Gli Oscar hanno annunciato le nuove regole di inclusione che un lungometraggio deve rispettare per entrare nella rosa dei candidati a miglior film, ma Kirstie Alley non ci sta e si scaglia contro l'Academy e Hollywood definendo il regolamento "una disgrazia per gli artisti di ogni parte del mondo."
Come riporta Yahoo! Entertainment, Kirstie Alley si è scagliata contro l'Academy scrivendo su Twitter:
"Questa è una disgrazia per gli artisti di ogni luogo... vi immaginate, dire a Picasso cosa doveva dipingere nei suoi fottuti quadri. Avete perso la testa. Controllare gli artisti, controllare il pensiero individuale.... OSCAR ORWELL".
Dopo aver criticato la Hollywood "così di sinistra", Kirstie Alley ha cancellato il tweet spiegando:
"Ho cancellato il mio primo tweet sulle nuove regole per il miglior film agli Oscar perché ho capito che rappresentava il mio pensiero in modo sbagliato. Sono al 100% a favore della diversità, inclusione e tolleranza. Sono contro l'obbligatorietà arbitraria di percentuali che riguardino l'ingaggio di esseri umani in ogni industria".
Come ha stabilito l'Academy, l'inclusione diventerà un requisito essenziale per rendere un'opera candidabile come miglior film a partire dal 2024. Questo riguarderà soprattutto la presenza di minoranze in ruoli chiave davanti e dietro la macchina da presa.
La 69enne Kirstie Alley, membro dell'Academy da 40 anni, però non ci sta e prosegue la sua polemica a colpi di tweet scrivendo: "Ho fatto parte della Motion Picture Academy per 40 anni. L'Academy celebra la libertà espressiva dell'arte attraverso i film. le nuove regole che qualificano i candidati a miglior film sono dittatoriali... e contro gli artisti. Hollywood stai andando talmente a sinistra che inciamperai nel tuo culo."
Kirstie Alley non è l'unica a criticare le nuove regole degli Oscar. Il candidato agli Oscar James Woods, notoriamente di idee conservatrici, ha definito i nuovi standard "follia".
Anche Dean Cain, Superman del piccolo schermo, ha retwittato Kirstie Alley e James Woods aggiungendo le sue critiche.