del proibizionismo. Nonostante tutto questo, io non riesco a non credere in Dio".